Un bel po’ dopo San Lorenzo a Merse, alto sopra una collina boscosissima, si trova il sinistro castello di Crevole, dove la leggenda dice che ci sia una biblioteca nascosta, non ancora trovata e protetta dal fantasma del vescovo Donosdeo Malavolti, morto qui nel XIV secolo, mentre difendeva il maniero. Se siete fortunati (ma anche no), dovreste venire aggrediti da lui, dal suo esercito e dai loro improperi.
Siamo ormai a Murlo, un minuscolo borgo di origini etrusche, raggomitolato su se stesso come un gatto addormentato. È la sede del Villaggio della Birra, una manifestazione che si svolge a settembre di ogni anno, dal 2007. Seguono altri borghi dominati da castelli, come Bibbiano e Castiglion del Bosco. Il primo è antichissimo (risale all’850) ed è stato posseduto anche dalla famiglia Borghese. Il secondo è dentro un bosco attraversato da una fantastica strada “millepieghe” ed è stato trasformato in un resort di lusso, un luogo di delizie da 800 euro a notte (comprensivi di cena all’Osteria La Canonica) con una cantina che produce brunello.
Poco più in là c’è Montalcino (SI), capitale di detto brunello, un’altra delle località medievali prese d’assalto dal turismo di massa di questo giro, al pari di San Gimignano e Volterra: e se ciò accade è perché è un bel posto. Anche qui abbiamo un interessante borgo medievale dominato da un castello.
Ormai il Monte Amiata è talmente vicino che, come capita con tutte le montagne, lo si vede meno bene che da lontano. Ci si può salire da varie parti, noi scegliamo Arcidosso (GR). Anche questo paese, per l’abbondanza di palazzi, chiese e fortificazioni, merita una visita accurata, ma per noi ha un fascino in più: è qui che è nato e che è stato ucciso David Lazzaretti, il “Cristo dell’Amiata”.
Non siamo seguaci della chiesa giurisdavidica da lui fondata, ma ci ha sempre incuriosito la sua vita: nato povero e cresciuto nella dissolutezza, in seguito a certe visioni (allucinazioni?) ha capito di essere una sorta di nuovo Gesù Cristo, s’è dato all’eremitaggio sul Monte Labbro, ha raccolto molti seguaci, ha infastidito la Chiesa cattolica fino a beccarsi l’accusa di eretico, tanto da venire ucciso, nel 1878, da un militare intenzionato a fermare una sua processione. Ancora oggi, sul Monte Amiata, ci sono discendenti dei suoi adepti.
Il nostro itinerario finisce qui, sulla vetta non panoramica dell’Amiata, un vulcano che raggiunge i 1.745 m di quota e che è ricoperto di foreste fino in vetta. La strada termina 70 m di dislivello più giù. Da Arezzo a qui, solcando le vie più brevi, avremmo percorso 90 km; noi ne abbiamo coperti 442. E li sono valsi tutti.