Con la datata GS 125 la
Zündapp è
ancora presente nell’affollato settore delle 125 da
Regolarità.
Nonostante la sua linea superata, riesce ad avere ancora un discreto
successo commerciale. I parafanghi sono i Preston Petty americani,
oppure i Sands, in plastica flessibile. Brutto il silenziatore e lo scarico
con paratia di protezione per la gamba destra.
La
GS 125 nell’ultimo allestimento del 1977 ha telaio
doppia culla
continua in tubi d’acciaio con squadrette di rinforzo e collegamento nei
punti critici del telaio.
Il forcellone lavora su boccole elastiche e ha una costolatura inferiore
di rinforzo. I freni a tamburo centrale sono da 150 mm.
Il motore, riveduto e corretto rispetto alle precedenti versioni, ha una
potenza max di 21 CV a 8.500 giri. Vanta l’esclusività del
cilindro
con riporto al nickasil (per la prima volta su di una moto di serie)
che assicura maggior scorrevolezza e durata. Lo scorrevole del cambio ha
il reggispinta della frizione dotato di cuscinetto radiale Durkopp.
Mentre
il settore del fuoristrada nella seconda metà degli anni Settanta conosce
il suo periodo d’oro, una Casa che ha fatto la storia della
specialità
negli anni precedenti decide di disimpegnarsi.
È questo il caso della Zündapp che
nel 1976 ha
ancora in listino
la sua GS 125, una moto
quasi invariata rispetto al modello
presentato nel
1973. Si tratta quindi di una moto
estremamente
tradizionale e di impostazione tranquilla, che non ha nulla da spartire
con le poche Zündapp ufficiali ancora impegnate sui campi di gara. Pochi
gli interventi sul motore che ha un nuovo cilindro con riporto al nickasil,
il
cambio rinforzato, un diverso impianto di scarico ed un nuovo
carburatore Bing da 28 mm.

La
potenza max è di 21 CV a 8.500 giri. Nessun intervento invece a telaio
e ciclistica, ad eccezione della nuova colorazione argento del doppia culla
in tubi d’acciaio, mentre le livree proposte sono: serbatoio verde scuro
o azzurro pastello metallizzato con parafanghi bianchi e serbatoio rosso
con parafanghi in tinta.
Nonostante questo basso porofilo l’
importatore italiano Perere
riesce ancora nel 1976-1977 a produrre discreti volumi di vendita che si
interrompono quando la Casa tedesca decide di sospendere la produzione
dei mezzi fuoristrada per concentrarsi sul più remunerativo settore delle
moto stradali.
Caratteristiche tecniche
Riferite alla versione del 1976
Motore: monocilindrico a 2 tempi raffreddato
ad aria. Alesaggio per corsa 54x54 mm.
Cilindrata totale 123,6 cc.
Rapporto di compressione 11,3:1.
Distribuzione a tre serie di luci.
Potenza max 21 CV a 8.500 giri.
Alimentazione: carburatore Bing da 28 mm.
Miscela al 2%.
Accensione: elettronica Bosch HKZ tipo
RCKP1 6V-35W.
Frizione: multidisco in bagno d’olio.
Cambio: a cinque rapporti.
Telaio: doppia culla continua in tubi d’acciaio.
Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica;
posteriore forcellone oscillante con due ammortizzatori Koni regolabili
(in optional ammortizzatori Marzocchi).
Freni: anteriore e posteriore a tamburo
ø 150 mm.
Ruote: a raggi con cerchi in lega leggera.
Anteriore ø 21”; posteriore ø 18”.
Pneumatici: anteriore 3.00-21; posteriore
3.50-18.
Dimensioni (in mm) e peso:
interasse 1.330,
lunghezza 2.080,
larghezza 915.
Prezzo: 1.058.400 lire.
Note: provata da
Motociclismo sul
numero 4-1976.
Dati rilevati:
Velocità max 108,443 km/h.
Accelerazione 0-400 metri: 17,588 secondi.
Peso a vuoto 92 kg.