L’idea di JvB-moto era quella di trasformare il modello di serie in una dragster radicale, contaminata dal concetto di Café Racer, mantenendo un design in grado di esprimere “la forza” della moto. La linea cambia radicalmente, la VMax si trasforma da una muscle bike dalle linee custom ad una dragster sportiva con una grafica basata sulla livrea delle Yamaha che nel 1985 (anno della prima VMax) gareggiavano in classe regina. Il parafango, in alluminio, trova posto sotto ad uno dei “marchi di fabbrica” di JvB-Moto: il gruppo del faro anteriore incastonato tra gli steli della forcella. Per un tocco di sportività, il manubrio cede il posto a due semi manubri (con frecce integrate) che fanno da contorno ad un contagiri da dragster. Airbox e impianto elettrico sono stati completamente modificati e trovano spazio sotto alla cover del serbatoio; quest’ultima è dotata di prese d’aria ricavate da elementi originali in alluminio del VMax anni ’80. Il vero serbatoio trova posto sotto la sella. Il telaietto posteriore è realizzato a mano, in alluminio, e sorregge il codone in carbonio, anch’esso realizzato dai ragazzi di JvB-Moto. Il motore è il V4 da 1.669 cc da 200 CV del modello di serie, ma l’impianto di scarico è stato completamente modificato con un sistema 4 in 1, alla sua estremità è presente una marmitta Termignoni. Qui sotto un video che vi illustra le fasi della trasformazione.