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Viaggio in Svizzera: mototurismo sulla Route 66 elvetica

Viaggio in moto in Svizzera. Il Grand Tour of Switzerland è più che un pacchetto turistico per conoscere le migliori attrazioni elvetiche e le strade più belle per raggiungerle. È un percorso nel cuore della Confederazione, tra valichi alpini, laghi e siti patrimonio dell'UNESCO. Lo abbiamo fatto col BMW C 650 GT
1/24 Viaggio in Svizzera: Hotel Baron Tavernier (Chexbres)

Nel cuore della Confederazione

Il treno a cremagliera del Monte Rigi
La vita non può offrire tanti posti più belli della cima del monte Rigi alle sette di sera di un giorno primaverile. La vista si perde sul lago dei Quattro Cantoni in cui si riflette un tramonto screziato di nuvole, mentre in lontananza si scorge Lucerna e, a destra, il più piccolo lago di Zugo. Tutto intorno le montagne, con gli arditi spigoli delle pareti a ricordarti che sei in mezzo alle Alpi. Poco distante da noi Franz-Toni Kennel immerge le mani nel latte cagliato per lavorare dei formaggi unici nel suo caseificio, il Chäserenholz. Siamo alla fine del nostro viaggio in Svizzera, tra poco scenderemo a Vitzanu con la cremagliera (la prima d'Europa, istituita nel 1871) che ci ha portato quassù, per poi rientrare in Italia.

Grand Tour of Switzerland

Il nostro itinerario
Ma andiamo con ordine: siamo partiti tre giorni fa da Aosta per testare una porzione del Grand Tour svizzero (qui le foto del viaggio), iniziativa lanciata nel 2015 dall'ufficio del turismo del Paese per far conoscere meglio il territorio a tutti quelli che le vacanze le fanno guidando. Ci sono tanti tipi di viaggiatore: quello che carica una sacca dietro la moto con un elastico e parte senza una meta precisa; quello invece organizza tutto; chi infine preferisce i percorsi… guidati. E poi tutte le sfumature d'avventura e comodità che si sviluppano tra le pieghe di queste scelte diverse. In Svizzera tutte queste categorie di traveller possono divertirsi. All'interno di questa proposta chiunque può trovare la sua “comfort zone”, strutturandosi il viaggio che più preferisce in un ventaglio di proposte chiaro e allettante. Consultando il sito Svizzera.it/grandtour si accede ad un video interattivo che fornisce un'anteprima dei punti di interesse disponibili lungo il percorso, si possono calcolare le distanze, i tempi di percorrenza, dare un'occhiata virtuale agli hotel disponibili e reperire tutte le informazioni utili alla preparazione del viaggio, comprese le mappe Geotrail e i dati GPX dell'itinerario. Se volete partire più all'avventura, ad ogni modo, non rischierete di perdervi, tutte le strade inserite nel progetto sono indicate da un'apposita segnaletica marrone, ben riconoscibile.

L'accoglienza dei "mastini delle alpi"

In compagnia dei maestosi San Bernardo
Per prima cosa puntiamo le ruote verso i 2.474 metri del Gran San Bernardo, la giornata è tiepida, l'asfalto pulito e la strada quasi vuota. In cima troviamo l'ospizio che ospitò Napoleone diretto verso Genova, alla fine del 1700 (impresa celebrata dal celebre quadro di Jacques-Louis David). All'epoca qui vivevano dei monaci dediti all'allevamento dei San Bernardo, utilizzati come cani da trasporto e, in seguito, come cani da valanga. Beh, siamo accolti proprio dai discendenti di quei cani, stupendi nella loro mole, e dalla fondazione Barry (dal nome del mitico San Bernardo che salvò oltre 40 persone nei primi anni del XVII secolo) che organizza delle passeggiate nei boschi circostanti in loro compagnia: per ogni camminata sono previste massimo 10 persone (e 10 cani), da giugno a ottobre. Un diversivo divertente e istruttivo che vale la pena prendere in considerazione (una passeggiata di circa un’ora in compagnia dei San Bernardo, costa 48 franchi per gli adulti, 20 per i bambini. Necessaria la prenotazione tramite la Fondazione Barry).

