Ripercorriamo le note di Motociclismo pubblicate sul numero di agosto 1984, sottolineando i punti salienti così da "immergerci" nella prova fatta più di trent'anni fa. “Nuova frontiera delle supermoto. Senza ricorrere a soluzioni tecniche particolarmente complicate, questa nuova 4 cilindri ha battuto tutti i primati di categoria. Vanta un prezzo competitivo. I risultati delle nostre prove strumentali e il formidabile successo di vendita dimostrano che la Casa giapponese ha colpito il segno. La prontezza all'avvio e il tiro in basso del motore sono piuttosto insoliti per una moto così strapotente. La Kawasaki GPz 900 R è la prima moto di questa classe che monta un alberino contro-rotante per contrastare le vibrazioni, avvertibili ancora su manubrio, pedane, e serbatoio, ma per la verità poco fastidiose. Oltre i 6.000 giri il motore spinge senza incertezze e oltre i 7.000 (che significa viaggiare in sesta ad oltre 170 km/h), ci si sente catapultare in avanti. A questi regimi il motore fornisce il meglio di sé. La GPz 900 R, che nella categoria oltre 750 detiene almeno tre record prestigiosi (400 m da fermo, velocità massima e potenza specifica), è stata progettata per una guida decisa su strade aperte. Costretta invece nel traffico cittadino, con una carenatura particolarmente attillata che non consente lo smaltimento del calore, ricorre costantemente all'elettroventola per mantenere il liquido refrigerante intorno ai 97°C. Questa stufa accesa tra le gambe crea un certo disagio se non si è adeguatamente equipaggiati. La posizione di guida è ottima per l'impiego sportivo. Quando invece si ripiega sulla guida turistica, si rimpiangono molte cose: un manubrio lievemente più largo, una sella meno dura, una posizione migliore per il passeggero ed infine, d'estate, un po' meno calore proveniente dal motore.
Ma venendo alle caratteristiche di guida e comportamento sul veloce, la stabilità è eccezionale sotto tutti i punti di vista. Si pennellano le traiettorie con una precisione ed una tenuta dei pneumatici veramente esemplare, senza timore che nulla strisci a terra. I freni svolgono egregiamente il loro compito. La GPz 900 R si adatta splendidamente all'utilizzo in circuito e riesce a non sfigurare nei confronti di macchine espressamente realizzate per le corse. Su strade aperte, magari in montagna, si paga un po' il prezzo di un manubrio stretto per controllare tanti kg (240) e di un motore che dà il meglio oltre i 6.000 giri. In questi casi inoltre è necessario contrastare una evidente tendenza al sovrasterzo: il pilota deve prendere in mano la situazione con autorità ed è necessaria una guida di forza.
Questa splendida Kawasaki si indirizza agli appassionati di guida veloce, esperti e competenti, finalmente appagati da tutto ciò che è umanamente possibile chiedere ad un mezzo motorizzato su due ruote. Non ci sentiamo invece di consigliarla per uso turistico, per il quale molte cose lasciano a desiderare. Una moto infine decisamente sconsigliabile agli inesperti”.