Lungo il percorso ci siamo fermati a tre birrifici artigianali: Le Fate, a Comunanza, i Castelli, ad Arcevia, e il Cantria, a Cantiano. Avendo tempo li avremmo visitati tutti, ognuno di loro ha una storia da raccontare. Inutile dirvi che servirebbero bauletti senza fondo per fare scorta di tutte quelle birre così diverse, ce n’è una varietà imbarazzante. La lezione che abbiamo imparato da questo viaggio è che la birra non è soltanto una piacevole bevanda, ma è creatività e capacità di esecuzione. Al mastro birraio spetta l’ardire di sperimentare nuovi abbinamenti con le materie prime locali, creando quel legame territoriale che rende unico ogni birrificio artigianale. Le Fate prende il nome dall’antica leggenda della Maga Sibilla e della sua corte di fate appunto, che dimoravano all’interno di una grotta sui Monti Sibillini (la “Grotta Delle Fate” sul Monte Sibilla a 2.150 m). Dal libro “Il Guerrin Meschino” di Andrea da Barberino provengono anche i nomi delle birre, ispirati dalle fate del racconto che sono state poi rappresentate in stile Manara da un grafico di Comunanza.
L’azienda agricola è nata nel 2011 con una piccola ma ambiziosa produzione che, dopo 10 anni, è arrivata a 12.000 litri a ciclo. Miele, castagne, anice verde di Castignano, mela rosa dei Monti Sibillini (presidi slowfood) sono alcuni degli abbinamenti che danno vita alle birre delle fate, per scelta leggere, con gradazione alcolica tra i 4,7 e gli 8 gradi. In azienda è possibile chiedere una degustazione o acquistare direttamente. I Castelli è nato nel 2012 come attività parallela, 3 anni dopo la scelta di entrambi i titolari di licenziarsi dalle rispettive attività per dedicarsi interamente al progetto: alla domanda come è nata la loro passione, rispondono: “Siamo grossi bevitori!”. L’azienda prende il nome dal territorio detto dei castelli (Avacelli, Arcevia, Montale, Caudino, Castiglioni, Piticchio, Palazzo, Loretello, Nidastore, S.Pietro). I nomi delle birre (oltre 25) si rifanno invece al latino, prendendo spunto dalle singole caratteristiche: l’Extrema Ratio (double ipa 7,4% vol.) è molto decisa e ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, l’Effetto Placebo (session ipa 3,5% vol.) al contrario è una birra molto leggera. La loro produzione si aggira intorno ai 1.600 litri per ciclo e la scelta di utilizzare anche la lattina è dettata non solo dalle richieste di mercato, rispetto al vetro il prodotto non prende luce e non ha alcuna micro ossigenazione. Anche qui troverete dei veri appassionati pronti a farvi degustare il frutto del loro duro lavoro (vendita diretta). Il Catria è nato nel 2014 come un semplice birrificio agricolo ma oggi è molto di più. Qui potrete soggiornare (70 euro a camera), piantare una tenda (permanenza gratuita ma solo per una notte), pranzare o cenare con taglieri arricchiti da gustosi piatti tradizionali (gulasch, carne di cavallo, cresce di Urbino) e sorseggiare le loro birre (7 varianti, da 5 a 9,5 % vol.). I nomi si ispirano alle “Tavole eugubine”, le sette tavole bronzee rinvenute nel XV secolo nel territorio dell’antica Ikuvium (Gubbio). Mentre il nome dell’azienda è ispirato al vicino Monte Catria. Gran parte della vendita è diretta, quindi se vi piacciono le loro birre dovrete tornare a trovarli più spesso!