Detto questo, l’ammiraglia SYM si guida che è un piacere. Andiamo con ordine, la posizione in sella è comoda: le gambe, leggermente distese, hanno finalmente uno spazio adeguato (anche se le pedane non sono larghissime), mentre il manubrio basso invita a inclinare leggermente il busto in avanti quando si guida, in un confortevole mix di posizione touring e sportiva. Il parabrezza è regolabile su due posizioni, ma va smontato. In linea di massima è operazione da compiere un paio di volte l’anno, prima e dopo la stagione fredda. La sella è comoda e accogliente, con un piccolo schienalino che sostiene il fondoschiena. La sella ben rastremata è a 795 mm, e chi scrive (180 cm) non ha problemi a piazzare entrambe le piante dei piedi a terra. I due vani nello scudo sono profondi e capienti, il destro dispone di presa USB per ricaricare i device elettronici. Gli specchietti sono abbastanza ampi e consentono una buona visibilità posteriore. Il cavalletto centrale è sorprendentemente leggero da azionare, mentre la stampella attiva un freno di stazionamento. Anche se non è la nostra soluzione preferita (muovere lo scooter da spento con la stampella aperta può trasmettere sicurezza), pochi scooter di tale cubatura montano questo utile accessorio. Dopo la posizione azzeccata, la seconda sorpresa positiva arriva al momento dell’accensione: il TL ha proprio un sound piacevole, rauco e aggressivo, ma senza sconfinare nell’invadenza. Controlliamo la pulsanteria ai blocchetti, sappiamo che non ci sono mappe né elettronica oltre all’ABS, ma un cursore c’è comunque e serve per navigare tra le schermate del computer di bordo. Oltre alle solite info su percorrenza, consumi e tempo di viaggio, è possibile cambiare il layout del cruscotto LCD e scegliere se avere tachimetro e contagiri in vari stili analogici o digitali.