Meglio manubrio alto o basso? O meglio: una naked sportiva (manubrio alto) può dare del filo da torcere ad una race replica (manubrio basso) in pista? E su strada una nuda è sempre preferibile? Per capirlo, abbiamo messo a confronto due Triumph, la Street Triple R e la Daytona 675. Telaio identico, ciclistica con poche differenze, 176,8 kg di peso per entrambe (anche se la Daytona è più caricata sull'avantreno): per valutare il "fattore manubrio" sono le moto ideali. Il motore è simile: quello della Street è meno evoluto e paga circa 17 CV rispetto alla Daytona (94,4 contro 111,6, le rilevazioni alla ruota) ma la nuda ha rapporti corti che "mettono una pezza" in accelerazione.
Insomma, non esistono due sorelle tanto apprezzate dal mercato, abbordabili come prezzo (11.590 euro la Daytona, 8.990 la Street Triple R) e simili tecnicamente. Tanto più se equipaggiate con i medesimi pneumatici: su entrambe, per la pista, abbiamo montato ottime Bridgestone BT-003 in mescola.
La sfida a cui le abbiamo sottoposte si divide in tre capitoli: pista veloce (Monza), pista lenta (Adria) e strada. Le conclusioni sono un mix fra il verdetto del cronometro e le impressioni dei tester: ben quattro piloti (due professionisti e due amatori) hanno analizzato le fasi di guida in pista (rettilineo, frenata, ingresso in curva e percorrenza). Sul tracciato brianzolo la naked paga mediamente 8 secondi alla carenata (una vita!) mentre su quello veneto i secondi diventano 3. La Street, comunque, su entrambe le piste risulta divertente e a suo agio, una caratteristica più unica che rara fra le naked di media cilindrata. Su strada il manubrio alto è impagabile in ogni frangente; solo in autostrada, la maggior protezione aerodinamica fa preferire la carenata ma basta poco per indolenzire i polsi.