Nel... nostro bar

Ci godiamo quindi le curve che dal passo ci porteranno fino a Martigny e, all'altezza di Vernayaz, ci concediamo un caffé al Joe Bar Team, segno inequivocabile di quanto questa strada sia meta di motociclisti.
Joe Bar Team a Vernayaz

Sagoma inconfondibile

A Veytaux, sul lago di Ginevra, si trova il Castello di Chillon
Siamo nel Cantone di Vaud, parte francofona della Svizzera, l'aria si riempie delle fragranze dei vigneti che ricoprono ogni collina della zona. Non appena iniziamo a costeggiare il Lago di Ginevra, si staglia sull'acqua la sagoma inconfondibile del Castello di Chillon, risalente all'XI secolo e considerato uno dei manieri più affascinanti d'Europa, tanto da contare circa 340.000 visitatori l'anno (per tutte le info utili www.chillon.ch/en/). Edificato su un isolotto roccioso, non è mai stato conquistato nel corso della storia ed è stato reso famoso da Lord Byron nel suo romanzo “Il prigioniero di Chillon”.

La grande forchetta

La superforchetta che "infilza" le acque del Lago di Ginevra e accoglie i visitatori del museo dell'alimentazione di Vevey
Proseguiamo ancora un po' lungo la strada costiera, bella quanto trafficata, fino a trovare i primi segnali che ci indicano l'Alimentarium. Impossibile sbagliarsi, anche da una certa distanza non si può non notare una gigantesca forchetta infilzata nelle acque del lago, disegnata dall'artista svizzero Jean-Pierre Zaugg e realizzata da Georges Favre per commemorare il 10° anniversario del museo dell'alimentazione, inaugurato nel 1985 a Vevey e rinnovato l'anno scorso. Ospitato in un edificio neoclassico (che nel 1921 fu la prima sede della Nestlé, azienda che sponsorizza l'esposizione) e focalizzato sull'interattività, l'Alimentarium offre uno sguardo a 360 gradi sul mondo dell'alimentazione, offrendo scorci culturali, storici, scientifici e artistici. Non solo, all'interno è anche possibile seguire corsi di cucina, approfittare di degustazioni o stupirsi davanti a dimostrazioni scientifiche. E quando vi stufate, beh, proprio lì di fronte c'è una passeggiata bellissima in un percorso pedonale, sorvegliata da una statua di Chaplin a grandezza naturale (l'attore visse qui vicino gli ultimi anni della sua vita, nella casa ora museo descritta in questo articolo).

Il vino dei "tre soli"

I vigneti di Lavaux
Prima di continuare il nostro Grand Tour verso Lucerna, proseguiamo per un tratto in direzione di Losanna, infilandoci nella Route Cantonale Vevey-Forel Lavaux, per poi perderci all'interno degli oltre 830 ettari di filari conosciuti come Vigneti di Lavaux, dal 2007 Patrimonio UNESCO. Si dice che l'uva qui sia unica perché usufruisce dei “3 soli”: quello classico, quello riflesso dalle acque del lago e quello restituito in forma di calore dagli infiniti muretti di pietra che circondano le viti.

Il viaggio prosegue... in un cesto

Un’esperienza incredibile raggiungere in mongolfiera i 3.248 metri del Wildhorn e guardare il paesaggio aprirsi sotto di noi all’alba...
Dopo la notte passata sul lago, ci alziamo prestissimo, il sole deve ancora sorgere e noi vedremo l'alba da un punto di vista veramente privilegiato: a Châteaud'Oex ci attende niente di meno che una mongolfiera! Un'esperienza emozionante, incredibile. Arriviamo, parcheggiamo le moto nel luogo dell'appuntamento e saliamo sul pulmino che ci porterà al prato del decollo, dietro c'è il carrello con una sacca (incredibile che la mongolfiera sia tutta lì dentro!) e il cesto di vimini che ci trascinerà fino a oltre 3.000 metri d'altezza. La sensazione che ci colpisce di più è proprio il decollo, non si sente nulla, silenzio assoluto e calma. Sporgendoci dal cesto che ci contiene vediamo l'ombra del pallone prima allungata, poi sempre più piccola e tonda, finché, senza quasi rendercene conto, superiamo le cime delle montagne che ci circondano e sentiamo il nostro pilota che dice “Mesdames et Messieurs, nous sommes à 2.500 mètres!”.

