Prima di tutto vogliamo conoscerti meglio. Chi sei, da dove vieni e come ti sei appassionato alla moto?
“Sono Geronimo Alberto Zapata Bacur e vivo in Argentina. La passione per la moto arriva da mio padre, un ex pilota di enduro e motocross e oggi meccanico. Sono cresciuto tra moto, pezzi di ricambio, coppe e gare. I miei genitori hanno visto subito che quando ero in pista diventato matto e volevo salire sulle moto e così facendo qualche sacrificio mi hanno comprato una Yamaha PW 50. Da lì ho iniziato”.
A quali gare hai partecipato prima dell’incidente?
“Sono partito da competizioni locali, poi regionali per arrivare al Campionato Nazionale. Sono riuscito a vincerlo tre volte. Ho corso anche in Perù e in varie parti del Sud America. Nel 2014 ho provato anche a fare il Mondiale Junior in Belgio, ma ho rotto la moto nelle prove e non sono riuscito a qualificarmi. Fino al 2019 sono stato molto competitivo in Sud America e il mio sogno era venire a correre in Italia”.
Poi, nel 2020, hai avuto quel brutto incidente: cosa è successo?
“Stavo guidando la macchina, ma ero molto stanco. Credo di essermi addormentato e dopo aver colpito il guard rail la macchina si è cappottata. Sembra che il mio braccio sinistro sia uscito dal finestrino mentre l’auto strusciava e così l’hanno dovuto amputare. Per mia fortuna dietro di me c’era una dottoressa che mi ha prestato soccorso, fermando l’emorragia; mi ha salvato”.
Quanto ti ha cambiato quell’incidente?
“Ha sconvolto i miei piani sportivi. Il resto non troppo. Sono solo un po’ più lento e non solo in moto. Anche nelle cose semplici, come vestirmi o lavarmi, mangiare. Tutte cose che con due mani fai in automatico e fino a quando non ti mancano non ti rendi conto”.
Hai impiegato molto tempo a riprenderti dopo l’incidente?
“No. A livello mentale mi sono ripreso già dopo una settimana, stupendo i medici e gli psicologi che mi seguivano. Mentre per il recupero fisico ho impiegato circa tre settimane. Pensa che dopo un mese e mezzo stavo provando a risalire in moto e dopo due ho ricominciato a girare”.
Perché hai deciso di tornare in sella?
“Non l’ho deciso. Non ho mai pensato il contrario, non sono mai voluto scendere. Forse è proprio l’amore per questo sport e per le moto che mi dà la forza e la motivazione per andare avanti”.