Test: Yamaha XJ6 Diversion, costo contenuto per avere 78 CV facili da gestire e sufficienti per il turismo
Meno di 7.000 euro per avere una vera e propria tourer, con motore, ciclistica e freni ideali per divertirsi su percorsi molto lunghi, senza rinunciare a comfort e sicurezza: questa è la Yamaha XJ6 Diversion. L’abbiamo provata sulle strade di Sydney, in Australia, dove si è rivelata molto versatile e ha mostrato buone virtù dinamiche come la naked XJ6, da cui deriva.
Test: yamaha xj6 diversion, costo contenuto per avere 78 cv facili da gestire e sufficienti per il turismo
Sydney (AUSTRALIA) 19 gennaio 2009 – Sulle strade nei dintorni
della
metropoli australiana abbiamo preso contatto con la XJ6 Diversion, la nuova
semicarenata turistica della Yamaha. La Diversion è una entry level, proprio
come la naked XJ6 (provata su Motociclismo di gennaio), da cui deriva e
con la quale condivide il motore ricavato da quello della FZ6, ma modificato
per ottenere una diversa coppia ai medi regimi. L’erogazione è stata
addolcita
utilizzando un nuovo profilo degli alberi a camme e riducendo da 36 a 32
mm il diametro dei corpi farfallati dei condotti di aspirazione. Frizione
e cambio sono diventati più precisi. Il propulsore ha una potenza massima
di 78 CV. La forcella ha steli da 41 mm ed il forcellone è in alluminio
scatolato. In Italia sarà disponibile a partire da marzo ad un prezzo che
non è ancora stato definito, ma sarà inferiore ai 7.000 euro.
Nel misto, nonostante sia più pesante della XJ6 per via delle carenature,
si è rivelata molto maneggevole e precisa negli inserimenti in curva, oltre
che sicura grazie ad un impianto frenante potente e modulabile. Piace sui
percorsi lunghi, quando si passa molto tempo in sella, grazie ad una protezione
aerodinamica efficace (a velocità codice), sospensioni scorrevoli (regolabili
solo al posteriore nel precarico) e una buona imbottitura della seduta.
Purtroppo si avvertono le vibrazioni alle pedane ed una certa tendenza
del motore ad aumentare la temperatura dell’acqua, trasmettendo il calore
al fondoschiena e alla gamba destra del pilota. In compenso si apprezza
il motore lineare a tutti i regimi e con una spinta poderosa ai medi.
In città, invece, la Diversion è un po’ deludente per la frizione
leggermente
brusca nella prima parte della corsa e per il cambio che, mentre è dolce
a salire, richiede decisione nella scalata. Questi particolari sono, però,
ben compensati da un propulsore che accetta la piena apertura del gas già
ai bassi.
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