Arrivato a Kranjska Gora, prendo la 908, direzione cascata del Pericnik, nel Parco Nazionale di Triglav. È una delle attrazioni più importanti della Slovenia e consta di due salti: uno di 16 metri (superiore) e uno di 52 metri (inferiore). Il momento migliore per ammirarle è la tarda primavera, quando le nevi si sciolgono e il getto è più possente. Ma è affascinante anche d'inverno, con lo spettacolo delle stalattiti di ghiaccio. Proseguo sulla 907, strada alternativa che attraversa un bosco e poi diventa, a tratti, sterrata. Conduce al rudere di un’antica acciaieria, poi alla cittadina termale di Bled, col bellissimo lago coi bordi popolati da papere e cigni. Non sarà l'unico specchio d'acqua in cui mi imbatterò: percorrendo la 209 faccio sosta al lago di Bohinj, il più esteso della Slovenia, luogo tranquillo ma molto turistico, ideale per gite in barca. L’indomani, percorrendo la strada 909 in quota, che sale ripida e scende tra tornanti e paesi dal sapore antico, mi dirigo verso Santa Lucia d’Isonzo, borgo posto su uno sperone di roccia, nel punto in cui il fiume Idria s'immette nelle acque color smeraldo del grande fiume da cui la cittadina prende il nome. La strada 103 conduce poi verso Gorizia e l’Italia, lambendo in parte gli argini dell’Isonzo. Rientro a casa con la sensazione che per "staccare", per vivere un'avventura, non occorra collezionare dogane. Basta aver voglia di conoscere, davvero, il territorio che ci circonda.