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09 January 2004

Z750 vs Hornet 600

Kawasaki vs Honda: guerra aperta

"carte in regola"


Con la nuova Z750 l’intento dichiarato di Kawasaki è di sottrarre quote di mercato alla vendutissima Honda Hornet 600. Per farlo mette in campo prestazioni superiori, doti dinamiche di primo piano ed un prezzo davvero invitante.

Chi oggi volesse comprare una naked di media cilindrata ed avesse a disposizione circa 8000 euro può comprare diverse belle moto: Honda Hornet 600, il best-seller da diversi anni (7.610 euro, 4 cilindri, 96,6 CV), Suzuki SV 650, uno dei modelli di maggior successo della casa di Hamamatsu (7.103 euro, bicilindrica, 70 CV), Triumph Speed Four, l’altra “Speed” (8.100 euro, 4 cilindri, 98 CV) ed infine la Ducati Monster 620, l’inossidabile naked di Borgo Panigale (7.495 euro, bicilindrica, 60 CV).

Da quest’anno, ed in attesa della Yamaha FZ6 della medesima cilindrata, la vendutissima Hornet 600 ha una temibile antagonista: è la Kawasaki Z750, 4 cilindri da 110 CV offerta a 7.470 euro.
Le abbiamo messe a confronto per capire se la nuova arrivata ha i “numeri” per impensierire la leadership di mercato della Hornet.

La nuova naked di Akashi ha come punti di forza gli stessi che hanno decretato il successo della Hornet, offrendo qualcosa in più dal punto di vista della tecnica e delle prestazioni (ad un prezzo inferiore). Innanzitutto la cilindrata: un moderno propulsore raffreddato a liquido, con 16 valvole ed iniezione elettronica da 750 cc anziché 600. Significa più potenza, ma soprattutto più coppia, ad un numero inferiore di giri. Per la precisione, abbiamo rilevato alla ruota 83,49 CV a 11.750 giri per la Hornet e 100,60 CV a 10.750 giri per la Z750.

Una bella differenza, ben 17 i CV di vantaggio per la Kawasaki ed il confronto diventa ancor più interessante parlando di coppia, sempre rilevata alla ruota: la Hornet ha fatto registrare 5,91 kgm a 9.500 giri, la Z750 ben 7,23 kgm a 8.000 giri, cioè 1,32 kgm in più a 1.500 giri in meno.
Nella guida su strada questo dato si traduce in una ripresa vigorosa anche con le marce alte, in maggior vigore in uscita dalle curve, soprattutto viaggiando in coppia e quindi nella possibilità di tenere un’andatura allegra senza “tirare il collo” al motore.

Non fraintendeteci, non stiamo “demolendo” le virtù della Hornet che per la sua cilindrata è una moto fantastica, vogliamo solo dire che quanto ad originalità estetica e prestazioni, per di più ad un prezzo di poco inferiore, la Kawasaki Z750 può veramente instillare il dubbio in chi si appresti a spendere circa 7.500 euro per una media naked.
Analizziamo le due contendenti nel dettaglio e, soprattutto, scopriamo come vanno.

Carattere



Questo tipo di moto, acquistate soprattutto da ragazzi e ragazze nella fascia di età 20-30 anni,  non si comprano tanto con la ragione quanto con il cuore, devono quindi, soprattutto, essere belle ed andare forte. La Hornet 600 e la Z750, di sicuro sono belle ma possono andare anche molto forte.
La linea della Z750 è ripresa dalla Z1000, la sorella di maggior cubatura che ha avuto un buon successo di vendite. Le differenze sono minime ma la più evidente è senz’altro lo scarico 4-in-1 sul lato destro con silenziatore ovale.

