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28 November 2008

Turismo: itinerario fra le cantine vitivinicole della Toscana

In sella ad una BMW GS 1200 Adventure, abbiamo visitato le più importanti cantine vinicole della Toscana delle famiglie che, con l’uva, hanno fatto la storia della regione. Ci siamo stupiti nel vedere come tenute secolari, si fondano con le più moderne strutture, progettate da architetti della fama di Renzo Piano. Ecco come, dove e quali sono i luoghi dell’enologia più prestigiosa al mondo.

L'arte di pigiare l'uva





L’ARTE DI PIGIARE L’UVA
La storia del vino è vecchia quanto quella dell’uomo, così come narra la Bibbia: Noé, scampato al diluvio, piantò alcune viti, raccolse i frutti e poi li spremette… L’arte di pigiare l’uva ci accompagna da sempre, così come il rito del bere e di fare convivio. Cantine, enoteche, botti, calici, vendemmia e degustazioni sono “luoghi e momenti” del vino che amiamo frequentare perché ci riportano a cerimoniali ancestrali, per secoli rimasti identici. Eppure basta una gita in moto di un fine settimana, in quella che nell’immaginario collettivo è terra per eccellenza del rosso, la Toscana, per rendersi conto che qualcosa sta cambiando nel paesaggio, anche culturale, del vino. Guidiamo una moto perfetta per queste zone, una BMW Adventure 1200: la posizione eretta permette di guardarsi intorno, la coppia del motore ci fa viaggiare quasi in scioltezza, con una guida molto rilassata, e la ciclistica sana permette di godere le migliaia di curve distribuite ad arte lungo tutto il percorso.

Frescobaldi in Val di Chiana




FRESCOBALDI IN VAL DI CHIANA Si inizia dalla Val di Chiana: ad una decina di chilometri dal castello, emblema di Montalcino, rintracciamo il viale di cipressi che attraversa la vasta proprietà della famiglia Frescobaldi, da 30 generazioni impegnata nella produzione di grandi vini. Pensate che le cantine sono ricavate sotto un ampio specchio d’acqua appositamente realizzato come isolamento! Colpisce il contrasto cromatico tra le enormi botti di rovere, un centinaio di “monolocali” della capienza di 17.500 litri cadauna e le luccicanti tank di acciaio, quelle in cui il vino inizia il suo processo di invecchiamento. Si scende sotto archi ovali sapientemente illuminati, ad incorniciare 3.000 “piccole” barrique (si fa per dire: 225 litri l’una). Più che in una cantina si ha la sensazione di essere nel caveau di una banca: aria fresca e un piacevole profumo ci accolgono. Protetta da una solida grata di ferro c’è Luce, la stanza che ospita bottiglie esemplari, legate alla storia tra la famiglia Frescobaldi e quella californiana dei Mondavi (a Robert Mondavi si deve l’apertura della strada dei vini di qualità made in USA).

Vini, Leccornie e abbazie





VINI, LECCORNIE E ABBAZIE
Percorriamo il lungo sterrato che ci separa dall’abbazia di Sant’Antimo: basta così poco con la BMW Adventure per alzare un polverone da deserto. Solo che qui ci troviamo nella placida Valle Starcia, tra ulivi secolari che inducono alla meditazione. La visita all’abbazia benedettina suscita sempre una certa emozione, tanto più quando all’interno c’è un frate intento a pregare, immerso nel silenzio e nell’odore acre dell’incenso.

Rientriamo a Montalcino per una breve visita al castello e all’annessa enoteca, una galleria di preziosissime bottiglie e prodotti locali, come i prosciutti di cinghiale.

Ci lasciamo cullare dalle dolci colline che precedono il borgo di Buonconvento, per poi raggiungere un altro famoso luogo di raccoglimento, l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, che si staglia con la sua imponente struttura a mattoncini rosa incorniciata da un bosco di cipressi. Da non perdere, al suo interno, il ciclo di affreschi del Signorelli e di Sodoma, e le terracotte dei Della Robbia.

