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07 May 2012

Monza: gomme, meteo e scelte

La domenica di Monza, più che per le vittorie in Stock e Supersport, verrà ricordata per il meteo pazzo e il teatrino di Gara2 in SBK. Una situazione eccezionale non gestita al meglio. L’opinione di Pirelli, del team Effenbert e di Motociclismo

Monza: gomme, meteo e scelte

Quella di domenica 6 maggio 2012 a Monza è stata una giornata schizofrenica. C’erano in programma i campionati per moto derivate di serie, quattro gare di moto più i warm up della mattina. Ma per tutto il week end il meteo non ha dato tregua alla pista brianzola alternando momenti di calma apparente ad altri di diluvio.

Nel migliore dei casi la pista che restava molto bagnata anche senza pioggia minando ogni certezza sulle scelte delle gomme; nel peggiore causava il rinvio o l’annullamento dell’evento in corso. Il rinvio della gara della Stock 600 è stata una scelta obbligata, poiché si corre alle 18 e, in caso di inconvenienti, non c’è il tempo per ricominciare. Ma su come sono state gestite le gare della SBK qualche riflessione si può fare.

Si è assistito ad un balletto di decisioni prese e non prese, ad arroccamenti su posizioni evidentemente abbastanza forti da resistere al dissenso, a ripiegamenti sulle idee della maggioranza anche quando si sarebbe presa un’altra direzione. Gara 1 è stata annullata per motivi di sicurezza. Come hanno detto molti piloti, con la pista asciutta in certi punti e molto bagnata in altri le rain si sarebbero squagliate nei rettilinei asciutti, le slick sarebbero andate da tutte le parti nei tratti bagnati, le intermedie sono… intermedie e avrebbero scontetato tutti. Probabilmente si doveva fare una scelta coraggiosa (nel senso di scartare il materiale più performante in favore di altro più adatto alla situazione ma meno efficace come tempo sul giro), con tutte le incognite del caso. Ma a molti è sembrata un occasione d'oro per evitare di compromettere il campionato con le conseguenze di decisioni azzardate o troppo conservative. Annullare la gara in nome della sicurezza avrebbe portato effetti collaterali (ben conosciuti e calcolati) anche riguardo al fatto sportivo. A questo punto i piloti (ma non tutti) hanno scelto di… non fare una scelta, rinunciando alla gara e costringendo tutti a fare lo stesso. Guarda caso, quelli che avevano interessi di campionato hanno preferito rimanere ai box, gli altri invece volevano correre.

Ovviamente sulla loro sicurezza i piloti sono gli unici a poter decidere, ma il fatto che le altre categorie abbiano corso non è stato considerato argomento interessante. Melandri ha sostenuto la tesi dell’enorme diversità di prestazioni tra le SBK e le Stock o SS e piuttosto che rischiare la vita (perché Monza non perdona) i piloti hanno preferito evitare di verificare se quella tesi fosse corretta, ignorando le indicazioni della Pirelli.

Già, perché la Pirelli (nelle parole del Racing Director Giorgio Barbier) precisa:

Il weekend di Monza è stato sicuramente condizionato dalle condizioni metereologiche molto variabili con sprazzi di tempo sereno, pioggia e addirittura grandine. Per quanto riguarda la Superbike, una precisazione sulla Superpole: Pirelli ha consigliato a team e piloti di utilizzare gli pneumatici intermedi, consiglio questo che però è stato quasi totalmente ignorato dal momento che quasi la totalità dei piloti hanno utilizzato gomme da pioggia, chiaramente questo può essere motivato dal fatto che il tracciato in alcuni punti era totalmente asciutto, in altri era bagnato per via degli alberi che non permettono una rapida asciugatura dell’asfalto. Gli pneumatici da pioggia vanno bene quando lavorano a 50°-60° ma sui due rettilinei, completamente asciutti, hanno ovviamente temperature ben oltre i 200°, cosa che ha provocato la fusione della mescola centrale. Ci tengo a rassicurare tutti: gli pneumatici Pirelli hanno una particolare struttura con cintura di acciaio e quindi non possono assolutamente esplodere. Nella giornata di domenica i piloti delle classi Superstock hanno regolarmente corso, in condizioni addirittura peggiori di quelle che si sono presentate per la Superbike, utilizzando all’anteriore gli pneumatici da pioggia e al posteriore le intermedie o gli pneumatici da gara. In Supersport i piloti hanno regolarmente svolto e terminato la gara utilizzando pneumatici da pioggia. È stato un peccato quindi che, pur avendo i piloti Superbike a disposizione due soluzioni intermedie al posteriore, abbiano aspettato soltanto di utilizzare pneumatici slick. Partita la gara si è comunque visto che si poteva fare una bella corsa anche in quelle condizioni”.

