Occasione
Colle Val d’Elsa (SIENA) - In occasione
dell’apertura degli Assoluti D’enduro d’Italia, durante la
prova di
Colle Val d’Elsa, un tester di Fuoristrada ha avuto l’opportunità di
provare per la prima volta al mondo di provare i prototipi della Husaberg
FE, gentilmente concessi per il test dai piloti. Il timore era quello di
una caduta davanti ai grandi campioni, che avrebbe inevitabilmente segnato
la carriera del nostro tester, ma tutto si è risolto per il meglio. Salvo
l’aver constatato che il nostro tester in confronto ai piloti
professionisti
è un “fermone”. Ma questo già lo si sapeva. Ecco quali sono state le
prime impressioni di guida.
Com'è la moto
“Entro in questo piatto fettucciatino con già i canali nelle curve. Do
gas, mi sposto fuori traiettoria e già devo frenare. Solo in questo momento
realizzo di essere su una Husaberg, quella moto dove il pedale del freno
lo devi cercare. Penso già alla mega figuraccia della fettuccia strappata
alla prima curva. Con piacere constato che su questa moto il pedale è lì
dove ti aspetti di trovarlo e la moto si inserisce proprio dove volevo,
con semplicità senza chiedermi sforzi e patemi d’animo. Occorre tenere
conto che se non approfitti della forza centrifuga data dalla velocità,
le doti di equilibrismo vengono maggiormente a galla e, visto che equilibrista
proprio non sono, quelle della moto le avverto tanto. Tra me e lei si instaura
quel famoso “feeling”, parola che lascia aperte tante
interpretazioni,
ma che nel mio caso traduco con sicurezza e tranquillità d’animo per
affrontare
questa “difficile situazione”, girare. Oh, per me funziona! Quanto
mi
piacerebbe provarla lontano da occhi indiscreti! Avevo già deciso la strategia,
qui la figura del fermone la facevo comunque, quindi almeno salviamoci
quella della caduta; così sto veramente dentro i mie limiti. Il senso di
equilibrio che mi trasmette è veramente buono. Come immaginavo si inserisce
da sola, mentre il dubbio di “cadere” dentro la curva me lo toglie
subito,
così come quello di esse re
dura da rialzare in uscita, in accelerazione. La sposti facile in qua e
in là, vuoi per la distribuzione dei pesi e per il centro di rotazione
dell’albero motore, ma il davanti è leggero come una 250. Però è comunque
presente, tanto da non renderti titubante in inserimento. In questa fase
mi viene naturale caricare il davanti e mi rendo conto di quanto mi calzi
bene anche ergonomicamente, tutto naturale da subito. Quell’inerzia che,
dico la verità, non mi fa amare le cilindrate grosse, qui la sento molto
meno, non vorrei sbilanciarmi troppo ma quasi davvero da 250. Sia che vada
a cercare il canale in ingresso o che voglia girare largo e rotondo, non
mi preoccupo di inerzia e freno motore. E se giro largo pur sentendola
leggera, non ho la sensazione di perdere l’avantreno. Percorrenza di curva
e uscita mi riescono naturali così mi posso concentrare sul dare gas, anche
perchè il motore è dolce e fluido."
Com'è il motore
"L’erogazione è veramente bella rotonda. Decido di metterla alla
frusta. Il mio test è di vedere come reagisce sotto stress, marcia lunghissima,
giri pochissimi. Riprende, si tira su senza strappare, le dita sulla frizione
pronte per lo sciuf. Ma come io non sono caduto, lei non si è spenta, neanche
la seconda volta, fatta ancora più da bastardo, neanche quando, presa fiducia,
provo ad entrare nel canale con due marce in più e una velocità da sfida
delle leggi della dinamica. Ecco che in questa situazione il discorso del
baricentro, del “cadere” dentro la curva, della difficoltà nel
raddrizzarsi
poteva amplificarsi; invece la sento molto neutra e non mi richiede
l’intervento
fisico. Quando mi fermo, mi viene d’istinto; mi abbasso a controllare
se c’è il carburatore. Questa iniezione funziona bene, come un
carburatore,
carburato bene. Oltre a non farla spegnere, quando riapri il gas va via
in progressione. Chi ha avuto modo di provare una moto a iniezione capisce
bene quello che intendo”.