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Yamaha YZ250F 2014: saltone di qualità

La MX2 di casa Iwata gira… la testa e cambia il mondo. Anche la piccolina si trasforma e si allinea al layout della 450 e in pista si fa apprezzare dopo pochi giri. Arriverà a fine ottobre a un prezzo da definire

Yamaha yz250f 2014: saltone di qualità

Era la più “brutta” del reame, ormai l’ultima della categoria a montare ancora il carburatore. Un progetto vecchio e stanco che a stento reggeva il confronto con la concorrenza. Ma è bastato un tocco di bacchetta magica degli ingegneri Yamaha e la YZ250F è diventata in un sol colpo la più moderna e innovativa MX2 del mercato. L’evoluzione si legge rivoluzione, con un cambiamento radicale che la porta a condividere la piattaforma costruttiva con la sorella maggiore 450 (qui la presentazione delle novità cross Yamaha 2014) con cui oggi mescola il DNA. Arriva, così, anche per lei la testa girata, l’iniezione elettronica con corpo farfallato da 44 mm e iniettore a doppia spruzzata, il nuovo telaio perimetrale in alluminio, il collettore di scarico “a sciarpa” che compie il perimetro della testa prima di incontrare il terminale e tutti gli aggiornamenti relativi a questo progetto, come il serbatoio sotto la sella (con pompa della benzina alle spalle del monoammortizzatore) e tappo a scomparsa nella gomma, la cassa filtro nella zona del cannotto, le 4 valvole (la YZ250F era l’ultima del segmento off road di Yamaha a montare il motore V5) e soprattutto il carter umido che ha permesso di eliminare il serbatoio dell’olio esterno, guadagnando in volumi del motore. Obiettivo, centralizzare masse e sfruttare l’incremento di potenza, oltre all’intervento dell’elettronica molto sensibile in questo motore. Le sospensioni restano Kayaba con ammortizzazione a molla e non ad aria come nel caso di Honda e Kawasaki, con la tradizionale forcella da 48 mm.

 

ADATTA A TUTTI, GENTILE, GESTIBILE

Il primo assaggio lo abbiamo avuto in Francia, sulla pista di Vincy Manoeuvre, un continuo saliscendi a tratti molto veloce e con terreno molto duro. La prima impressione è che la moto abbia fatto il salto di qualità che ci aspettavamo e che le permette di essere in assoluta competizione con il resto della gamma. Dal vivo è molto ben realizzata, sebbene la decisa evoluzione (anche estetica) la porti a essere una moto molto soggettiva. Il feeling trasmesso non è del tutto immediato, ma trattandosi di un modello molto complesso, ce lo aspettavamo. Basta poco, però, per entrare in confidenza e apprezzarne le qualità che sono certamente una ottima stabilità e una discreta facilità di guida. La senti frullare molto, il motore gira senza però essere mai troppo aggressivo, è molto fluido e gentile. Nella configurazione standard (l’elettronica oggi permette di modificare il comportamento quasi in toto) dimostra di avere un buono spunto ai bassi regimi e un concreto allungo (anche se non a livello delle più potenti di categoria), mentre manca un po’ ai medi regimi, quella che in gergo si chiama “schiena” e che spesso si sfrutta nei tratti più guidati. Essendo una 250, preferisce sempre la marcia giusta, perché altrimenti richiede l’aiuto della frizione. La prima è molto molto corta, così si utilizza tanto la seconda marcia (abbastanza distesa) e la terza per molte situazioni. Il bilanciamento è ottimo, così come la distribuzione dei pesi che la rendono controllabile in aria e da metà curva in poi, mentre in ingresso paga un po’ di maneggevolezza, dovuto anche a un anteriore “imponente”. Le sospensioni sono adatte a un utilizzo medio alto, anche se si paga qualcosa con il monoammortizzatore un po’ morbido, mentre la scorrevolezza della forcella è nella media. Durante il test abbiamo aperto un po’ la compressione davanti e chiuso quella del mono, traendo da subito molti benefici. I freni sono molto molto modulabili, pur non brillando in potenza. In generale è una moto adatta a tutti, gentile, gestibile, molto bella quando tira fuori i suoi punti di forza. Peccato solo che per averla ci sia da aspettare un po’, perché prima di fine ottobre non la vedremo in pista!

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