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Triumph Thunderbird Storm: test

Spinta progressiva e vigorosa, pesante da ferma ma maneggevole in marcia: è la versione cattiva della Thunderbird in vendita a 15.690 euro

Triumph thunderbird storm: test

 

Con il 2011 si amplia la gamma Triumph con la Thunderbird Storm, versione “cattiva” della nota maxi-cruiser inglese. Il cuore della moto, il bicilindrico parallelo T-16, ha pistoni con alesaggio maggiorato (107 anziché 103,8 mm) e raggiunge i 1.700 cc; ci sono alberi a camme dedicati, nuova guarnizione della testata, rivestimento dei cilindri e spinotti biella differenti e molle frizione aggiornate. Crescono di conseguenza le prestazioni: sono dichiarati 98 CV a 5.200 giri (anziché 86 CV a 4.850 giri) e 156 Nm a  2.950 giri (146 Nm a 4.250 giri sulla Thunderbird 1600). Esteticamente si distingue subito dalla versione standard per la colorazione tutta nera (si può scegliere con tinta pastello o metallizzata) e per il doppio faro sulla forcella.

 

Il motore è il vero protagonista: la spinta è progressiva e vigorosa già a 1.500 giri, in qualunque marcia. L’ampia impronta a terra del pneumatico posteriore (200/50-17) consente di scaricare a terra tutta la coppia finché l’asfalto assicura buon grip. Ma se si apre violentemente l’acceleratore sul bagnato o sulle strisce pedonali, è facile far slittare la ruota. Massiccia e pesante (339 kg a secco) è però piacevolmente maneggevole una volta in movimento. La sella bassa e l’ampio manubrio sono un valido aiuto nelle manovre a bassa andatura e nei tornanti stretti, nei quali si strisciano presto le pedane. Ottima la stabilità, anche se sui curvoni veloci si avverte una leggera tendenza sottosterzante. Più che buoni per potenza e modulabilità i freni. Già in vendita ad un prezzo di 15.690 euro; è disponibile anche in versione ABS (16.290 euro c.i.m.).

 

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