Le linee delle sovrastrutture, protese in avanti, il grintoso cupolino (con strumentazione minimalista nelle dimensioni ma completa) e lo smilzo codino “all’insù” conferiscono grande aggressività all’aspetto della Z750. La Hornet è altrettanto bella ma per motivi diversi. Il faro tondo, la strumentazione di impostazione classica, il contrasto tra il gibboso serbatoio e l’affilato codino ma, soprattutto, per il caratteristico terminale di scarico rialzato.
Non c’è da meravigliarsi se la Hornet è un best-seller, è bella e va veramente bene. In considerazione del prezzo d’acquisto è difficile trovarle veri difetti.

Le differenze nell’indole delle due naked traspare da alcuni particolari. La Honda ha una morbida sella in pezzo unico, il maniglione per il passeggero e pedane per quest’ultimo ancorate agli stessi supporti di quelle del pilota, inoltre sono ricoperte da uno strato in gomma.
Il codino della Z750 è lo stesso della ZX-6R, quindi “strapuntino” per il passeggero che poggia i piedi su esili pedane con supporti dedicati ma prive di rivestimento antiscivolo, inoltre deve necessariamente reggersi al pilota poiché non sono previste maniglie.

Nonostante questo la propensione al turismo non vede necessariamente in vantaggio la Hornet. Innanzitutto il motore, più dotato in fatto di coppia, permette sulla Z750 un uso meno frequente del cambio. Il piccolo cupolino, ben conformato, devia l’aria dal busto del pilota fino a velocità codice, mentre sulla Hornet si è del tutto esposti.
Lo scarico alto della Hornet, molto bello, cede qualcosa in termini di praticità perché rende asimmetrici i fianchi del codone riducendo la comodità dell’eventuale installazione di borse laterali morbide (con quella destra che può anche surriscaldarsi). Inoltre diversi utenti lamentano il ritorno dei gas di scarico sulla schiena del passeggero (o del pilota se viaggia a solo) con conseguente “aromatizzazione” degli indumenti.

Entrambe hanno i piolini per il fissaggio del bagaglio, sulla Z750 sono sotto al codino, sulla Hornet sono a scomparsa, alloggiati nella parte nascosta della sella. Ridotta per entrambe la capacità di carico nel vano sottesella, con un piccolo vantaggio per quello della Kawasaki, di forma più regolare.
La Honda primeggia in fatto di vibrazioni, più contenute a tutti i regimi sia sul manubrio che alle pedane.

In sella



Per quanto riguarda la posizione di guida ci sono alcune differenze. Sulla Honda, nonostante una posizione di guida molto comoda, si sta più piegati in avanti con la schiena pur senza gravare troppo sui polsi perché si è seduti più in basso rispetto alla Z750. Su quest’ultima le braccia stanno maggiormente flesse perché il manubrio è più vicino al pilota e così anche la schiena sta più dritta. Sulla Kawasaki il manubrio è più largo ed anche la distanza tra le pedane è maggiore, costringendo il pilota ad una posizione delle gambe maggiormente divaricata, laddove sulla Hornet è grande invece la sensazione di compattezza.

Il capiente serbatoio della Z750 (18 litri contro i 17 della Hornet) enfatizza inoltre la sensazione di larghezza perché ha incavi per le ginocchia poco pronunciati.
La distanza sella-pedane è simile, e confortevole, su entrambe le moto ma la maggiore altezza da terra della sella sulla Kawasaki le conferisce maggiore luce a terra nelle pieghe più accentuate. La sella della Hornet è più cedevole e quindi poco affaticante per i glutei, mentre sulla Z750 è dura e scivolosa come sulle vere sportive.

In tema di sospensioni segnaliamo per entrambe le moto forcelle non regolabili che nelle staccate più decise o sulle asperità più pronunciate denunciano qualche limite. Il monoammortizzatore della Z750, regolabile nel precarico e nell’idraulica in estensione, lavora per mezzo di leveraggi progressivi, a differenza di quello della Hornet vincolato direttamente al forcellone e con la sola regolazione del precarico.

