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27 November 2008

Test: Kawasaki enduro KXE250F

Per il 2009 la KXE250F ha fatto un salto di qualità, derivando dalla sorella da cross KX250F tutta nuova (telaio, sovrastrutture e motore), che si era già dimostrata competitiva e molto a punto. Sulla stessa linea anche la enduro, più precisa all’anteriore e più maneggevole. La ICS KL, una centralina aggiuntiva alla principale, modifica gli anticipi ai bassi e migliora l’erogazione sottocoppia.

Caratteristiche




CARATTERISTICHE La moto deriva dalla sorella da cross ed è omologata per due posti, Euro 3 “vera”, con un dB killer specifico e un catalizzatore rimovibile posto all’ingresso del silenziatore. La trasformazione per l’uso agonistico è semplice e veloce: viene fornita con l’impianto elettrico doppio, perciò si può utilizzare quello stradale, con gli indicatori di direzione e una serie di altri accessori “pesantucci”, oppure utilizzarlo nella versione racing semplificata, cioè levando il tutto. Nel kit contiene un dB killer studiato per le gare da enduro e per rispettare le normative FMI sul rumore. La vera novità sta nel modulo ICS KL (Ignition Control System), un piccolo congegno elettronico, applicato in parallelo alla centralina elettronica, che modifica gli anticipi di accenzione ai bassi regimi, fino a 5.000 giri, migliorando l’erogazione sottocoppia. Questo particolare è indispensabile per adattare il carattere della cross, che ha un motore impostato per rendere molto in allungo con un leggero buco ai bassi. Con l’ICS si riesce a far salire i giri più rapidamente scavalcando l’indecisione nella prima parte di erogazione. La KXE è leggera e potente. Il cerchio posteriore da è da 18’’ con canale da 2,15 di larghezza per montare il gommone da 140 omologato FMI e la centralina elettronica CDI si torva sotto il fianchetto radiatore lato sinistro al riparo da urti. Ha un nuovo telaietto posteriore con portatarga da competizione più leggero e robusto.

Come va




COME VA Essendo la versione cross, non ha il bottoncino per l’avviamento, ma non sembra essere così indispensabile. La moto parte benissimo e con uno sforzo minimo, grazie all’alzavalvole automatico. Il test è stato breve e limitato ad una zona sassosa, caratteristica tipica della Val Trompia (sede della KL). Il fondo sassoso e smosso è una condizione decisamente negativa per le sospensioni di serie nate per il cross, dalle tarature diametralmente opposte all’uso enduristico. Malgrado tutto, la ciclistica ha mostrato una maggiore precisione sull’anteriore, con un conseguente miglioramento della maneggevolezza, che non sembra non aver compromesso la stabilità, caratteristica di spicco della Kawasaki, che da sempre ci ha abituati ad essere un po’ dura da inserire in curva.
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