Nel cuore delle Crete Senesi




NEL CUORE DELLE CRETE SENESI Segue la tratta più bella da guidare in moto, quella che ci porta nel cuore delle Crete Senesi, in un susseguirsi di biancane, i rilievi a forma di cupola dal caratteristico colore chiaro, e calanchi, particolari morfologie del terreno. Forse non c’è nulla di più emozionante che scollinare, trovarsi davanti il nero serpente di un asfalto che attraversa prati verdissimi, e sapere che il nostro avantreno interpreterà quelle traiettorie come la lama di un coltello sul prosciutto. Ad Asciano c’è la stazioncina del “Treno Natura”, una specie di macchina del tempo che fa tappa in minuscole pievi, isolati borghi e castelli, offrendo soste golose ai passeggeri.

Il Chianti


IL CHIANTI Proseguiamo per il Chianti e i percorsi cambiano: si guida tra le viti, sempre salendo e scendendo da una collina all’altra. Ogni tanto, si entra in qualche bosco. Il Castello di Brolio è immerso tra gli sconfinati vigneti dai quali la famiglia Ricasoli, da oltre sei secoli, ricava i suoi rinomati vini. Immersa nella nebbia e, per questo, ancor più affascinante, ci appare la Badia di Coltibuono, ex convento del X secolo, appartenuto ai monaci vallombrosani, ma il buio incombe, quindi ci affrettiamo a raggiungere Montefridolfi, passando per il passo dei Pecorai. Il nome ci faceva pensare a un’isolata via tra i pascoli, in realtà è una stradona piena di edifici e abbastanza trafficata, dato che siamo vicinissimi a Firenze; perciò, cerchiamo di arrivarci attraverso un reticolo di viottoli che mettono a dura prova il nostro affezionato navigatore satellitare. Ci sono i caratteristici sterrati toscani a fondo duro, facili, di colore bianco.

Tenute Antinori: Salsoia e Tignanello




TENUTE ANTINORI: SALSOIA E TIGNANELLO Arriviamo alla tenuta di Fonte de’ Medici, proprietà della famiglia Antinori, dove passeremo la notte in uno dei numerosi appartamenti, ognuno contraddistinto dal nome di un vitigno. Ci assegnano il “Merlot”: un ampio soggiorno con il camino, una piccola ma deliziosa cucina, una spaziosa camera da letto affiancata dal bagno, il tutto arredato con cura. Cena toscana nel sottostante ristorante, innaffiata da “nettare” di Tignanello del 2002. La mattina seguente ci attende un paesaggio inaspettato, un quadro di alture striate di bianco. Sono le colline di Solaia e Tignanello, quelle disseminate di quarzi bianchi che riflettono il sole sulle parti sottostanti del vitigno e, nel contempo, permettono un miglior drenaggio del terreno. Quella di Tignanello è la più antica delle tenute degli Antinori, quella in cui cominciarono, negli anni Settanta, le prime colture. Dominata dalla villa padronale di aspetto cinquecentesco, la cantina è divisa tra parte vecchia, in cui il vino riposa nelle barrique, e quella nuova, in cui avviene la vinificazione. Ed è qui che iniziamo una lunga chiacchierata sul progetto della nuova città del vino di Bargino, che proietta nel futuro una delle più antiche famiglie fiorentine.

