a cura della redazione - 14 December 2016

Gino Borsoi: “In Italia il motociclismo è frenato dai costi e dalla burocrazia”

Quali giovani piloti italiani saranno i futuri campioni nel Motomondiale? Nel 2016 Antonelli, Bagnaia, Baldassarri, Bastianini, Bulega, Dalla Porta, Di Giannantonio, Fenati, Locatelli, Migno e Morbidelli hanno fatto molto bene. Le aspettative per il 2017 sono alte anche per le squadre. VR46 e Gresini sono i top team tricolori, ma c’è tanta Italia anche in squadre estere. Come lo spagnolo Team Aspar, che ha Gino Borsoi come direttore sportivo

alla ricerca di nuovi talenti per il "dopo rossi"

Il tema dello scoprire e coltivare giovani talenti nel Motomondiale è molto attuale e importante, per noi italiani. Dopo un ventennio di dominio in lungo e in largo, cominciato nelle piccole cilindrate e continuato con la migrazione dei nostri migliori piloti in MotoGP, da qualche anno si è fatta sempre più pressante l’esigenza di pensare al “dopo Rossi” e di arginare l’avanzata trionfale del motociclismo spagnolo. A costruire un nuovo vivaio di piloti italiani ha iniziato la Federazione col Team Italia nel 2011, poi sono arrivati i team Moto3 di Gresini e VR46. E i risultati sono cominciati ad arrivare, più coi team “privati” che con la squadra della Federazione (che ha lanciato ragazzi come Fenati, Bagnaia e Locatelli ma dal 2017 si disimpegna dalle gare mondiali).
L’italiano che ha vinto di più in Moto3 nel 2016 è Francesco “Pecco” Bagnaia, in forze al team Aspar di Jorge Martinez. 
 

Italia e spagna unite e vincenti nel team Aspar

Al di là della nazionalità del pilota (che nel 2017 torna a un team italiano, correndo in Moto2 per VR46, la squadra con cui aveva corso nel 2014), c’è un altro importante contributo tricolore nelle vittorie della squadra spagnola: il direttore sportivo è il trevigiano Gino Borsoi, buon pilota a cavallo tra la fine del ‘900 e l’inizio del nuovo millennio reinventatosi prima team manager in proprio e poi dirigente del team Aspar.
Nell’intervista che segue, Borsoi dà la propria opinione dell’esplosione spagnola contrapposta al declino italiano; racconta come il proprio passato agonistico può essere d’aiuto ai giovani piloti della squadra; parla delle differenze nella preparazione atletica tra i piloti di ieri e quelli di oggi ma anche di quelle tra la federazione spagnola e quella italiana…

"IL CEV È A LIVELLO DEL MONDIALE"

© RIPRODUZIONE RISERVATA