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Moto Morini Seiemmezzo: come vanno, pregi e difetti. Il video della prova

Viste ad EICMA 2021 le Moto Morini Seiemmezzo STR e SCR condividono motore e ciclistica, ma hanno impronte differenti. La prima ha una posizione di guida leggermente sportiva, pneumatici stradali e cerchi in lega. La seconda ha il manubrio largo, una posizione quasi da enduro, cerchi a raggi e ruote semitassellate. Le abbiamo messe entrambe alla prova nelle tortuose strade dell'Oltrepò pavese, per dirvi come vanno con i pregi e i difetti di ognuna. Ecco il video della prova

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La Moto Morini è un marchio italiano glorioso, nato nel 1937 con produzione di motocarri, costruiva apprezzate moto sportive negli anni Sessanta, poi resistette all’avvento delle maxi giapponesi a inizio anni Settanta perché i suoi motori bicilindrici a V di 60°, seppur di cilindrata medio-piccola per i nuovi standard imposti da Honda & Co., erano molto brillanti, della miglior scuola meccanica italica.

La 250 monocilindrica bialbero, per dire, fu la prima moto di Giacomo Agostini nel mondiale: il campionissimo si presentò con un quarto posto al GP delle Nazioni del 1964 a Monza, primo italiano dietro le Yamaha 2T di Phil Read e Mike Duff . La “Morini”, specie la 175 Settebello, era la moto dei piloti della domenica, i tantissimi amatori che disputavano le gare nazionali: MV e Gilera facevano solo moto ufficiali. La Moto Morini aveva lo stabilimento a Calderara di Reno (BO) e un decennio dopo, negli anni Settanta, teneva il ritmo delle giapponesi con le sue “3emmezzo”: allora si diceva così. La “3½ Sport” faceva i 180 all’ora, era rossa, bellissima e desideratissima, semplice e leggera. Aveva un motore assai generoso e affidabile, raffreddato ad aria e brillante e anche parco nei consumi.

Moto Morini è rinata con la globalizzazione che ha portato la possibilità di produrre in Cina motocicli a basso costo e di buona qualità. Una ricetta seguita da molti Costruttori, non sempre con gli stessi risultati. Quelli della “nuova” Moto Morini sono molto buoni, in termini di qualità, e le vendite lo stanno dimostrando. Dopo la X-Cape, una adventure facile e brillante, sulla stessa piattaforma arriva adesso la “Seiemmezzo”.

Quindi motore bicilindrico in linea di 649 cc con valori dichiarati che restano, come sulla crossover, di 60 CV a 8.250 giri/min e 54 Nm di coppia a 7.000 giri/min. Il telaio è a traliccio superiore in acciaio (come il forcellone), mentre il resto della ciclistica vede l'adozione di componenti di qualità: sospensioni Kayaba, con forcella a steli rovesciati da 43 mm e monoammortizzatore posteriore regolabili. I freni invece sono Brembo e troviamo un doppio disco da 298 mm all'anteriore e un disco singolo da 255 mm al posteriore, entrambi sorvegliati da un ABS firmato Bosch. Completano la dotazione le leve regolabili, il display TFT da 5" con connettività Bluetooth e i cerchi Akron da 18" l'anteriore e 17" il posteriore.

Moto come queste Morini pongono l’appassionato di fronte a una questione filosofica: è un prodotto “made in Italy” come il nome suggerisce Guardando allo stile, si direbbe proprio di si. Osservandole da fermo, le Seiemmezzo hanno un’estetica molto piacevole, con colori giusti per il tipo di moto. La SCR sarà disponibile in blu, nero e verde, tutti opachi; per la STR invece si è attinto, giustamente, a colori e grafiche della storia della Casa, con richiami anni Ottanta perfettamente in tono con il tipo di moto: saranno disponibili bianco e rosso, brillanti, e un grigio canna di fucile molto elegante.

Nelle pagine seguenti trovate le nostre impressioni di guida delle Moto Morini Seiemmezzo, i pregi, i difetti, il prezzo e la disponibilità delle moto.

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Eravamo molto incuriositi, al momento di cominciare la prova di queste Moto Morini, da quali potessero essere le sensazioni di guida. Ebbene, la curiosità ha ben presto ceduto il posto alla sorpresa. Non perché fossimo prevenuti, ma perché guidando le Seiemmezzo dovevamo continuamente rammentare a noi stessi il prezzo di acquisto delle SCR/STR 6½. È difficile pretendere di più da moto che costano poco più di 7.000 euro. Come detto, appena saliti in sella la sensazione è di trovarsi su una moto di cilindrata superiore, le dimensioni sono adeguate e consentono a chi è alto un metro e ottanta di trovare posto senza difficoltà.