Badia a Passignano, Terre Antinori


BADIA A PASSIGNANO, TERRE ANTINORI Per raggiungere la vicina Badia a Passignano, un gruppetto sparuto di case di sassi, costruite a ridosso dell’imponente monastero, in cui vivono solo 4 monaci, percorriamo la tipica stradicciola toscana che sale sulle creste delle colline. La visita del monastero, per via di alcuni restauri, è vietata anche agli ospiti della famiglia Antinori, ma non quella della cantina, ricavata nei sotterranei. Alti soffitti a crociera creano disegni geometrici con le file di barriques impilate, nelle quali invecchia il Badia a Passignano Riserva, un pregiatissimo Chianti Classico Riserva DOCG. All’esterno, dentro l’ex granaio, sorge l’ “Osteria”, che propone ricette contadine come la ribollita, preparate con i prodotti dell’orto. Ma noi andiamo nella più rustica“Trattoria della Scuderia”. Sembra di essere più ospiti che clienti; i salumi sono una vera favola, a partire dal prosciutto crudo e dal pane fatto in casa, il tutto per pochi euro. Altro tuffo nella Toscana da cartolina: stradine fino a Campana, mille pieghe fino a Castellina in Chianti, quindi strada secondaria, sempre bella, fino a Lilliano e Castellina Scalo. Si sfiora la bellissima Monteriggioni, poi si percorre la Val d’Elsa su una veloce strada di fondovalle con curve veloci che si trasforma in strada di montagna a tornanti, sempre molto bella, fino all’abbazia di San Galgano, la mitica chiesa senza tetto legata alla leggenda della “Spada nella Roccia”, esposta nel vicino Eremo di Montesiepi.

Rocca di Frassinello




ROCCA DI FRASSINELLO Solcando le Colline Metallifere raggiungiamo la nostra terza meta, la cantina di Rocca di Frassinello. Adagiato su una collina nella campagna grossetana, l’edificio, progettato da Renzo Piano, si svela con la sua torre, mentre il resto rimane celato fino all’ultimo. È una struttura moderna, con uffici openspace, una sala degustazione ricavata nelle trasparenze del vetro, in cui riconosciamo il volto di un notissimo cuoco campano in visita di cortesia, un’ampia terrazza su cui crescono simbolicamente alcuni vitigni e la cantina in cui avviene la lavorazione. Un discorso a parte va fatto per la barricaia, un anfiteatro in cui il vino raggiunge la giusta maturazione raccolto in botti di rovere, illuminato da quattro finestroni laterali e da una serie di lampade, poste sul soffitto, in uno studiatissimo gioco di luci. Noi, invece, ci affidiamo al faro della moto per raggiungere l’agriturismo che si affaccia sul piccolo specchio d’acqua del lago dell’Accesa.

Cantina di Petra


CANTINA DI PETRA L’indomani ci attende la colazione sulla terrazza panoramica, una fugace visita a Massa Marittima ed alla sua incredibile piazza e, infine, alla vicina cantina di Petra, progettata dall’architetto ticinese Mario Botta, altro esempio di moderna cattedrale del vino. Affrontiamo il tortuosissimo tratto di strada che separa Suvereto da Castagneto Carducci, un’altra zona agricola consacrata alla viticoltura. La strada è una meraviglia: tutta curve ad esse incalzanti. Anni fa la percorremmo con una Kawasaki ZZR1200 e ci ritrovammo con i palmi delle mani in fiamme: per curve così strette, è molto meglio il manubrio panoramico della nostra BMW. Ettari ed ettari di filari di vigna hanno preso il posto delle coltivazioni di girasoli o di granoturco e producono uve di qualità altamente selezionata, necessaria per ottenere quei vini che il mondo intero ci invidia. Cantine nate da poco, come quella di Ca’ Marcanda, completamente interrata, o quella che sta nascendo su progetto dell’architetto Gae Aulenti, costellano la via bolgherese, fino a raggiungere il famoso viale dei Cipressi, quello tanto caro a Carducci, degna passerella di chiusura per il nostro viaggio.

Bloc Notes





DOVE MANGIARE


Montalcino (SI)
Osteria Porta al Cassero, via della Libertà 9, tel. 0577/847196. A pochi passi dal castello, il locale, arredato in stile rustico, propone cucina tipica locale come pinci all’aglione, scottiglia di cinghiale con fagioli all’uccelletta o l’inconsueta trippa allo zafferano.

Badia a Passignano (FI)
Osteria di Passignano, via Passignano 33, tel. 055/8071278. Adagiato sulla collina che ospita il Chianti Classico Riserva Badia di Passignano, al fianco dell’omonima Abbazia, il ristorante, aperto nel 2000, propone una cucina basata sui prodotti di stagione, garantendo qualità e freschezza degli ingredienti. Da segnalare anche la Bottega interna.

