Lo scrittore e poeta francese Théophile Gautier diceva (nell’800, ma è valido anche oggi) che “
l’arte è la bellezza, l’invenzione perpetua dei dettagli (…), la cura attenta nell’esecuzione”. Ed è proprio questo che ricerco nelle special, quelle che ammiro di più, quelle che vorrei essere in grado di concepire e costruire, quelle che vi propongo sulle pagine del nostro sito e della rivista. Recentemente sono incappato in una bella scrambler di Auto Fabrica (
www.autofabrica.com). Ma come, ancora scrambler? Codognola, non hai appena detto che ne hai piene le scatole? Esatto, non rinnego. Ma gli inglesi (Auto Fabrica ha sede nell’Essex) hanno saputo curare la loro Type 7X fino nel più piccolo dettaglio, sfornando non una banale scrambler, ma qualcosa che ne reinterpreta il tema in maniera originale – e magistrale, lasciatemi dire (
guardate le foto). È compatta, come una scrambler deve essere, tanto che il motore monocilindrico della Yamaha SR500 sembra un turrito milledue. È proporzionata, con addosso solo quello che serve e niente più. È elegante, con colori sobri e classici, non scontati, e superfici satinate. È funzionale, perché la sella piatta non è di quelle inutili e spesse come una sottiletta che vanno di moda adesso, ma è imbottita il giusto. E poi ha qualcosa che la distingue. L’idea di mettere una presa d’aria dinamica nel serbatoio di foggia classica è tanto semplice quanto geniale. E che dire di quella palpebra di alluminio che protegge la coscia del pilota dal calore del collettore, abbracciandolo e aggrappandosi al serbatoio con la delicatezza di un foglio che scivola sul metallo? Pura poesia materica.