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Nel Monferrato tra castelli e colline

Nel Monferrato con con una Triumph Tiger 800 XR. Un itinerario in Piemonte in una terra di castelli e di vini Patrimonio dell'Unesco. Un posto ideale per girare in moto in autunno, tra colline, vigneti e (con un po' di fortuna) grandiose viste sulle Alpi
La rocca di Verrua

Il nord da est a ovest

Dopo aver raccontato tutto il bello di viaggi in moto in Puglia, Calabria e Sardegna, ci siamo spostati più a nord, proponendo itinerari in Emilia Romagna e poi, da est a ovest, in Friuli e Lombardia. Proseguendo verso occidente, oggi parliamo di Piemonte. Precisamente di Monferrato, territorio ricco di sorprese per chi ama la natura, il buon cibo, il buon vino, la cultura, la storia. E ovviamente le belle strade, perché in un viaggio in moto il divertimento nella guida è un aspetto fondamentale. La parola a Mario Ciaccia (qui le foto del viaggio).
La salita di Berzano di San Pietro: quattro tornanti per superare 100 m di dislivello... e passare da 290 a 390 m di quota.

Il bello della pianura (e dintorni)

Il nostro itinerario nel Monferrato
Una dozzina di anni fa chiedemmo ad un illustratore romano di farci tre disegni per una sezione turismo del giornale, che rappresentassero il Sud Italia, il Centro e il Nord. Fece tre capolavori, ma i primi illustravano meravigliosi paesaggi sotto al sole, il terzo raffigurava una metropoli immersa nello smog. Non ci stupimmo: sappiamo che, per buona parte degli italiani, il Nord Italia viene visto come una landa piatta, desolata e inquinata. Come se Milano si estendesse da Torino a Venezia e come se non ci fossero le Alpi, come se un motociclista milanese sia condannato a passare una vita tutta pianure e code al semaforo. In realtà, non solo la pianura è piena di scorci belli e interessanti (leggete qui quanta bellezza si trova andando da Milano a Lecco…), ma le Alpi sono vicine, quando c'è vento si vedono molto bene. Ci sono poi delle zone rialzate, collinari, come il Monferrato, che fanno parte della Pianura Padana ma permettono di vedere le montagne da punti di vista privilegiati ed è questo è il tema del giro di cui vi raccontiamo, che si svolge nelle provincie di Alessandria, Torino ed Asti.

Patrimonio dell’Umanità

Il Monferrato è zona famosa per la bellezza del paesaggio, per l'abbondanza dei castelli e per il culto del vino
Il termine "Monferrato" potrebbe derivare dal latino "Mons Ferax" (monte fertile) o "Mons Ferratus" (dai ferri lasciati dai conquistatori romani), dall'italiano "Monte Farro" (per via delle coltivazioni) o dal piemontese "Mun Frà" (riferito alla leggenda di un cavallo ferrato con dei mattoni!). Questa zona è famosa per la bellezza del paesaggio, per l'abbondanza dei castelli e per il culto del vino, con intere colline coltivate a viti e cantine scavate nel tufo piene di vini DOC tipo Barbera, Grignolino, Rubino, Gabiano, Malvasia, Bonarda, Freisa, Moscato e Barbesino. Per questi motivi, nel 2014, il Monferrato, le Langhe e il Roero (che formano, tutti insieme, il tessuto collinare tra Po e Liguria) sono stati inseriti nella lista dei luoghi patrimonio dell'umanità dell'Unesco.

Se la moto è troppo bella

Il nostro compagno di viaggio (e... modello per le foto) Luca Ghigliano
Il giro lo abbiamo effettuato con Luca, un amico che vive in un piccolo paese della pianura, in riva alla Dora Baltea. Per anni ha amato le supersportive bicilindriche e ha posseduto prima una Suzuki TL1000S e poi una Honda VTR1000R SP02. Ma viveva la frustrazione di chi usa su strada delle moto praticamente da pista: non riesci mai a portarle al limite, a meno di prendere rischi belli grossi (è di queste settimane una polemica sull’assenza del traction control sulla nuova Kawasaki Z900, che in fondo di CV ne ha giusto qualcuno di meno delle due moto appena citate). Le usava sulle strade collinari del Monferrato, proprio quelle che vedete in queste pagine. Così s'è detto: non voglio ammazzarmi, mi compro una Yamaha Ténéré 660 e provo un altro genere di motociclismo, quello dei viaggi su asfalto e fuoristrada. Gli è piaciuto, ma una parte di sé lo tirava per la giacchetta e gli diceva: "Pensa che bella sarebbe una moto con la postura turistica della Ténéré, facile e maneggevole, ma con un motore e una ciclistica un po' più sportivi e stradali". Così s'è innamorato della Triumph 800 Tiger XR, quella con i cerchi a razze e la ruota anteriore da 19". Siamo d’accordo con lui, visto che la Tiger è stata una delle primissime moto che abbiamo voluto per le nostre "24 Ore delle Alpi" (qui il resoconto tappa per tappa e la moto vincitrice della nostra mega comparativa turistica). Dall’amarla al possederla il passo è stato breve, perché suo padre, appassionato anche lui di moto, gliel’ha fatta trovare in cucina al ritorno dal viaggio di nozze. Eppure, poco dopo avere effettuato questo giro, Luca ha restituito la moto al padre, con una motivazione che sembrerebbe folle ma non lo è: la Tiger 800 era troppo perfetta e potente e gli dava una sensazione di frustrazione. "Ha un motore che è una bomba, spinge fin da subito, ma non riesco a portarlo al limite, non sono io a dominare lui. Mi rendo conto che mi diverto di più con la Ténéré, perché ha la metà dei CV e posso spremerla come voglio, sono io ad avere il controllo".