La SCR ha il manubrio alto e largo, e ruotato leggermente all’indietro, perciò la posizione di guida è molto eretta, più da Enduro che da stradale, molto buona per l’uso in città e su strade guidate ad andatura rilassata. Sulla STR invece si viaggia con il busto leggermente inclinato in avanti ad afferrare il manubrio ben proporzionato, sia come altezza sia come larghezza, per una posizione di guida che consente un ottimo controllo della moto anche nei percorsi misti, quando si vuole guidare un po’ più sportivamente confidando nella sincerità della ciclistica. Quest’ultima infatti ci ha sorpresi positivamente, perché ha i caratteri della migliore scuola italiana. Grazie anche alla ruota anteriore da 18”, la guida di queste Moto Morini è molto fluida, rotonda, in una parola facile. Le sospensioni hanno una taratura molto efficace, in particolare la forcella che è sostenuta senza essere cedevole; l’ammortizzatore posteriore ha una risposta un poco “secca” sulle asperità, ma stiamo cercando il pelo nell’uovo. Quando abbiamo provato a forzare e aprire di più il gas… non è cambiato nulla, se non che le pedane hanno toccato l’asfalto con facilità. Un po’ perché non sono molto alte, ma soprattutto perché a dispetto del peso non da piuma e della ruota da 18”,(il nostro centro prove ha rilevato 200 kg a secco) la maneggevolezza delle Seiemmezzo invita a giocare con la moto, soprattutto con la STR che ha la posizione di guida più favorevole in tal senso.

Non sono le moto più rapide nelle curve e controcurve in rapida sequenza, ma d’altra parte non è il loro scopo principale, che è invece quello di essere facili in tutte le condizioni, e sotto questo profilo nulla da dire. Passando ai freni, ci è piaciuto molto per potenza e modulabilità il doppio disco anteriore, più che adeguato alle prestazioni di queste moto; il posteriore ha invece un comando meno “diretto”, bisogna premere sulla leva più di quanto sia la risposta per avere un effetto sufficiente, ma la resa è comunque accettabile. Su questi esemplari, di pre serie, i dischi posteriori fischiavano parecchio, quello della STR poi ha smesso, mentre sulla SCR ha continuato per tutta la durata della prova; in Moto Morini ci hanno spiegato che è un problema da sistemare con Brembo, dovuto alla minore rigidità dei cerchi a raggi rispetto a quelli in lega, che comporta una vibrazione delle pastiglie.

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Pur essendo moto “nude”, infine, le due Seiemmezzo sono piacevoli anche in autostrada poiché, a sorpresa, fino a 130 km/h indicati l’aria non investe il pilota a tal punto da affaticarlo come capita spesso con questo tipo di moto: merito sulla SCR della piccola unghia sul faro, e sulla STR della posizione leggermente più bassa che rende sufficiente la conformazione della strumentazione a sgravare l’aria dal casco; la velocità di crociera è identificabile con i 120-125 km/h indicati; la sella è comoda su entrambe le moto, realizzata con materiali di qualità e con una buona ergonomia.

In tutto questo non abbiamo ancora parlato del motore. Lo trattiamo per ultimo perché potremmo limitarci a dire che fa onestamente il suo mestiere. Non brilla per potenza, ma ha comunque quasi 95 CV/litro; ha un’erogazione estremamente lineare (da 3.000 giri sale di 3/4 CV ogni 500 giri, fino a 56 CV a 7.800 giri), anche se sul nostro banco prova le due moto hanno mostrato due curve abbastanza diverse, più piena ai bassi la SCR e agli alti la STR; gli stessi responsabili di Moto Morini dicono che per questo stesso motivo non servono né controllo di trazione né gestioni del motore. La coppia infatti non è particolarmente robusta, soprattutto ai regimi medio-bassi. All’atto pratico tutto ciò comporta un uso del cambio (preciso, appena lungo di escursione, abbastanza silenzioso tranne inserendo la prima) più frequente del solito per un bicilindrico di media cilindrata; è un motore su cui non si può fare affidamento più di tanto se si vogliono gestire le traiettorie di gas, a meno di avere sempre il rapporto giusto per ogni curva, come se fosse un 4 cilindri di pari cilindrata. Alla maggior parte degli utenti delle 6½, interesserà sapere però che in media consuma meno di 5 litri di benzina ogni 100 km e che vibra poco, anche in autostrada. Il progetto risale al 2017, è della CF Moto, e la Moto Morini ha collaborato allo sviluppo per renderlo Euro 5. Semmai un problema, comune peraltro a molti motori di questa generazione, è il calore emanato, che in città porta a far accendere la ventola del radiatore spesso e volentieri.

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Le Moto Morini Seiemmezzo saranno disponibili a partire dal mese di settembre ad un prezzo di 7.240 euro *c.i.m. per la STR e 7.640 euro *c.i.m. per la SCR.

*I prezzi presenti in questo articolo sono da considerarsi con la formula "chiavi in mano", comprensiva di " messa in strada", che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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