Tutta nuova
Si chiama (quasi) come prima, ma della
vecchia versione non ha nulla. Telaio, motore e ciclistica sono nuovi,
le prestazioni ottime ed il prezzo invitante. Nei primi mesi del 2004 arriverà
anche la versione naked, per ora godiamoci questa appagante
semicarenata.
La vecchia Fazer 600 piaceva tantissimo.
In Italia è stata surclassata nelle vendite dalla Honda Hornet ma nel resto
d’Europa, soprattutto nei paesi “non
latini”, è tra le medie
più richieste, addirittura la più venduta in Gran Bretagna, Francia
e Olanda.
Ma come volumi di vendita, il Paese degli scooter e delle sportive
(l’Italia
appunto) è un mercato importante per tutte le case che spesso
producono
o rinnovano i loro modelli di punta proprio con un occhio di riguardo al
Belpaese.
E’ quanto ha fatto Yamaha con le nuove FZ6, finalmente nelle due
versioni naked e Fazer. La prima arriverà nella prima metà del 2004,
la Fazer è già in vendita e noi, ovviamente, l’abbiamo
provata.
Ve lo diciamo subito: da guidare è una favola! Eravamo già rimasti
favorevolmente impressionati durante il test sulle strade del Tirolo, e
la prova completa, compresi i rilevamenti strumentali, conferma le sensazioni
emerse durante la prima presa di contatto.
Bella "dentro"
L’estetica è un riuscito mix tra sportività ed eleganza.
Il doppio
faro molto “accigliato” le dona grinta,
il muscoloso serbatoio
movimenta la zona mediana ed il codone integra perfettamente i
maniglioni,
il gruppo ottico posteriore e l’aggressivo, seppur non originalissimo,
doppio scarico sottosella.
Quando poi l’occhio “cade” sulla parte tecnica trova il
bellissimo telaio
in alluminio pressofuso degno di una performante supersportiva, il
compatto 4 cilindri in linea di derivazione R6 ed i bei cerchi
a 5 razze “gommati” con sportive coperture nelle misure
120/70
e 180/55. L’unica nota stonata arriva dal forcellone, di
aspetto
povero e poco curato. Del resto non si possono chiedere
“miracoli”:
la nuova Fazer è in listino a 7.790 euro, un prezzo concorrenziale
e con il quale ci si porta a casa una moto adatta al turismo, anche
a lungo raggio, ma molto divertente nella guida sportiva, quando
si “tira il collo” al pepato 4 cilindri ad iniezione
elettronica,
capace di oltre 90 CV alla ruota (a 12.000 giri) ed in grado di
allungare fino a oltre 13.000 giri dove ci sono ancora più di 80
CV alla ruota.
In tema di prestazioni assolute sono di assoluto rilievo i tempi di
accelerazione
e ripresa: 11,48 secondi sui 400 metri con partenza da fermo e 13,94
secondi per coprire la stessa distanza, in sesta marcia, da 50 km/h. Roba
da VFR V-Tec (11,722 e 13,951 secondi i crono in questione) tanto per
citare il riferimento della categoria sport-tourer. Soddisfacente anche
la velocità massima: la punta toccata dal nostro tester è stata
di 224,6 km/h (242 indicata).
Gli sterili numeri però nulla dicono sulla piacevolezza della guida e
l’efficacia
nell’uso per cui la moto è nata.
Guida facile
Cominciamo allora dalla posizione in sella.
Le gambe assumono un angolazione naturale e le ginocchia
trovano
spazio negli incavi del serbatoio.
Il manubrio è ampio e leggermente spiovente, offre una presa
sicura
e grazie alla giusta distanza dalla sella lascia le braccia moderatamente
flesse senza caricare i polsi, contribuendo ad assumere una
postura
non affaticante.
Rispetto al vecchio modello, Yamaha dichiara un risparmio di peso di 7
kg ma sulla nostra bilancia il vantaggio della nuova Fazer è ben più
sostanzioso:
quasi 12 kg in meno, 194,8 kg contro i precedenti 206,6. Merito
senz’altro della profusione di alluminio e del motore più
moderno
e quindi più leggero, il tutto “condito” da una corretta
distribuzione
del pesi che rende la Fazer estremamente manovrabile in tutti
i frangenti.