Castelli, castelli ovunque!

Camino (AL). Sullo sfondo, il castello risalente all'anno 1.000.
Comunque, quel giorno in Monferrato Luca era tutto contento, la crisi era al di là da venire. Su queste colline si gode a guidare la moto, affrontando tornanti, “esse” ed ampi curvoni. Arrivi in cima e, magari, attraversi un paese con case bellissime, piazzate su entrambi i lati della strada, come nei film di cow boy: un esempio su tutti Cantavenna, dove si trova l'antica Locanda del Rubino. Scollinare significa anche avere la visione su qualche castello: è impressionante quanti ce ne siano, sempre in posizione strategica, generalmente ben conservati e con l’immancabile torre di difesa ed avvistamento. In questo giro abbiamo iniziato subito con quello di Casale Monferrato (1357), a pianta esagonale, in riva al Po. Avremmo toccato, in teoria, il castello medioevale di Pontestura, ma di lui resta solo il prato che lo ospitava. Poi abbiamo iniziato a salire sulle colline, sempre stando vicini al Po, ma vedendolo dall'alto, rimanendo ammirati dallo spettacolo della Pianura Padana completamente allagata dalle risaie, con i paesini simili ad isole e le Alpi innevate di sfondo. Ecco quindi i castelli di Camino (nato intorno all'anno 1000 e rimaneggiato fino al Settecento) e di Gabiano (risalente all'VIII secolo e modificato fino al Novecento).

Il Cervino ci sovrasta

Il maestoso Cervino visto da Albugnano (AT)
Siamo scesi con dei tornantoni di nuovo in riva al Po ed ecco la Rocca di Verrua, del X secolo, un bel bastione cilindrico di colore rossiccio. A questo punto siamo andati a sud, abbiamo attraversato Castelborgone con il suo castello del XII secolo e ci siamo arrampicati sulla massima vetta del Monferrato, il Belvedere Motta, su cui sorgeva un maniero distrutto nel 1401. Oddio, vetta… Il Belvedere è alto 530 m sul mare e si trova in cima ad Albugnano, un bellissimo paese ricco di ville settecentesche. Questo posto è famoso per la spettacolare vista su un amplissimo arco delle Alpi, con il Cervino come montagna più spettacolare. Inoltre, poco sotto, c'è l'abbazia romanica di Santa Maria di Vezzolano del 1095, che si trova in una fresca valletta ed ha annesso uno chalet con panini e tavoli all'aperto, ottima scelta per un motociclista all'inizio della primavera. Chiusura con il castello di Castelnuovo Don Bosco e poi a casa.

Una pianura asimmetrica

L'argine del Po con le Alpi sullo sfondo
Una cosa che troviamo molto strana riguarda il corso del fiume Po. In teoria, se un corso d’acqua scava una valle dovrebbe scorrere più o meno al centro di essa, no? Invece, in questo caso, il Po s'è piazzato all'estremità destra della Pianura Padana da lui stesso formata, per cui lambisce le ripide colline del Monferrato, mentre le Alpi stanno ben 50 km più in là. Così, se vi capitasse di viaggiare sulla strada che collega Crescentino a Trino, vedreste il fiume che ha creato la più vasta pianura italiana scorrere accanto a colline ben marcate, dai fianchi ripidi. Il fiume è alto 130 m sul mare, mentre le colline che lo sovrastano arrivano a 250/350 m. Per questo, come dicevamo all'inizio, il Monferrato si presta per gite a scopo panoramico dell'intero arco alpino, perché è come salire su una Torre Eiffel piantata in mezzo alla Padania. Ovviamente ci vuole una giornata ventosa, per poter vedere le Alpi col pienone di neve.

Compagna di viaggio

Triumph Tiger 800 XR
La Triumph Tiger 800 è un'enduro stradale con una ciclistica non estrema (ruota anteriore da 19) e quote di compromesso tra stabilità e maneggevolezza, con un motore dall'erogazione sempre piena e piacevole, tanto ai bassi quanto agli alti regimi (magia del tre cilindri). La posizione eretta la rende comoda e permette di guardare il paesaggio, con un ottimo controllo nelle curve strette. Per un giro di questo tipo è perfetta. La versione utilizzata in questa occasione non è la più recente (che vedete invece qui), che è stata arricchita di parecchi accessori di solito riservati alle 1200 (come la Tiger Explorer, per restare in Triumph), come manopole e sella riscaldata, controllo di trazione e un motore che consuma molto poco (ad esempio, per il viaggio in Cornovaglia abbiamo usato la più recente Tiger 800 XCx). Il guadagno in termini di maneggevolezza, rispetto a una 1200, è sensibile. Calano la protezione aerodinamica e le prestazioni ma, quando si hanno quasi 100 CV con un bel tiro ai bassi regimi, c'è poco da lamentarsi.