Atterraggio aleatorio

Il castello di Gruyères
Possiamo dire senza dubbio che questo volo vale l'intero viaggio e non conosciamo ancora la parte più divertente. Pilotare un aggeggio che, di fatto, è trascinato dal vento non è per niente semplice, dopo aver sorvolato l'intera vallata dei Pays-d'Enhaut e aver ammirato dall'alto il Castello de Gruyeres (che merita senz'altro una visita, anche per il museo dedicato al disegnatore HR Giger ospitato al suo interno) arriva il momento di atterrare, con una dose di casualità altissima! È tutto un comunicare tra il pilota della mongolfiera e il furgone che ci segue dal basso: “atterreremo al campo di Philippe! No, pardon, stiamo arrivando vicino alla fattoria di Bernard, aspettateci lì... aspè, il vento ci porta avanti, correte nel prato di Jacques!” (libera traduzione dal francese, ndr). Chiediamo se i contadini della zona si infastidiscono per queste incursioni nei loro campi e ci rispondono che no, in effetti, tranne rari casi: sono tutti molto orgogliosi di vivere nella roccaforte delle mongolfiere, che attira turisti da ogni parte del mondo. Ed è divertente sia l'atterraggio (se così si può chiamare un tonfo sull'erba con successivo ribaltamento del cestello e ammucchiamento di turisti tra le risate generali) sia i momenti immediatamente successivi, quando tutti insieme si collabora per sgonfiare e ripiegare l'enorme pallone.

Tramonto sul monte Rigi

Vista suggestiva del Lago di Lucerna visto dal monte Rigi
Pensavamo di essere distrutti dopo la sveglia notturna, invece questo viaggio nei cieli ci ha caricati di gioia e adrenalina. In effetti la strada che da Château-d'Oex ci porta fino ai laghi di Thun, Brienz, Lungern, Sarn e, infine, di Lucerna - meglio conosciuto come Lago dei Quattro Cantoni – è davvero piacevole, con tratti da guidare allegramente (ma occhio, gli autovelox sono ovunque e le multe salatissime!) e un panorama fatto di acqua e piccole fattorie. Siamo entrati nella Svizzera germanofona e qui, precisamente alla stazione della cremagliera, ci attende Werner: cappello per proteggersi dal sole, bastone per camminare in montagna e un buon italiano contaminato da un divertente accento svizzero. Sarà la nostra guida per il monte Rigi, dove concluderemo questo Grand Tour osservando il tramonto cedere il passo all'oscurità con l'immediatezza tipica delle montagne, subito prima di una cena a base di formaggi eccezionali. E, ci garantisce, di cose da scoprire ce ne sono ancora tante…

Compagno di viaggio: BMW C 650 GT

Percorriamo la Strada Statale 27, poco prima che diventi la Route-GrandSaint-Bernard, appena passato il confine svizzero
Il maxi scooter Touring bavarese è un mezzo che si adatta bene ad un viaggio come questo, nel quale si possono apprezzare le sue doti di comfort e disponibilità di carico. Tanti gadgets e molta attenzione alla sicurezza: ABS (Bosch 9.1MP a doppio canale, che regola indipendentemente il circuito freno della ruota anteriore e della posteriore), controllo automatico di stabilità ASC (Automatic Stability Control), parabrezza regolabile su tre altezze, grande schermo LCD con contagiri integrato e tachimetro analogico che fornisce informazioni davvero complete (ora, data, consumo medio carburante, velocità media, temperatura esterna, chilometri disponibili dall'entrata in riserva eccetera) e l'interessante Side View Assist, un sistema che avverte il guidatore, tramite accensione di triangoli luminosi alla base degli specchi, del sopraggiungere di altri veicoli nel cosiddetto “angolo morto” del retrovisore. Da guidare è dinamico e piacevole, con un motore sempre pronto (ma occhio al cavalletto: sfiora l'asfalto con una certa facilità), bella la sensazione in sella da “ammiraglia” e buona la protezione dall'aria, anche se oltre gli 80 km/h si innesca qualche turbolenza, rumorosa più che realmente fastidiosa.

