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Non vinse la Dakar, ma diventò un mito: la storia della prima Ténéré

Yamaha XT600Z Ténéré, una moto di serie pronto-deserto. Il motore era quello della XT550, con l’alesaggio e la corsa della TT600. La ciclistica era molto più evoluta, e a catalizzare l’attenzione c’era lui, il famoso serbatoio a palla da 30 litri in acciaio. Ripercorriamo la storia di questo modello diventato un mito

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Yamaha XT600Z Ténéré 

Per capire perché la prima Ténéré, presentata nel 1982, ebbe un impatto devastante bisogna inquadrare il contesto storico. Erano gli anni 80, era esplosa la mania per l’avventura, i corsi di sopravvivenza, il Camel Trophy, quelle cose lì. In campo motociclistico, la scintilla era stata accesa da Honda anni prima, nel 1962 quando, per promuovere la sua scrambler CL72 bicilindrica di 250 cc, la lanciò in una traversata no-stop della penisola della Baja California, in Messico: 1.500 km di sterrati in 40 ore. Da quell’impresa nacque la Baja 1000 che, ancora oggi, è considerata una delle gare nel deserto più importanti del Mondo e che ha fatto da matrice anche per i rally africani. Gli europei, infatti, pensarono che una cosa simile avrebbe potuto essere ancora più interessante se disputata in Africa, su gare di più giorni, dove orientarsi con il road-book.

La più eclatante di queste gare fu la Abijan-Nizza, disputatasi nel 1976 e nel ’77. Al via della prima edizione i partecipanti dovevano scegliere se usare moto da regolarità a due tempi, eccellenti di ciclistica ma delicate di motore, o moto da strada modificate. Si vide di tutto, compresa la MBK 350 stradale tre cilindri a due tempi guidata da Louvel. In realtà esistevano già le cosiddette “dual sport”, moto concepite per andare sia su asfalto sia in fuoristrada, come le Honda SL/XL 250/350 a 4 tempi, la Suzuki TS400 a 2 tempi e la Yamaha DT400 a 2 tempi. Ma a far diventare popolare questa categoria in tutto il Mondo fu la Yamaha XT500 a 4 tempi del ‘76, che dominò la Abijan-Nizza del ’77, ed è stata prodotta fino al 1988. Mentre la Abijan-Nizza ispirò Thierry Sabine, che inventò la Paris-Dakar. In pratica, la XT500 e la Dakar nacquero quasi insieme e fecero segnare una svolta nel motociclismo.

Di colpo, tutti smaniavano per andare nel deserto con una grossa monocilindrica. Honda, Suzuki e BMW si accodarono subito alla Yamaha. Tra le mono, la guerra era feroce: la Yamaha XT500 venne “attaccata” dalla Honda XL500S e dalla Suzuki DR400S; e nel 1981 lo scontro venne portato avanti con la XL500R, la DR500S e la XT550. Arrivavano anche le corsaiole Honda XR500R e Yamaha TT600. L’assurdità di queste moto era che promettevano imprese epiche nel Sahara, ma uscivano con serbatoi da 10 litri. Dopo 150 km al massimo erano già in riserva e gli appassionati erano costretti a girare con taniche legate insieme ai bagagli. La prima a produrre una moto con serbatoione è stata la Honda, con le XL250/500R Paris-Dakar: 20 litri e colori rosso-biancoblu, come le moto da rally ufficiali. Non se ne accorse quasi nessuno, Honda le presentò in sordina.

Arriva la Ténéré

Ben diverso fu l’impatto della Yamaha XT600Z Ténéré. Era una moto di serie pronto deserto. Il motore era quello della XT550 (testa monoalbero 4 valvole, doppio carburatore di cui uno piccolo e a depressione, camicia cilindro in ghisa per “facili” riparazioni, impianto elettrico a 12 Volt, cambio “robusto”) con l’alesaggio e la corsa della TT600. La ciclistica era molto più evoluta di quella della XT550 e riprendeva lo schema delle sospensioni della TT600, con meno corsa alla ruota, ma con valori comunque notevoli per una enduro stradale (255 mm per la forcella, 235 mm per il retrotreno). Cerchi 21”-18”, avviamento solo a pedale. Ma a catalizzare l’attenzione c’era lui, il famoso serbatoio a palla da 30 litri in acciaio. Anche la mascherina del faro e il parafango anteriore riprendevano quelle linee tondeggianti. Circa 38 CV alla ruota a 6.250 giri/min, peso 143 kg, contro i 37 CV e 136 kg della XT550.

Ovviamente ci fu la ricaduta dakariana, anche se la Ténéré 600 che corse era inizialmente una TT600 travestita e poi un prototipo realizzato ad hoc da 660 e 690 cc. Non vinse mai quella gara. L’XT500 ha vinto le prime due edizioni, la Super Ténéré 750 ne ha vinte sette, ma la mitica 600 non ce l’ha mai fatta. Poco male, è entrata nel mito lo stesso. La prima serie aveva una gran trazione, un’erogazione dolce e sospensioni che copiavano tutto, morbide morbide, ma il serbatoio costringeva a stare con le gambe aperte e la postura arretrata. Sui salitoni ripidi era facile che l’avantreno si alzasse. Con la seconda serie, 3 anni dopo, si ricercò una posizione di guida più avanzata, a scapito del serbatoio che, adesso, era più piccolo (23 litri), spostato verso il basso e dotato di pompa a depressione, perché parte della benzina era sotto al carburatore. L’avviamento elettrico era meno macho, ma tanto più comodo. Il peso però era salito a 160 kg.

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Yamaha XT600Z Ténéré 

Le successive serie della Ténéré l’han resa sempre più adatta al turismo stradale, sempre meno fuoristradistica e con un sex appeal sempre minore. A guardarle adesso, però, hanno tutte il loro perché, compresa la 660 a iniezione che è uscita di scena per fare posto alla neonata 700. Sarà alla loro altezza?

1/28 Yamaha Ténéré 700 2019
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