Tigre contro Tigre: si sfidano in pista due TMax special
Abbiamo messo alla frusta due maxiscooter TMax preparati da due noti autori di special: RM Racing di Bergamo e Team Lorenzini di Mantova. I due maxi di Iwata da loro creati colpiscono e si distinguono per due caratteri opposti: punta tutto sull’estetica il primo, mentre è elaborato per prestazioni eccellenti il secondo.
TMax speical a confronto
T-MAX SPECIAL A CONFRONTO Abbiamo provato in pista a Monza due T-Max
special caratterizzati da un tuning profondo, preparati da due specialisti
di streetfighter e moto da corsa molto noti: RM Racing di Bergamo e Team
Lorenzini di Mantova, che hanno sfornato due special diametralmente opposti:
vistoso e curato all’inverosimile nell’estetica il primo; sobrio
nella
livrea, ma velocissimo l’altro. Perché proprio il TMax? A questa domanda
entrambi i preparatori hanno risposto alla stessa maniera: “Perché ha
la ciclistica di una moto e perciò sopporta qualsiasi modifica”.
Apparenza
APPARENZA Roberto Nesi di RM Racing ha deciso di partire stravolgendo
l’estetica del maxi di Iwata. La base di partenza è un T-Max del 2001.
Tolto il cupolino, il frontale è stato completamente risagomato per disegnare
un anteriore filante e dal profilo schiacciato. I fari ora piccoli e affusolati
come occhi socchiusi, mentre la forma a boomerang degli indicatori di direzione
è ripresa dalla sagoma delle nuove prese d’aria, due per ciascun lato.
Un’altra feritoia nello scudo incanala l’aria verso
l’air-box. Anche
i fianchi del codone sono stati modellati ex-novo e si raccordano con il
posteriore di un Malaguti F10. Il motore della versione che abbiamo provato
era quasi di serie: le modifiche hanno interessano il sistema di iniezione,
gestito da una centralina Power Commander, e lo scarico, un 2 in 1 firmato
Exan. Nonostante gli anni e senza incremento di cilindrata, il twin di
Iwata preparato dal tuner bergamasco riesce comunque a migliorare, seppur
non di molto, le prestazioni dei modelli di serie più recenti. In staccata
le sospensioni (rialzate per aumentare la luce a terra in piega) non accennano
ad evidenti affondamenti e apprezziamo l’ottima modulabilità dei freni,
mentre la potenza assicurata dal doppio disco anteriore è assimilabile
a quella – già buona - dei modelli di ultima generazione.
Sostanza
SOSTANZA Se il TMax di RM Racing colpisce per l’estetica, è
tutt’altra
invece l’idea di Lorenzini, il cui scooter è completamente nero e sembra
quasi di serie. Nella vista anteriore si nota solamente una piccola apertura
appena sopra il gruppo ottico anteriore. Poi gli si gira intorno ed ecco
brillare sul fondo nero l’oro di un ammortizzatore posteriore Öhlins con
serbatoio separato, poi uno scarico completo LeoVince e l’impianto
frenante
anteriore della sportiva R1. Il rombo del motore prende lo stomaco e una
accelerazione bruciante ci proietta fuori dalla corsia dei box. La forza
di questo TMax è nascosta nel propulsore portato a 540 cc, capace di farlo
schizzare a 100 km/h in 4,7 secondi. Notevole anche l’allungo. La
protezione
aerodinamica è migliore di quella del concorrente; ottima la stabilità
sul veloce. Strizziamo entrambe le leve dei freni e, durante la staccata,
la forcella, sostenuta da un kit Öhlins, si comprime copiando alla perfezione
le ondulazioni dell’asfalto.