STRADE BIANCHE Toscana, campagna senese: bella meta per un viaggio, no? Ok, … ma, direte voi, niente di nuovo sotto il sole. Val d’Orcia, Crete Senesi, la collina di Montalcino, tutte aree già arcinote come mete d’eccellenza di gite, tour e ogni altra possibile declinazione della parola vacanza. Innegabile, proviamo allora ad aggiungere un’altra parola, come in un motore di ricerca su web: aggiungiamo strade bianche, per vedere se i risultati proposti formulano qualche consiglio più prezioso. E funziona, altroché se funziona, così si apre un mondo di ulteriori possibilità per dare valore a un viaggio in terra di Siena. Lo testimoniano i nuovi paesaggi; lo conferma il traffico che si fa più raro; lo conferma la guida divertente. Certo se la due ruote ha i mezzi manubri l’interesse è relativo, ma se il manubrio è largo, includendo dalla enduro alla moto da turismo (ma non troppo pesante), bé, allora fatevi incuriosire che ne vale la pena. La campagna senese ha una bella rete di sterrate, basta un’occhiata a una carta stradale di scala almeno 1:200.000 per rendersene conto, strade facilmente percorribili anche in due più bagagli, frequentate solo da qualche raro turista, mezzi agricoli e qualche auto locale spesso con guida da rally, quindi attenzione. Come resistere alla tentazione? E allora in viaggio.
SIENA: MISITCA E MEDIOEVALE
La proposta prende inizio dal capoluogo, il Medioevo fatto città, Siena, distesa sul crinale da cui domina la campagna. Proibito sostarvi e privarsi di una passeggiata serale, quando le strade si svuotano, restituendo silenzio e spazi alle proporzioni delle architetture: Piazza del Campo si fa geometria assoluta, la cattedrale si trasforma in un elegante concerto mistico. E ora cambio di scenario, un colpo di gas deciso per dare forza al balzare in sella e pronti a scorrere verso sud. La meta è Torre a Castello, paesotto a fianco del veloce raccordo Siena-Bettolle (cioè tra Siena e la A1), confine tra Crete Senesi a sud e Chianti Senese a nord. La rotta sterrata naviga su crinali panoramicissimi dove le soste per foto sono continue (ai due bivi si va sempre a destra), rasentando il borgo di Monte Sante Marie, che fu paese di mezzadri, poi abbandonato e ora gradevolmente risorto in chiave agrituristica.