A gennaio del 2018 Victor Untu e Jigan Zinaida, gli ex custodi della villa di Valentino Rossi a Tavullia, avevano chiesto al Dottore pagamenti arretrati per un totale di 114 mila euro, come indennità risarcitoria dopo il licenziamento e cinque anni di straordinari non percepiti. A maggio dello scorso anno però, in primo grado, il giudice del lavoro di Pesaro aveva stabilito che Valentino Rossi non avesse sfruttato il lavoro dei custodi della sua villa di Tavullia. Anzi, sembrava essere vero il contrario, ovvero che Rossi li avesse trattati secondo le regole, tanto che il giudice aveva condannato la coppia di moldavi al pagamento delle spese legali.
Ma se il primo grado aveva dato ragione a Rossi, l’Appello ribalta la situazione. La Corte di Appello di Ancona, infatti, ha stabilito che Rossi avrebbe licenziato illegittimamente gli ex custodi della sua mega-villa di Tavullia. Per questo motivo la Corte ha stabilito che Rossi dovrà pagare spese per un totale di circa 34 mila euro, suddivise tra l’indennizzo alla coppia di moldavi per l’illegittimo licenziamento e circa 10.000 euro di spese legali al loro avvocato (Mario Del Prete, coadiuvato dalla collega Cinzia Fenici). Stando a quanto affermato dal legale della coppia a 'Il Resto del Carlino', si è arrivati a questa decisione in quanto è stato dimostrato che a settembre 2016 la villa era già stata assegnata a Rossi e che dunque Valentino aveva l'obbligo di continuare a pagare lo stipendio ai due custodi.
Una bella rivincita per la coppia di moldavi, che se dopo primo grado doveva pagare le spese legali, ora invece incasserà 24.000 euro. I legali di Valentino Rossi potrebbero però decidere di andare in Cassazione, oppure la vicenda potrebbe chiudersi qui con il pagamento di quanto stabilito.