Gavorrano (GR)
La Vecchia Osteria, Bagno di Gavorrano, via Marconi 249, tel 0566/844980. Il paese, dalla cui miniera un tempo si estraeva la pirite, vanta ormai da anni, un ristorante in cui si incontrano i vecchi sapori di un tempo: tortelli al ragù, cinghiale alla cacciatora, e qualche variazione come baccalà alla livornese. Ampia proposta di vini, con un occhio di riguardo alla pregevole produzione locale.

Massa Marittima (GR)
Trattoria Sbrana, Località Ghirlanda - Via Perolla 96, tel. 0566/902704. In un locale recentemente rinnovato, ai piedi della collina di Massa Marittima, prosegue la lunga tradizione famigliare con le vecchie ricette toscanee verdure dell’orto di casa. Prezzo medio attorno ai 20 euro.

Castagneto Carducci (LI)
Zi’ Martino, Località San Giusto 264, tel. 0565/763666. Situato all’inizio della via Bolgherese, quella che conduce al famoso Viale dei cipressi, l’albergo-ristorante propone piatti classici come tortelli e pappardelle ai vari sughi di cacciagione, cinghiale in umido ed un fantastico cacciucco alla livornese. Da provare il dolce di Andrea.

DOVE DORMIRE


Montalcino (SI)
Hotel Al Brunello di Montalcino, Strada Provinciale Traversa dei Monti, tel. 0577/849304, www.hotelalbrunello.it. Situato a pochi chilometri dal centro di Montalcino, l’hotel è immerso nel silenzio della campagna, con piscina scoperta da cui si gode un’ampia vista sulle
colline circostanti.

Montefiridofi (FI)

Fonte de’ Medici, via Santa Maria a Macerata 31, tel. 055/8244700, www.fontedemedici.com  Un’intera collina, a fianco di quelle di Tignanello e Solaia, ospita un complesso di casali e poderi rimodernati di proprietà della famiglia Antinori, con servizi comuni come la piscina, il campo da tennis e l’ottimo ristorante. C’è anche la possibilità di soggiornare in appartamenti di dimensioni più ridotte, completamente indipendenti e con ogni confort. Disponibili varie tipologie di appartamenti: dal più piccolo di 25 mq. per due persone, fino a quello di oltre 100 mq., che può ospitare 6 persone.

Massa Marittima (GR)
Podere Poggio Corbello, Località Poggio Cobello, tel. 0566/919029, www.poggiocorbello.it . Adagiato sulle tranquille colline dell’entroterra maremmano, con vista sul lago dell’Accesa, l’agriturismo offre la possibilità di soggiornare in camere di varie metrature o in mini appartamenti anche per 4 persone. Oltre alla piscina, per i più sportivi campo da tennis e calcetto e, per i piccoli ospiti una mini fattoria con mucche, buoi maremmani, conigli e cinghiali.

Castagneto Carducci (LI)
Carlo’s Hotel, Località San Giusto 266, tel. 0565/765190, www.hotelcarlos.it . Un vecchio casale toscano, sapietemente rimodernato, ospita 16 camere disposte su tre piani, oltre al centro benessere con piccola piscina, sauna e palestra. Prezzi a partire da 80 euro per la camera doppia.

LE ALTRE “CATTEDRALI” DEL VINO


Sono tante le nuove cattedrali del vino progettate da famosi architetti in Toscana. Piero Sartogo, affiancato dalla canadese Nathalie Grenon, ha firmato, oltre a Castelgiocondo per la famiglia Frescobaldi, la tenuta di Badia a Coltibuono, a Gaiole in Chianti, di proprietà di Emanuela Stucchi Prinetti. Giovanni Bo ha progettato Ca´ Marcanda, a Bolgheri, del vigneron piemontese Angelo Gaja, una struttura completamente sotterranea e ricoperta dal prato. Michael Bolle ha disegnato per l´imprenditore olandese Eric Albada Jelgersma, una cantina geo-biologica a Caiarossa, in Val di Cecina. Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo il volume Architettura e vino. Nuove cantine e gusto del vino, di Francesca Chiorino, edito da Electa (50 euro).
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