Il primo equipaggiamento di pneumatici delle due moto in prova era composto da Dunlop D207 per la Hornet e Bridgestone BT012 per la Z750, entrambe valide e garanti di un buon grip. In particolare sulla Hornet il profilo appuntito del pneumatico anteriore ha enfatizzato la notevole agilità della naked Honda, dovuta a interasse e avancorsa inferiori rispetto alla Kawasaki. Sui percorsi con curve strette in rapida successione la Hornet è una vera bicicletta mentre sul veloce rende qualcosa in termini di rigore e solidità alla Z750, davvero rassicurante in questi frangenti.

La frenata è caratterizzata dal diverso rendimento dei due impianti.
Fermo restando l’ottimo rendimento delle unità posteriori con dischi da 220 mm, l’avantreno può contare su dischi da 296 mm con pinze Nissin sulla Honda e dischi da 300 mm con pinze Tokico sulla Kawasaki. L’azione frenante sulla Z750 è molto modulabile e tutt’altro che aggressiva nella prima parte di escursione, ma quando si agisce con decisione sulla leva ci si aspetterebbe maggiore mordente. Ottimo invece il rendimento dell’impianto della Hornet, modulabile nell’uso normale ed aggressivo quando serve.
Sotto il profilo delle dotazioni e delle finiture la Hornet appare meno curata della Z750. La leva della frizione non è regolabile e nel complesso i comandi appaiono meno curati rispetto alla rivale.

Prestazioni



Il carattere dei due motori è ben definito. Il propulsore di 600 cc della Hornet deriva da quello della CBR 600 del 1998. E’ alimentato a carburatori con uno speciale sensore che taglia l’alimentazione quando non scocca la scintilla delle candele (ad esempio per l’intervento del limitatore di giri), per evitare di danneggiare il catalizzatore. L’erogazione della potenza è sempre omogenea, salvo un paio di leggere flessioni a 5.000 e 8.000 giri.

Il 750 della nuova naked Kawasaki deriva da quello della Z1000, al quale è stato ridotto l’alesaggio da 77,2 mm a 68,4 mm a parità di corsa. E’ alimentato ad iniezione elettronica e sale di giri in maniera vivace e corposa a partire da qualsiasi regime. Oltre alla buona potenza è ricco di coppia, tanto che in ripresa, grazie anche alla rapportatura finale più corta (un dente di corona in più e uno di pignone in meno) primeggia sulla sorella di maggiore cubatura di ben 1”3 decimi, con una prestazione in accelerazione peggiore di soli 2 decimi.

La Z750 primeggia di poco sulla Hornet in accelerazione (mezzo secondo in meno sui 400 metri da fermo) mentre in ripresa fa valere la maggiore cilindrata rifilandole ben 2 secondi, sui 400 metri in sesta marcia, con una velocità di uscita di oltre 170 km/h.
La velocità massima da noi rilevata è stata di 231 km/h per la Hornet e di 232 km/h per la Z750.
Frizione
e cambio funzionano egregiamente su entrambe le naked della comparativa, con comandi morbidi e precisi in tutte le situazioni.
Dove la nuova naked Kawasaki ci ha sorpresi è nei consumi.
Nell’extraurbano sfiora i 20 km/l, supera i 17 km/l nel ciclo urbano ed a velocità costante di 130 km/h supera i 19 km/l !
Buoni anche i consumi della Hornet ma sempre peggiori di un paio di km/l rispetto alla Z750, soprattutto in autostrada dove la naked Honda paga la scarsa penetrazione aerodinamica.

In conclusione, se la Z750 saprà conquistare il cuore degli italiani lo sapremo solo tra qualche mese, quando il numero delle immatricolazioni avrà una certa consistenza. Per ora possiamo affermare che la Hornet ha per la prima volta una concorrente diretta, se non per la cilindrata senz’altro per prezzo e prestazioni, potenzialmente in grado di sottrarre quote di mercato alla celeberrima “hornettina”.
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