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19 January 2009

Yamaha YZF-R1 2009: quattro cilindri che si guidano come due, grazie a scoppi irregolari e nuova erogazione

Sul circuito di Eastern Creek (Australia) il nostro tester ha provato la nuova supersportiva Yamaha R1, con il motore a scoppi irregolari. La moto rispetto al passato cambia moltissimo nell’erogazione: va guidata come una bicilindrica, perché in uscita di curva la spinta arriva subito, ma mantiene l’allungo delle 4 cilindri, con 270 km/h a 14.500 giri in quarta.

Yamaha yzf-r1 2009: quattro cilindri che si guidano come due, grazie a scoppi irregolari e nuova erogazione




Eastern Creek (Australia) 18 gennaio 2009
– Abbiamo provato la Yamaha YZF-R1 2009, che cambia rispetto al passato prima di tutto per le caratteristiche del motore. Ha gli scoppi irregolari, e sono stati rivoluzionati la qualità e il tipo di erogazione: la R1 va guidata come una bicilindrica supersportiva, quindi con traiettorie molto rotonde e curve affrontate sempre con una marcia in più di quella che, sulle prime, sembra la più indicata. La R1 2009 è la prima 4 cilindri ha la stessa spinta e lo stesso sound di un bicilindrico, ai medi regimi soffia e prende giri come un V4, e a quota limitatore e allunga come, e forse più di tutti i 4 in linea giapponesi. La spinta poderosa ai bassi aiuta se, fuori dalla curva, si presenta un cambio di direzione, anziché un rettilineo: i vantaggi della “marcia lunga” sono ancora maggiori e favoriscono la velocità di esecuzione delle manovre.

Da 1.000 a 6.000 giri la risposta al gas è un filo più brusca che in passato, ma robusta e vigorosa come quella dei migliori bicilindrici. Tra 6.000 e 10.000 giri il motore perde la voce grossa e sostituisce il suo bicilindrico virtuale con un V4 che inizia a soffiare, un po’ come se la moto avesse il turbo. Il motore ha tanta spinta e lo si avverte soprattutto in uscita di curva, dove dà tutto subito come una supersportiva bicilindrica, ma anche per la ruota anteriore che tende a sollevarsi da terra a ogni cambio marcia (200 km/h tra le seconda e la terza). Se la R1 somiglia ad una due cilindri ai bassi regimi, non smentisce la sua natura di 4 cilindri nell’allungo: sul breve rettilineo di Eastern Creek ha fatto indicare allo strumento 270 km/h in quarta marcia a 14.500 giri.

La centralina (D-mode) è a mappatura variabile e assiste il pilota: in configurazione B la moto è facile, adatta ai neofiti e a chi gira in circuito con gomme stradali; nella modalità Standard, il motore spinge bene per l’uso sportivo; in configurazione A, quella più racing, la risposta al gas si fa brusca ed è difficile da apprezzare anche per un pilota professionista. Oltre alla possibilità di selezionare le mappe, l’elettronica prevede: condotti di aspirazione a lunghezza variabile (YCC-I) e corpi farfallati azionati tramite servomotore (YCC-T). Sulla versione 2009, l’aspirazione prende l’aria direttamente dalle bocche integrate nei fanali anteriori e lo scarico diventa 4-2-1-2. I valori di coppia massima e potenza massima dichiarati sono: 182 CV e 11,8 kgm.

La moto pesa molto. Lo si avverte sia nei cambi di traiettoria sia in staccata, in questa fase nel punto più difficile del circuito, un paio di volte, la gomma davanti ha accennato il bloccaggio. In compenso la R1 ha un nuovo telaietto reggisella in magnesio ed il forcellone è stato alleggerito.

Il prezzo è grande come la spinta: per avere la R1 2009 bisogna spendere 16.200 euro indicativi chiavi in mano.
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