Test kawasaki z1000
La Kawasaki Z1000 si rinnova. Il
legame con il modello precedente (nato nel 2003) e' rimarcato da linee
decise e dettagli che non la fanno passare inosservata. Ma dietro un
design ricercato ci sono grosse novità a ciclistica e motore.
Quest'ultimo
ad esempio è stato completamente rivisto per offrire più coppia ai bassi
e medi regimi, al fine di regalare un maggior gusto per la guida su
strada. Cilindrata e struttura di base sono invariati, ma cambiano gli
alberi a camme, mentre le valvole (sia di aspirazione
che di
scarico) sono più piccole. Diminuisce anche il diametro dei nuovi
iniettori, dotati di valvola a farfalla ovale. Infine lo scarico,
abbandonato il sistema con quattro silenziatori separati, si presenta
con uno schema 4-2-1-2.
Il risultato è una potenza massima dichiarata di 125 CV (92 kW)
a 10.000 giri e una poderosa coppia di 10,1 kgm (98,7 Nm)
a 8.200 giri. Nel nostro primo test su strada abbiamo potuto apprezzare
l'erogazione rotonda e fluida di questo propulsore. Già a 3.000
giri basta ruotare la manopola del gas per ricevere una spinta vigorosa,
ma non imbarazzante, che aiuta a uscire dalle curve senza necessariamente
scalare una marcia. A questo proposito il cambio si è rivelato ottimo:
morbido e preciso negli innesti, ha una corsa relativamente breve
nel comando a pedale. Insomma: l'effetto "on-off" presente
sulla precedente versione e' finalmente sparito e avvicina la Z1000,
per facilità di guida, ad un pubblico più vasto.
Le vibrazioni, punto debole della precedente versione, sono
attenuate,
grazie ad un diverso sistema di ancoraggio del motore al telaio. Quest'ultimo
mantiene la struttura tubolare in acciaio del vecchio modello, ma con l'aggiunta
di un sottotelaio in alluminio che abbraccia lateralmente il propulsore.
Nonostante l'incremento strutturale, il telaio è ora meno rigido
del 15%. Riviste, in chiave più stradale, anche le sospensioni.
Nel complesso, la nuova Z1000 ci è sembrata molto maneggevole rispetto
a prima (benchè il peso, 205 kg dichiarati, sia salito di 3 kg). Nelle
strade tutte tornanti, dove bisogna spesso improvvisare, questo incrementato
handling aiuta molto. Se motore e ciclistica sono stati dunque
"addolciti",
la frenata è invece resa ancor più aggressiva. Davanti troviamo
un doppio disco da 300 mm, morso da pinze radiali a quattro pistoncini
e quattro pastiglie, abbinate ad una pompa radiale: tanta potenza
e discreta modulabilità. Dietro cresce il diametro del disco, da 220
a 250 mm, che garantisce comunque buone decelerazioni arrivando difficilmente
al bloccaggio della ruota.
La Kawasaki Z1000 è proposta in blu, arancione (entrambi
metallizzati)
e nero. Sarà disponibile presso i concessionari a partire dalla
seconda metà di marzo allo stesso prezzo del precedente modello: 9.990
euro f.c. (10.190 chiavi in mano). Volendo, si può richiedere
anche in versione ABS, con un sovrapprezzo di 500 euro.