Al piacere di guida contribuiscono anche cambio e frizione, morbido
e preciso il primo, poco affaticante ma non perfettamente
modulabile la seconda.
Le sospensioni hanno una taratura di base tendente al rigido
ma pavè, buche e tombini sono “digeriti” senza scompensi.
L’erogazione della potenza è omogenea, fluida fin dai regimi
più bassi e l’effetto “apri-chiudi” tipico degli
impianti di
iniezione è avvertibile solo alle andature più basse.
Fra i 3.000 e i 5.000 giri c’è vivacità sufficiente per non ricorrere
necessariamente al cambio. L’erogazione della coppia ha una leggera
flessione
intorno ai 6.500 giri, oltre tale soglia si irrobustisce accompagnando
la curva di potenza verso un’escalation di cavalli e allungo davvero
entusiasmante. E’ il tipico motore che riesce fin troppo facile
definire
“elettrico”: si va a spasso in sesta con un filo di gas e
quando
fa “capolino” il prurito sportivo diventa una vera furia, con il
“concerto”
di aspirazione e scarico che entusiasma il pilota fra i 9.000 giri fino
all’intervento del limitatore…
La protezione aerodinamica è soddisfacente: busto e spalle sono
affrancati dal vento della corsa e per coprire meglio il casco si può sempre
ricorrere al plexiglass più alto di 9 cm offerto in optional.
Tante novità
Ciclisticamente la Fazer è ben bilanciata. Cambiano le quote
geometriche,
con l’inclinazione del cannotto di sterzo che passa da
24 a 25°
e l’interasse che cresce a 1.440 mm.
C’è un po’ di reattività
in meno quindi, che si percepisce nei rapidi cambi di direzione ma una
volta in traiettoria la Fazer è su un binario, senza sottosterzo
e con un feeling sull’avantreno che infonde fiducia in tutte le
situazioni.
La tenuta di strada è migliorata grazie alle maggiori dimensioni degli
pneumatici, però i Dunlop Sportmax D252 di primo equipaggiamento
lasciano a desiderare quando si forza il ritmo, soprattutto in uscita
di curva dove c’è da mettere in conto qualche perdita di
aderenza.
Per quanto riguarda i freni, c’era da temere che nel passaggio
dalle pinze monoblocco a più normali pinze a due pistoncini (sempre
con dischi da 298 mm) ci sarebbe stata una perdita di efficacia,
invece la nuova Fazer ha una frenata potente e modulabile che consente
spazi d’arresto contenuti e staccate decise. Meno bene il freno
posteriore
(disco da 245 mm con pinza a singolo pistoncino); se non si sta attenti
a “pelare” il pedale si può incappare in qualche indesiderato
bloccaggio
della ruota motrice.
Considerata la buona attitudine turistica della Fazer una voce importante
è l’autonomia: il serbatoio può contenere 19 litri, compresa
la riserva, e con i 16,5 Km/l di consumo medio riscontrato su strade
extraurbane, si possono arrivare a percorrere 300 km prima del
rifornimento,
un risultato soddisfacente visto che normalmente dopo un paio d’ore in
sella è normale fermarsi per sgranchire gambe e glutei.
Il passeggero ha a disposizione un’ampia porzione di sella,
sta seduto appena più in alto del pilota e può reggersi a pratiche
maniglie.
La dotazione di serie prevede il comodo cavalletto centrale, invece
la capienza del vano sottosella è limitata dagli scarichi e dalla paratia
anticalore.
Infine, la recente tendenza alla “miniaturizzazione” della
strumentazione
trova sostenitori anche in Yamaha, basta osservare il cockpit della Fazer:
nel display centrale retroilluminato in blu trovano posto
le indicazioni di tachimetro, contakm, livello carburante, temperatura
acqua e orario. Il contagiri è di tipo analogico ma anch’esso a
cristalli liquidi con segmenti che compaiono in sequenza. Nel complesso
è molto completa ma le spie sono poco visibili in condizioni di
luce sfavorevole.
La nuova Fazer è quindi una moto giovane ma molto matura, con prestazioni
di prim’ordine ed un comportamento dinamico molto equilibrato.
L’arrivo
della versione naked non farà che rafforzare l’immagine vincente di un
modello che sembra davvero azzeccato. La concorrenza è avvertita…
© RIPRODUZIONE RISERVATA