Le tre cose da fare

Non solo moto, anche mongolfiera. Che spettacolo, la Svizzera vista dall'alto!
  • WAY POINT - Motociclismo con garmin, azienda leader mondiale nella tecnologia GPS, vi segnala, numero dopo numero, i migliori way point del viaggio: in questo caso N46° 28.245' E7° 07.749’, ovvero le coordinate del punto in cui partono le mongolfiere
  • PANORAMI - Un balcone naturale in cui potrete godervi le Alpi svizzere è rappresentato dal Monte Rigi (1.797 m)
  • VISITE - Imperdibile l'avveniristico museo dell'alimentazione che si trova a Vevey, sulle rive del Lago di Ginevra

Da vedere: Alimentarium e Lavaux

L'Alimentarium, il museo dell'alimentazione di Vevey
Il museo dell'alimentazione di Vevey si articola in tre sezioni, che illustrano la produzione, la lavorazione e la conservazione degli alimenti; poi la preparazione e, infine, il consumo degli stessi. Il museo è aperto tutto l'anno, dal martedì alla domenica (orari 10-18). L'ingresso è libero. In moto lo si può raggiungere in autostrada direzione Montreaux, uscita Vevey.

​Alimentarium La visita al museo può essere un'occasione per visitare Vevey, una località che si affaccia sulle sponde del lago Lemanno e da cui parte la "Strada del vino": un itinerario tematico associato a molteplici possibilità di degustazione attraverso le colline di Levaux, tra Losanna e Montreaux. Da provare anche il "Treno delle Vigne": la ferrovia viticola che attraversa le colline terrazzate di Lavaux fino a Puidoux-Chexbres.

Dove dormire

Hotel Baron Tavernier (Chexbres)
Baron Tavernier
Route de la Corniche 4 1070 Chexbres Tel. +41 21926 60 00 www.barontavernier.ch Posizione incantevole con vista mozzafiato sul lago di Ginevra, immerso nei vigneti di Levaux, con personale gentilissimo (tutti parlano anche italiano). Stanze ampie e pulite dotate di tutti i comfort, Spa, piscina con idromassaggio, ricchissima colazione e parcheggio coperto per le moto.
Camera doppia con colazione da 123 euro.

Hotel Alfa
Axenstrasse 5/7 6440 Brunnen Tel. +41 41 825 18 18 www.schmidalfa.ch Hotel vecchio stampo, un po' spartano ma con una vista sul lago ineguagliabile, stanze ordinate e pulite, ricca colazione. I prezzi per la cena sono un po' alti ma in linea con quelli delle strutture nelle vicinanze. Il parcheggio coperto è a pagamento, poco distante, ma c'è anche l'opzione patio (scoperto ma gratis).
Camera doppia con colazione da 170 euro

Dove mangiare

Bergrestaurant Timpelweid Si può raggiungere questo ristorante con vista sublime sul Lago dei Quattro Cantoni a piedi, in bicicletta oppure con la cabinovia (20 franchi). All'interno il localeoffre 20 coperti, sulle due terrazze altri 80, infine ha una stube con stufa con ulteriori 25 posti a sedere. Personale cordiale, cibo semplice ma ben preparato.
Prezzi medi 25/40 euro a persona.

Auberge De Vigneron I piatti sono ricercati (provate il magret de canard con formaggio di capra!), ampia scelta di vini (costosi). Il dehor è in una piazzetta incantevole dall'altro lato di strada, circondato da rampicanti e affacciato sul lago. Consigliamo i menù del giorno (a partire da 20 euro) ordinando alla carta il prezzo sale intorno ai 35/40 euro a persona (con calice di vino).

Da gustare

Franz-Toni Kennel, del caseificio Chäserenholz
  • Pesce - Fiumi e laghi svizzeri offrono gustosissime specie: lucci, trote di montagna, coregoni, persici, barbi e anguille. Tipiche del Paese e particolarmente prelibate le trote del Blausee.
  • Pasticceria - Da Provare i Blaser Leckerli (sorta di panpepato), lo zabaglione del Ticino, la Zuger Kirschtorte (torta al Kirsch, una grappa di ciliegie) e i Rissols (fagottini alla pera, fantastici!).
  • Formaggi - Sono l'ingrediente principe di due piatti famosissimi, la Fondue (formaggio fuso con vino bianco, kirsch e spezie, servito in un particolare contenitore – caquelon - tenuto caldo da un fornelletto) e la Raclette (dal francese “racler”, raschiare, consiste in formaggio fuso raschiato direttamente dalla forma, accompagnato da patate lesse con la buccia e sottaceti).
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