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Tom Sykes e David Salom: li abbiamo intervistati ad Eicma

I due piloti ci raccontano quali sono i punti forti e quelli da migliorare delle loro Ninja; parlano del loro futuro, dicono cosa pensano dell’elettronica e… dei giochi di squadra. Le loro parole

Tom sykes e david salom: li abbiamo intervistati ad eicma

Allo stand Kawasaki abbiamo incontrato il campione del Mondo della categoria SBK EVO, lo spagnolo David Salom, e il vicecampione del mondo della SBK, l'inglese Tom Sykes. Con loro abbiamo parlato della stagione appena conclusa e delle aspettative per il 2015.

 

David, ti è piaciuto correre nella categoria EVO?

Sì, molto, è una classe fatta per i piloti e squadre che non hanno budget stellari da investire, dove ci siamo confrontati con moto molto simili dal punto di vista di potenza ed elettronica. Questo l’ha resa molto divertente.

 

Trovi giusto quindi che esista un campionato mondiale alla portata di tanti, anche se le moto non sono il massimo dell’evoluzione?

Sì, il fatto che ci sia un regolamento che ponga limiti precisi e importanti è un bene, altrimenti se fosse solo una questione di soldi si finirebbe sempre a vedere lì davanti le solite Case, come succede in MotoGP, e a parlare degli stessi piloti, quelli che possono pagare. Tanti team non avrebbero la possibilità di emergere anche se lo meritano, mentre nella EVO anche squadre con meno possibilità economiche se lavorano bene possono arrivare davanti e ottenere sponsor e visibilità.

 

Quali sono i punti forti della tua Ninja?

Il punto forte è… tutta la moto. Aprilia ha un motore potente ma è un po’ indietro di telaio, Suzuki ha un telaio rigido e non è velocissima, Ducati ha un telaio troppo morbido e il motore non va fortissimo; noi siamo forti in tutte le aree, è una moto molto completa e molto bella da guidare.

 

Quindi è stato facile vincere…

No dai non facilissimo (ride, ndr), ma più facile che se avessi avuto un’altra moto. Ovvio poi che non è solo la moto ad andare bene ma tutto il team, abbiamo lavorato tanto durante l’inverno e penso che questo ci ha aiutato sempre ad essere un po’ più avanti degli altri.

 

Se dovessi indicare a Kawasaki un punto da migliorare per l’anno prossimo quale gli diresti?

Diciamo che è quello che facciamo tutto l’anno, indicare alla Casa i punti sui quali bisogna lavorare e fare sviluppo. Ora non posso dirvelo, sono informazioni riservate.

 

Il vostro avversario più forte è stato BMW, c’è qualcosa che invidi alla S 1000 RR?

Hanno un’elettronica un po’ migliore, sono un po’ più avanti, ma per fortuna non hanno una moto competitiva in tutte le aree come la nostra.

 

Si parla tanto di elettronica adesso. A te piace? O preferiresti che non si utilizzasse in gara?

A me non piace tanto. Io penso che sia il pilota che deve guidare la moto, non è possibile che si possa prendere in mano il gas a centro curva, aprire e poi fa tutto lei. Sarebbe molto meglio se a guidare la moto fosse il pilota, non viceversa.

 

L’anno prossimo che progetti hai?

Sarò un pilota della Kawasaki Europa, non il pilota di un team, per cui decideranno loro dove mandarmi.

 

Dove ti piacerebbe correre?

Mi piacerebbe fare il mondiale supersport, ma credo che Kawasaki preferirà tenermi in SBK. Sarebbe bello rimanere in questo team, ma la possibilità non c’è perché loro hanno già due piloti.

 

Come mai vorresti tornare in supersport?

È una categoria che mi è sempre piaciuta, sono stato vicecampione del mondo nel 2011 sempre con il team Kawasaki Provec Motorcard, sempre con la sensazione di poter vincere. Mi è rimasta la voglia, e credo che con un buon team potrei ottenere buoni risultati. Ora la possibilità non c’è, ma non è detto che non ci sarà più avanti.

 

Grazie David, e in bocca al lupo.

Crepi, ciao!

 

Tom, mi sembra quasi di parlare con un tre volte campione del mondo SBK. Come ti senti al proposito? Sono sicuro che dentro di te sai che avresti facilmente potuto esserlo davvero.

