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10 April 2012

MotoGP 2012: Valentino Rossi e la Ducati separati in casa?

Il Mondiale è appena cominciato ma già si parla di divorzio tra il pesarese e la Rossa. Valentino boccia la moto, ma per molti lui dovrebbe dare di più. Le colpe degli scarsi risultati vanno condivise, ma così non si va avanti

Motogp 2012: valentino rossi e la ducati separati in casa?

Dopo la gara d’esordio della MotoGP 2012 in Qatar, a tenere botta non è la vittoria di Lorenzo, non è la salute cagionevole di Stoner… No, in tutto il Mondo la questione che scotta è il matrimonio Rossi/Ducati. Reggerà? È arrivato al capolinea? C’è qualche margine per coltivare una piccola speranza? Il tono dei commenti ormai è questo, come se si aspettasse solo il momento dell’addio ufficiale.

La situazione è difficile, perfino drammatica, sportivamente parlando. Ma è un fatto che tra Vale e la Desmosedici l’amore non sia mai sbocciato, i risultati del 2011 hanno confermato una convivenza a dir poco forzata e i test precampionato del 2012 non hanno mostrato una situazione molto diversa, nonostante le notevolissime modifiche che Filippo Preziosi e i tecnici Ducati hanno fatto sulla moto per seguire le indicazioni (e le esigenze) di Rossi. È (ri)comparso il telaio e la posizione di guida si può modificare più facilmente e in maniera più raffinata, ma contemporaneamente il motore è tornato a 1000 cc e l’erogazione violenta della GP12 è come se vanificasse il lavoro fatto sulla ciclistica. Ora il telaio a Rossi piace un po’ di più, ma non ha feeling con il V4 bolognese, specie nel momento di riprendere il gas in uscita di curva, quando la moto tende ad alzarsi davanti e ad allargare le linee.

Alla fine il cronometro non mente, e Valentino non solo fa registrare distacchi abissali dai primi e posizionamenti in classifica non consoni al suo status di 9 volte iridato, ma spesso nelle graduatorie è sopravanzato dal compagno di team Hayden o addirittura da piloti che usano ancora la penultima versione della Ducati MotoGP (Barbera e Abraham, ad esempio).

Con tutte le formule dubitative che si possono usare, con tutte le dovute attenuanti riguardo alla “giovinezza” della GP12, con tutte le cautele obbligatorie all’inizio della stagione, con tutta la fiducia che si può nutrire nelle capacità sia degli ingegneri sia della manetta di Vale, quello che rimane sono i risultati e le dichiarazioni prima sconfortate e poi pesantissime del pilota. Eccone qualcuna.


Le speranze le abbiamo finite”; “ho pensato anche di tornare ai box e finire lì la gara, non l’ho fatto solo per rispetto ai miei meccanici”; “non avrebbe cambiato molto fare sesto”; “non riesco a guidare, non ho confidenza, non riesco nemmeno a fare la differenza rispetto a Nicky, che comunque dopo avere dato tutto ha preso 28 secondi da Stoner”; “la moto è inguidabile, su qualunque pista ci si trovi, non riesco a inserirla in curva a frenare e neanche si può sperare che cambi tutto con le nuove gomme che porterà la Bridgestone. Non sono difetti che si possono risolvere solo con le regolazioni”; “andiamo anche peggio dello scorso anno”; “Verso la fine ho fatto dei buoni giri con le gomme usate: da una parte è positivo, dall'altra è molto negativo perché non capiamo il motivo”; “io non sono un ingegnere,  purtroppo non ce la faccio a risolvere i problemi da solo”.

 

Inutile dire che queste dichiarazioni sono macigni, per chi vuole leggere tra le righe. Ormai è chiaro che a Vale la moto non piace, e questo sembra fargli passare la voglia di dare quel qualcosa in più che tutti gli abbiamo sempre attribuito. Opinione comune è che Rossi abbia le doti per far scendere i tempi di qualche decimo, ma il pesarese ha detto chiaramente che lottare per il sesto posto non gli interessa, e che non può certo far scendere da solo i tempi di 2 secondi.

