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Week-end in Provenza-Costa Azzurra: il paradiso della piega

Ogni tanto serve tirare il fiato. A chi abita a nord-ovest consigliamo questo itinerario nel sud della Francia. Temperature meno rigide, asfalto perfetto, scenari da favola e curve a non finire. Un gran bel modo per ricaricarsi

Fuga dal freddo

Il freddo è appena arrivato e, ammettiamolo, la moto ci manca già terribilmente. Certo, ci andiamo al lavoro e ci facciamo un giretto la domenica se si vede un po’ di sole, ma il tempo dei bei giri è, per ora, finito. Almeno, questo è quello che succede in gran parte del nord Italia, mentre al centro e al sud i motociclisti sono generalmente più fortunati. E allora a tutti quelli che come il sottoscritto vivono o lavorano al nord, e preferibilmente a nord-ovest, voglio, o meglio vogliamo, suggerire un itinerario fattibile in due giorni, che senza trasferte infinite riesce a restituire il vero piacere di guidare. E dove andare, se non nella vicina regione francese della Provenza-Costa Azzurra?
1/8 Viaggio in Provenza con la BMW S 1000 XR: una meta molto gettonata dai motociclisti del nord/ovest italiano. La consigliamo, così come la moto, ideale per i trasferimenti autostradali seguiti da percorsi divertenti tutti curve

Un trasferimento neanche noioso

Il primo passo è quello di buttarsi in autostrada e puntare, in un modo o nell’altro, Ventimiglia. Facilmente farà freddo finché si rimane in pianura, ma appena valicate le Alpi liguri già l’aria cambia e il viaggio diventa meno noioso. C’è profumo di mare, l’autostrada segue il disegno della costa rendendo piacevole la guida, e soprattutto il termometro si risveglia riportandoci a una temperatura vivibile. La parte peggiore è passata. Da qui godetevi il viaggio che, km dopo km, vi porterà prima in territorio francese, e infine all’uscita 36 dell’autostrada A8, quella di Le Muy. Un trasferimento lunghetto (390 km da Milano) ma che vi ripagherà in fretta.

Il via alle danze

Basta infatti abbandonare l’autostrada (direzione Draguignan) che nel giro di pochi minuti si trovano le indicazioni per la D54, che è un bel modo per iniziare a guidare. Curve morbide e veloci, poco frequentate, che ci accompagnano col sorriso sulle labbra fino alla D955, che imbocchiamo in direzione Comps-sur-Artuby. Il tratto di strada che ci aspetta è, per il mio personalissimo parere, una vera meraviglia. La strada si snoda adagiata su morbide colline mescolando tratti veloci a tratti lenti, con un paesaggio selvaggio che sinceramente trovo irresistibile, soprattutto con la luce calda che preannuncia il tramonto. Con un occhio alla strada, uno al panorama e… uno al cronometro si arriva a Comps, dove possiamo scegliere un paio di opzioni a seconda dell’orario. Se il sole è basso all’orizzonte meglio andare verso Castellane con la D955, altrimenti si può scegliere la D21 – successivamente D6085 e D4085. In entrambi i casi ci sarà da divertirsi e da godersi paesaggi pittoreschi. Castellane è dove passiamo la notte, o perlomeno dove vi consigliamo di farlo, visto che non mancano varie sistemazioni per dormire e altrettanti ristorantini dove riempirsi la pancia.

Si riparte con comodo

Il mattino successivo è inutile fare levatacce. I raggi del sole ci mettono un po’ a scavalcare i monti che ci circondano e ad asciugare l’umidità dalle strade. Meglio quindi prendersela con calma e mangiare un paio di croissant, anche perché appena fuori Castellane le cose prendono una certa… piega, con la D4085 (da imboccare in direzione Senez - Barreme) che si arrampica con una invitante - e irresistibile - serie di tornanti. Proseguiamo fino a Barreme, giriamo a destra in direzione Saint-Andre-des-Alpes e torniamo verso Castellane. Il consiglio è di tornare davvero a Castellane, perché la strada che costeggia il Lac de Castillion è una goduria. Il lago ha un colore intenso, le curve sono tante e a un certo punto si passa sulla diga che dà vita al lago dove una sosta per guardare verso il basso è d’obbligo. Quindi seconda pausa caffè tornati in paese – il caffè ovviamente non è un granché, meglio allungarlo con un po’ di latte – e piccolo ragionamento sul da farsi. Sostanzialmente ci sono due possibilità per tornare verso l’autostrada, entrambe ad altissimo tasso di goduria. Se nel venire avete fatto la D6085-4085 allora la scelta è quella di rifare un pezzo di strada lungolago, e a Saint-Julien-du-Verdon voltare a destra sulla N202, per poi raggiungere Guillaumes passando per le affascinanti gole di Daluis. Da qui, con una divertente strada di montagna che ci porterà fino a oltre 1.600 mslm (freschino, in alto) andremo a Valberg, Beuil, Roubion e Saint-Sauveur-sur-Tinée, ovviamente non senza molti e molti chilometri di curve. Infine proseguiremo per Nizza, dove c’è ad attenderci la A8.

Non si sbaglia

Se avete raggiunto Castellane con la D955 vi suggeriamo invece la fantastica D4085 (direzione La Garde - Escragnolles) fino al bivio con la D2211, che si raggiunge già con le gomme fumanti. Lo imbocchiamo e ci tuffiamo subito sulla D2, che tra vallate ora verdeggianti ora rocciose, a dir poco selvagge, ci accompagna a Gréolières e poi a Vence. Vi basti sapere che buona parte di queste strade viene scelta dalle Case motociclistiche per fare provare le moto in occasione delle presentazioni dei nuovi modelli, aspettatevi quindi un’esperienza di guida notevole che vi farà arrivare all’autostrada in pace col mondo.
ancese della Provenza-Costa Azzurra?

La nostra moto

Dato che siamo fortunati, per fare questo bel giro abbiamo scelto nientemeno che la vincitrice della nostra comparativa Hypertourer, una moto incredibilmente performante proprio in questo tipo di turismo: trasferimento autostradale lunghetto seguito a bomba da un miliardo di curve ben asfaltate. La S 1000 XR ha un motore a dir poco esaltante, tanto ricco di coppia quanto brutale nell’allungo, e una ciclistica precisa e svelta; ma è anche comoda per ore e ricca di elettronica ben funzionante, che può esaltare i polsi più esigenti (il quickshifter che funziona anche in scalata facendo le doppiette è da urlo) o aiutare i meno esperti: con la mappatura più dolce si trasforma in un agnellino. Una cosa che non ci ha convinto del tutto è (in parte) la scelta delle gomme di primo equipaggiamento: le Michelin Pilot Road III con cui l’abbiamo guidata noi hanno qualità come la buona resa chilometrica e il grande grip sul bagnato che le rendono adatte al turismo, diciamo così, esplorativo, ma l’indole di una moto così agguerrita è completata decisamente meglio dalle Bridgestone Battlax Sport Touring T30 anch’esse di primo equipaggiamento. Se vi piace smanettare e state pensando di comparare la XR, fatevela consegnare con le gomme giapponesi.
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