Beh, onestamente, da pilota molto competitivo quale sono è abbastanza difficile perché, sai, molte persone hanno le loro opinioni, ma quello che è successo nelle ultime tre stagioni è che nel 2012 ho perso il campionato per mezzo punto e un altro pilota mi ha buttato fuori durante una gara, e nel 2014 ho perso il campionato per sei punti e anche quest’anno un altro pilota mi ha buttato fuori, e mi è costato un sacco di punti. Quindi, sì, sento che io e la squadra avremmo potuto essere campioni negli ultimi tre anni. Sfortunatamente è andata in modo diverso, ma in fin dei conti siamo arrivati due volte secondi e una volta primi, quindi dai, va bene così. Certo sono un po’ contrariato, ma posso accettare le sconfitte, e ad ogni modo Sylvain ha fatto una grande stagione.

 

Qual è il tuo punto di vista sugli ordini di scuderia?

Naturalmente gli ordini di scuderia sono decisi dalla squadra, non vengono da me. Davvero non voglio fermarmi su questo argomento, un sacco di persone provano ad usare il mio nome in un modo che non mi piace. Come ho detto, sono solo contento di correre e di vincere il titolo per me stesso. Come ho detto, quest’anno c’è stata solo una gara dove non abbiamo fatto punti, e questo a causa di un altro pilota (l’ex compagno di squadra Loriz Baz che, come avrete notato, Sykes chiama sempre “un altro pilota”, ndr). Da quello che ho capito, la squadra non è stata contenta di aver dovuto dare ordini.

 

Quello che è successo ti ha tolto un po’ di motivazione o non vedi l’ora di tornare in sella?

Sono molto motivato ora. Il mio obiettivo, la mia speranza, è quella di vincere due titoli mondiali, e per farlo dobbiamo rimetterci subito al lavoro. so dove dobbiamo migliorare la ZX-10R quindi per me sarà bello prendere giusto una piccolissima pausaper  spegnere il cervello, e poi già fra nove giorni inizieremo i test per la prossima stagione.

 

Parliamo della moto allora, quali sono i punti forti e quelli da migliorare?

Sono molto orgoglioso di aver aiutato a sviluppare la ZX-10R. Per me non ci sono particolari punti di forza, se non quello di non avere punti deboli. È una moto che funziona davvero bene. Certo, qualcosa di migliorabile c’è: nelle piste dove si passa tanto tempo al massimo angolo di piega ci manca un po’ di velocità a centro curva. È un punto su cui stiamo lavorando. Ad esempio Jerez e il Qatar sono due delle piste peggiori per noi, e sfortunatamente proprio il Qatar è dove si è deciso il campionato.

 

Il mondiale SBK si sta muovendo nella direzione di una riduzione dei costi. Che opinione hai in merito?

Onestamente non mi piace questa impostazione. Non sono sicuro se attualmente i costruttori risparmiano soldi, ma di certo in termini di coinvolgimento e di sviluppo è una cosa negativa. A me piace lavorare sulla mia ZX-10R, ad esempio cambiando il cambio a seconda dei circuiti o altre cose, per tirare fuori il meglio dal nostro pacchetto. Ad esempio l’anno prossimo non avremo la possibilità di modificare il cambio, e ci saranno più limiti sul motore. Toglie un po’ di divertimento. Pensate a dovere usare lo stesso cambio per Misano, che è lenta, e per Sepang. Se negli anni passati potevo scegliere il rapporto giusto per ogni curva, l’anno prossimo avrò una marcia troppo corta o troppo lunga e dovrò cercare un compromesso. Ma questo è come vanno le cose, e io non posso cambiare le regole e mi limiterò a fare del mio meglio.

 

Che opinione hai sull’elettronica sempre più presente sulle moto?

Mi piace l’elettronica. Insomma, siamo nel 2014, quasi 2015, e l’elettronica, la tecnologia sono parte della nostra vita. Quindici anni fa avresti scritto  le mie risposte, ora le stai registrando con lo smartphone. È uno sviluppo naturale, non so perché alcune persone pensano che nelle gare dovremmo toglierla. Da parte mia provo sempre a trovare il miglior bilanciamento tra l’intervento dell’elettronica e le sensazioni di guida. L’elettronica non mi impedisce di intraversare la moto, o di cadere. È ancora divertente. Per cui non vedo dove sia la questione. Io provo a prendere il meglio dalla guida e dalla tecnologia.

 

Grazie mille Tom.

È stato un piacere!

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