In Ducati si ostenta compattezza e Preziosi continua a prendersi le colpe dei mediocri risultati di Vale. Questo come atteggiamento di facciata. Ma sotto sotto la situazione è pesantissima, e i dubbi sul reale impegno di Rossi serpeggiano sempre più. Vedere Hayden e Barbera andare più forte del pesarese fa riflettere, e le bordate mediatiche di Valentino non fanno certo piacere.

Ed ecco che le voci si rincorrono sempre più insistenti e non più provenienti solo dal mare magnum delle varie tifoserie in rete: Vale lascia la Ducati, Rossi e la Rossa sono ad un bivio, o si separano o la moto è di nuovo tutta da rifare; Valentino sta facendo l’impiegato del Motomondiale; Valentino vuole fare un team da solo con moto Yamaha e sponsor Coca Cola, oppure andare con Gresini; Valentino non finirà la stagione e andrà con le auto… Diciamo che la fantasia si spreca.

Se ricordate, però, questo genere di commenti sono uguali a quelli che si sentivano e leggevano l’anno scorso di questi tempi, anzi erano le dichiarazioni di Valentino ad essere meno “cariche”. Oggi invece il pessimismo è a 360°, per la prima volta anche i super tifosi di Vale sembrano decisamente perplessi, e il giocattolo sembra proprio essersi guastato gravemente. Lo testimoniano anche i dati di ascolto della prima gara della MotoGP 2012, che registrano numeri in preoccupante calo (- 1.253.000 spettatori, share giù del 2,69%). Nemmeno i telespettatori sembrano più troppo fiduciosi, come se già si sapesse che “tanto Rossi andrà male, che la guardo a fare la MotoGP?”.

Non saremo certo noi a dire che Rossi è un brocco, sappiamo bene che ogni pilota ha il proprio stile e le proprie esigenze, e andare al limite con una moto da 360 km/h è cosa che si può fare solo se si ha confidenza incondizionata e assoluta nel mezzo. Ora Valentino questa confidenza non ce l’ha e forse non ha più lo slancio per “far finta di nulla”. Ma gli appassionati gli chiedono più grinta, la stessa che - senza dirlo apertamente - gradirebbero anche gli uomini in Ducati; piacerebbe un Rossi più cattivo in pista, più affamato, meno incline alla lamentela e più a dare gas.

Rossi, dal canto suo, non è nuovo ad uscite “severe”, ma finora si era sempre percepita l’intenzione di dare una svegliata alla squadra, di spronare. Oggi la sensazione è che, tra le righe (ma nemmeno tanto “tra”), Rossi voglia semplicemente comunicare che ne ha un po’ piene le scatole.

Nonostante una situazione palesemente deteriorata, noi non smettiamo di credere che questo binomio possa ancora riservare qualche bella sorpresa. Certo che a Rossi dovrebbe (ri)accendersi il sacro fuoco dell’agonismo, mentre Preziosi dovrebbe inventarsi ancora qualcosa in più per avvicinare la GP12 allo stile di Valentino. Se anche solo una di queste due condizioni non dovesse verificarsi, nel migliore dei casi la Ducati veleggerà sempre intorno al sesto posto, nel peggiore… Beh, lo sapete: è stato bello finché è durato (e nemmeno troppo bello).

Ultima considerazione: se tra la Rossa e il pesarese dovesse finire, ne uscirebbero entrambi con le ossa rotte. La moto battezzata come cavallo perdente, in lotta al massimo per le posizioni di rincalzo e incapace di motivare il pilota. Vale come uno che non è stato in grado di replicare alla Ducati quello che gli era perfettamente riuscito in Yamaha. E qualche piccola grande ombra sul suo talento potrebbe scendere anche nei giudizi di chi l’ha sempre sostenuto.

Voi pensate quel che volete di Rossi e della Ducati, noi non possiamo non amare entrambi, e vedere la loro storia finire nella polvere sarebbe una tristezza

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