Insomma, secondo la Casa c’erano le condizioni tecniche per correre. In sella ci stanno i piloti, certo, però secondo noi non ci sono solo le due situazioni del "moto ferma o gas a cannone sempre". Bisogna puntare a vincere, ma a volte la sensibilità del pilota fa capire che anche dare anche solo l’80%, e quindi avere la sensazione di andare piano, può portare sia sicurezza che risultati utili in vista di obbiettivi più lontani, come la classifica di campionato. È successo spesso che scelte di gomme azzardate o controcorrente abbiano premiato. Ma in quel caso è stata fatta una scelta, ci si è messi in gioco. Così come hanno fatto i piloti di Supertock e Supersport a Monza

Ieri, invece, le condizioni erano molto incerte e il tempo ha spiazzato la direzione corsa. Come quando ha smesso di diluviare proprio nel momento in cui è stata annullata Gara 1… Probabilmente, con un po’ di fortuna o lungimiranza, aspettando qualche minuto si sarebbe potuto decidere di correre con gomme rain, come consigliato dalla Pirelli. Invece ci si è fatti impressionare (e impressionante lo era) dalle immagini delle auto della direzione gara che procedevano in una nuvola d'acqua nel rettilineo prima della parabolica. Ma in quel momento pioveva di brutto, mentre da lì a pochi minuti avrebbe smesso. Cosa fatta capo ha.

In Gara 2 è bastato un accenno di pioggia per far decidere ai piloti di fermare la gara. Molti non erano d’accordo, come nel caso di Gara 1, ma la maggioranza (o il gruppo delle voci più influenti?) ha deciso. L’idea era forse di attendere, ma la Direzione gara ha sorpreso tutti dichiarando finita la gara. Paolo Ciabatti ha affermato che Gara2 è stata dichiarata valida dopo soli 8 giri (a parte il rispetto formale del regolamento) perché aspettare ancora avrebbe compromesso lo svolgimento delle corse della Stock 600 e della Junior Cup. Legittimo, ma forse il pubblico, in attesa da tutto il giorno dello spettacolo della SBK, sarebbe stato contento di vedere almeno una gara intera. Comprendere e rispettare le decisioni dei piloti - che giocano con la vita, anche se non gliel’ha certo ordinato il dottore - non compensa la delusione né rende la pillola meno amara.

Ci sembra che siano state prese iniziative formalmente motivate ma in realtà parecchio conservative e fin troppo facili. Esoprattutto non condivise, come testimonia il comunicato del team Effenbert Liberty Racing: “La sensazione netta è che la SBK abbia conosciuto oggi uno dei suoi giorni più neri, poco rispetto per il pubblico, per chi come il team Effenbert investe di suo, in generale per la parola sport, nel senso più stretto . È inaccettabile che le decisioni fondamentali siano state prese con una superficialità neppure degna di un campionato monomarca di scooter, una tappa del mondiale SBK in fin dei conti in mano a numero ristrettissimo di team e piloti che si sono impuntati, non si sa bene con quali criteri, per boicottare le manche. Altre categorie, ugualmente titolate, non sarebbero mai incorse in una farsa di tal genere (lo dimostra lo svolgimento delle gare delle altre classi senza incidenti di rilievo e senza capricci ). Questo pensiero, amaro, farà riflettere i vertici del team Effenbert sul proprio futuro racing”.

Bisognerà chiarirsi, perché l’ambiente non ci sembra sereno. Forse nelle gare è sempre stato così, ma non è salutare accorgersi che basterebbe una piccola grande scintilla per far esplodere tutto, facendo emergere contrasti che, fin quando va tutto bene (quindi a generare uno spettacolo che attira tutte le attenzioni), stanno lì a covare sotto la cenere in attesa di scatenare effetti disastrosi.

Chi ama il motociclismo non vuole questo.

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