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Type 7X: una scrambler fuori dal coro

Yamaha SR500 scrambler special: Type7X by Auto Fabrica: semplice eppure curatissima, racconta qualcosa di diverso e ci insegna a non seguire le mode, ma ad interpretarle con gusto e fantasia
1/12 Yamaha SR500 scrambler special: Type7X by Auto Fabrica: elegante, con colori sobri e classici, non scontati, e superfici satinate

Basta special tutte uguali!

Tante volte ho ribadito, sulle pagine di motociclismo.it, che parecchie special oggigiorno sono tutte uguali, banali, insipide. Qualcuno ha tracciato una via e tutti gli altri dietro, come pecoroni, a seguirlo. Prendete le scrambler: esistevano negli anni Sessanta, qualcuno ha provato a ripescarle all’inizio del nuovo Millennio e adesso spopolano. Quasi tutte le grandi Case europee ne hanno almeno una a catalogo, i Giapponesi ci stanno arrivando e nel sottobosco delle special… Beh, qui non si contano più. Chi s’è ritrovato un catorcio in garage lo riesuma e lo trasforma in scrambler, spesso senza neppure sapere da che parte iniziare, senza un minimo di background e cultura custom. E poi pretende di avere tra le mani il Sacro Graal delle special, quando in realtà è solo un’accozzaglia di metallo e plastica uguale a tante altre. Mi vengono in mente le parole di Giuseppe Carucci, CEO di South Garage, in un’intervista di quattro mesi fa: “Chiunque abbia una custom elaborata si sente figo. Ma quando tutti avranno una special, sarà davvero figo solo chi avrà una moto veramente bella e ben fatta”. Concordo.

A The Bike Field è premiata la fantasia

La special di Elvis Brunetti su base Triumph Thruxton: è la vincitrice di The Bike Field 2017 Spring Edition
La recente edizione primaverile di The Bike Field ha messo in mostra proprio questo: tante special fatte in garage, provenienti da tutta Italia. Passione a badilate. Qualità altalenante (ma si capisce, se le moto sono realizzate con poca spesa e zero attrezzi). Idee belle: molte. Alcune di queste special le rivedremo ad altri contest, magari anche tra qualche anno. Non finiranno nell’oblio (intanto ammiratele di nuovo in questa gallery). Mi auguro che tutte crescano, vengano modificate, migliorate ancora, così come deve essere una vera special, in metamorfosi perpetua. Ma partire subito con l’idea giusta, per uscire dal coro e tracciare una nuova via, non è facile. Il vincitore del nostro contest, Elvis Brunetti (che rivedremo a Monza il 20-21 maggio, in occasione di The Reunion) ha portato a casa il primo premio proprio perché ha inventato qualcosa di diverso. E lo ha fatto con gusto e perizia. Non ha elaborato uno stile mai visto - quello delle café racer è in voga da almeno mezzo secolo – ma lo ha interpretato con estro e personalità. Ecco: senza esagerare né scivolare nel pacchiano ha dato un volto nuovo ad un tema già battuto da altri. E lo ha fatto curando i dettagli.

La vera bellezza risiede nel dettaglio

Una palpebra di alluminio che protegge la coscia del pilota dal calore del collettore, abbracciandolo e aggrappandosi al serbatoio
Lo scrittore e poeta francese Théophile Gautier diceva (nell’800, ma è valido anche oggi) che “l’arte è la bellezza, l’invenzione perpetua dei dettagli (…), la cura attenta nell’esecuzione”. Ed è proprio questo che ricerco nelle special, quelle che ammiro di più, quelle che vorrei essere in grado di concepire e costruire, quelle che vi propongo sulle pagine del nostro sito e della rivista. Recentemente sono incappato in una bella scrambler di Auto Fabrica (www.autofabrica.com). Ma come, ancora scrambler? Codognola, non hai appena detto che ne hai piene le scatole? Esatto, non rinnego. Ma gli inglesi (Auto Fabrica ha sede nell’Essex) hanno saputo curare la loro Type 7X fino nel più piccolo dettaglio, sfornando non una banale scrambler, ma qualcosa che ne reinterpreta il tema in maniera originale – e magistrale, lasciatemi dire (guardate le foto). È compatta, come una scrambler deve essere, tanto che il motore monocilindrico della Yamaha SR500 sembra un turrito milledue. È proporzionata, con addosso solo quello che serve e niente più. È elegante, con colori sobri e classici, non scontati, e superfici satinate. È funzionale, perché la sella piatta non è di quelle inutili e spesse come una sottiletta che vanno di moda adesso, ma è imbottita il giusto. E poi ha qualcosa che la distingue. L’idea di mettere una presa d’aria dinamica nel serbatoio di foggia classica è tanto semplice quanto geniale. E che dire di quella palpebra di alluminio che protegge la coscia del pilota dal calore del collettore, abbracciandolo e aggrappandosi al serbatoio con la delicatezza di un foglio che scivola sul metallo? Pura poesia materica.

Concludendo: sperimentate!

Ormai siete abituati ai miei panegirici. Se vi annoiano, vi sarete già fermati al primo paragrafo. Se invece siete arrivati sino a qui, allora permettetemi di lasciarvi con un consiglio: fatevi ispirare, ma non copiate. Guardatevi intorno e lasciate galoppare la fantasia, pescate un po’ qua, un po’ là e poi mescolate. Se esce una schifezza, ricominciate. Fatelo per gioco, per passione, per professione; come vi pare. Ma customizzate!
La vista lato sinistro esalta la compattezza e l'essenzialità. Notare la sella piatta ma ottimamente rifinita e... imbottita, non come su altre special in cui la sella è di fatto inutile!

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