La statale della Val Trebbia vanta origini storiche: fu infatti
concepita
e tracciata dai tecnici di Napoleone, che oltre alle famose capacità di
stratega mostrò lungimiranza per il mondo civile. L’imperatore francese
dava giustamente importanza alla rete stradale, sia per lo sviluppo commerciale
sia per quello militare.
Lo scopo di questa strada fu quello di aggirare i pesanti dazi imposti
all’epoca dalla provincia di Bobbio e dal regno sabaudo e favorire così
i rapporti commerciali tra le diverse regioni e Stati. Da qui il nome di
via Napoleonica.
Altro periodo storico che ha visto protagonisti questi territori è quello
dell’ultimo conflitto mondiale, quando le truppe tedesche si ritirarono
verso nord incalzate dagli eserciti angloamericani, e la Val Trebbia divenne
un importante passaggio per le staffette e i portaordini dell’esercito
che tedesco, che in sella ai loro sidecar Zundapp o BMW percorrevano queste
strade.
Oggi Bobbio è una normale cittadina del piacentino, con i suoi bar, gelaterie
e ristori, che nel week-end sono presi d’assalto dai nugoli di
motociclisti
accaldati, o utilizzai come teatro di infinite discussioni o semplicemente
punto di riposo in attesa di qualche “trenino” interessante.
Proseguendo
si passano vari e
caratteristici paesini come Marsaglia, Losso o Ponte
Organasco, dove ogni bar è facilmente riconoscibile dai capannini di
moto posteggiate fuori. Ma la Val Trebbia è troppo bella per essere catalogata
come terreno di scontri per i motociclisti smanettoni.
Il modo migliore per viverla, che vale per tanti altri passi o precorsi
stradali, rimane quello di godersi appieno il panorama, acquisendo il proprio
ritmo senza forzature, lasciandosi andare a una guida figurata e divertente,
rimanendo sempre ampiamente entro i propri limiti. Tutte piccole malizie
che un appassionato esperto conosce e capisce perfettamente. E che oltretutto
evitano gli spiacevoli incontri con le forze dell’ordine, attirate dal
comportamento troppo pistaiolo dei centauri più agitati. Andando avanti
nel percorso, si finisce per essere cullati dal piacere continuo del percorso,
che fiancheggia continuamente il fiume e regala
paesaggi
pittoreschi,
resi ancora più belli dai bellissimi
riverberi e giochi di luce che
nelle prime e ultime ore della giornata si manifestano.
E
le mete finali possono essere svariate, Chiavari,
Genova,
Recco o le splendide
Cinque Terre non sono che possibili
arrivi di questo bellissimo giro che senza bisogno di sosta porta in Liguria
fino quasi a Torriglia. Da qui in poi la continuazione dipenderà dalla
meta scelta, se si preferisce arrivare in fretta al mare si continua sulla
statale 45, che grazie a qualche breve allungo porta confortevolmente a
destinazione. Se invece la fame di curve non si è ancora placata è possibile
sfruttare un’altra serie di curve si prosegue per altri 10 km e a
Gattona
si seguono le indicazione per Uscio/Recco, sulla strada comunale A333.
Il percorso è molto più lento e tortuoso, così come il fondo non è più
sempre perfetto, ma il percorso è ricco di profumi e circondato per gran
parte da due veri muri di verde. Fino a quando, come un regalo, all’ultimo
momento spunta Recco e il mare e non rimane che scegliere cosa fare, perché
dopo infinite piege è giunto il momento di rilassarsi, magari con un bel
bagno, o di compiacere anche la gola con la tipica focaccia ligure.