A detta del figlio, Charlie Chaplin aveva una gran paura di essere dimenticato. Beh, non succederà mai: a quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, la casa in cui visse insieme a sua moglie Oona e ai loro otto figli a Corsier-sur-Vevey, ha aperto le porte al pubblico vestita da museo. Ci sono voluti 16 anni per metterlo in piedi e il risultato merita davvero. Il nostro consiglio è di visitarlo partendo dalla casa, in questo modo inizierete ad entrare nell’intimità degli oggetti personali dell’attore, accompagnati da statue di cera che lo rappresentano, per lo più anziano, in scene quotidiane. Assieme a lui troverete anche Sofia Loren, Churchill, Einstein e tanti altri rappresentanti del mondo del cinema, della cultura e della politica. All’inizio potrebbe sembrarvi un’accozzaglia senza capo né coda, il solito mausoleo sulla vita di un personaggio famoso condito di spettacolarizzazione spiccia, ma piano piano entrerete nell’atmosfera, scoprendo che le statue rappresentano tutti quelli che hanno avuto un ruolo nella vita dell’attore e che gli oggetti, i filmati, le targhe non sono lì per glorificarlo, ma per farvelo conoscere: le passioni, le idee, la reazione al maccartismo che lo cacciò dagli Stati Uniti, la famiglia. Quando avrete preso confidenza con l’uomo Chaplin potrete entrare negli studi cinematografici, dove sono ricreate le scene dei suoi film più famosi. Le stanze si susseguono in un labirinto concentrico di situazioni mai kitsch o noiose. Ancora statue di cera, ma anche pellicole originali, documenti, racconti. Insomma, uscirete un po’ storditi e con la voglia di guardare quei film muti per i quali non avete ancora trovato del tempo da dedicare.