Dove mangiare

La locanda del Rubino a Cantavenna (AL)
Locanda del rubino La tradizionale cucina monferrina viene rielaborata nel pieno rispetto della stagionalità. Fermarsi nella locanda non è solo un'esperienza di gusto ma anche di convivialità grazie alla famiglia Cantamessa che accoglie i suoi ospiti in maniera molto calorosa. Tra le specialità i bolliti, la bagna cauda, i salametti stracotti al Rubino (il rosso locale), i capunet (involtini di verza) e il trito di fassone al tartufo.
Prezzo medio (bevande incluse) 35 euro.

Bar ristoro dell'abbazia di Vezzolano
  • Piazzale Abbazia di Vezzolano, Albugnano (AT)
  • Tel. 339 4118034
Dietro al gioiello del romanico piemontese, l'Abbazia di Vezzolano, che la leggenda vuole sia stata fondata da Carlo Magno, si trova questo piccolo e ruspante "chalet", con vista sulle colline del Monferrato, dall'atmosfera famigliare, pochi tavoli e menù molto semplici ma di ottima qualità: da provare i taglieri di salumi e formaggi, i cannelloni, i tomini e la polenta al cinghiale.
Prezzo medio 15 euro (bevande incluse).

Da gustare

Il fritto alla piemontese
  • Fritto piemontese: piatto povero nato per non buttar via nulla delle carni macellate: animelle, rognoni filoni, cervella, fegato, testicoli, ecc. Ogni paese, ogni casa propone la sua versione, un po' come succede con la paella... Si fa con quel che si ha e, spesso, insieme alla carne ci sono anche verdure, mele, semolino dolce, amaretti.
  • Bagna cauda: salsa ottenuta dalla lenta cottura di aglio, acciughe rosse di Spagna in olio, usata per accompagnare verdura di stagione cruda e cotta. Viene servita in tavola in un tegame in terracotta (dian) che viene mantenuto caldo da un piccolo fornelletto su cui poggia.
  • Torcelli: dolci di origine povera a base di pasta di pane leggermente zuccherata che, col tempo, si è arricchita, dando vita al biscotto dalla forma attorcigliata che tutti conosciamo.

Dove dormire

Cascina Manu, B&B in Rosignano Monferrato
Agriturismo alle tre colline Famiglia di viticoltori, i Carossa gestiscono un'azienda agricola che si estende su circa 25 ettari di terreno, ricavata dalla ristrutturazione della stalla e del fienile, da cui sono stati ricavati dei locali per il pernottamento (sei doppie) e per la ristorazione (cucina casalinga: da non perdere il fritto misto alla piemontese!).
Prezzo medio camera doppia 60 euro.

Cascina Manu
  • Cascina Varacca Alta 84, Rosignano Monferrato (AL), Fraz. San Martino
  • Tel.: 344/2253071
  • www.cascinamanu.com
A 17 minuti da Casale, precisamente a Rosignano Monferrato i cui vitigni, insieme a quelli di Langhe e Roero sono sito dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, si trova questo B&B a conduzione familiare con piscina, connessione Wi-Fi, noleggio gratuito di biciclette. Il ristorante serve una colazione giornaliera all'italiana e specialità della cucina locale.
Prezzo medio camera doppia 80 euro.

Da vedere: abbazia di Vezzolano

Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, situata nel comune di Albugnano (AT)
  • Vezzolano, 34 Albugnano (AT)
  • Tel. 011.99.20.607
In una piccola valle dell’astigiano, si trova il più importante monumento romanico del Piemonte: l’Abbazia di Vezzolano. La leggenda (priva di qualunque riscontro), vuole che sia stata fondata per volere di Carlo Magno nel 773: colto da una crisi epilettica nel corso di una battuta di caccia nei pressi di Albugnano, a guarigione avvenuta, Carlo avrebbe ordinato di far erigere un’abbazia in onore della Madonna. È possibile effettuare un visita all'abbazia e al chiostro liberamente con biglietto d'ingresso gratuito oppure a pagamento grazie a una visita guidata in gruppo di circa un'ora, a cura dell'Associazione Culturale La Cabalesta.

Le 3 cose da fare

  • Way point: Motociclismo con Garmin, azienda leader mondiale nella tecnologia GPS, vi segnala, numero dopo numero, i migliori way point del viaggio. In questo caso N45 04.725 E7 58.196 del castello di Camino, uno dei più belli.
  • Panorami: il Belvedere Motta ad Albugnano: dalla vetta del Monferrato si vedono tutte le Alpi. Da Cantavenna e Rocca delle Donne viste sul Po.
  • Visite: il castello di Casale Monferrato e l'Abbazia di Vezzolano sono tra i siti culturali più interessanti della zona.
Quando le risaie sono piene, viste dal Monferrato fanno pensare che la pianura Padana sia un mare con piccole isole abitate
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