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Test Harley-Davidson XR1200X: ciclistica sportiva per pennellare curve con mano morbida

Abbiamo testato la H-D XR1200X, che, grazie al doppio ammortizzatore posteriore Showa e alla taratura scorrevole e ben sostenuta della forcella, fa divertire nel misto.

COME VA FRA LE CURVE

COME VA FRA LE CURVE La XR1200X ha una ciclistica molto più sportiva della versione base XR1200. Dietro, la coppia di ammortizzatori Showa ci è sembrata più votata alla guida sportiva, con una taratura un po’ rigida per la città: perché sulla schiena non si scarichino tutte le irregolarità dell’asfalto, buche e dossi, è opportuno ridurre il precarico delle molle di uno o due step e aprire i freni dei registri idraulici. La forcella invece ci è sembrata perfetta: scorrevole e ben sostenuta, rappresenta un passo avanti rispetto all’unità montata sulla versione base di questo modello. Nei tratti guidati si ha la netta sensazione di avere tra le mani un avantreno più solido e comunicativo, che trasmette con maggior precisione tutto quello che scorre sotto la ruota. Se poi si vuole forzare un po’ il ritmo, anche in questo caso le regolazioni permettono di trovare il setting desiderato. La guida nervosa non è ben digerita dalla XR1200X, che invece ama le curve a medio raggio pennellate con mano morbida. Nonostante il peso elevato (sono dichiarati 250 kg a secco), il baricentro è piuttosto basso e i cambi di direzione, pur non fulminei, sono abbastanza rapidi. Un bell’aiuto è dato dal manubrio largo a corna di bue, nel misto stretto come in città, che indirizza la XR sulla traiettoria desiderata. Il manubrio, identico a quello delle sorelle Sportster, è posizionato alla giusta distanza dalla sella, tanto da far assumere al pilota una postura solo lievemente inclinata in avanti. Nel corso del nostro test però, abbiamo provato a modificarne la posizione, ruotandolo all’indietro di pochi gradi. Il risultato è stato sorprendente: tanto è bastato per avvicinarlo e abbassarlo in modo da caricare maggiormente i polsi e ottenere così un assetto più sportivo, aumentando la confidenza e il controllo nel misto. Anche così però, la XR1200X resta una moto neutra, con una stabilità ottima e un po’ a disagio nei tornanti più stretti. Il limite, nelle curve strette di montagna, è la scarsa luce a terra, soprattutto nelle pieghe a destra, con i collettori che strisciano presto l’asfalto. Sono molto buoni i freni che, pur guadagnando dischi flottanti, non ci sono sembrati molto diversi da quelli della XR1200 standard nella resa: all’anteriore bastano due dita per decelerazioni potenti, mentre il posteriore non blocca troppo facilmente. Nell’uso intenso e ripetuto abbiamo accusato un lieve allungamento della leva, ma nulla di veramente grave. Insomma, vale la pena spendere 1.200 euro in più per la XR1200X rispetto alla XR standard? Sì, se vi piacciono le Harley, ma apprezzate la guida sportiva. Sì, se volete giocare con i click di forcella e ammortizzatori.

COME VA IL MOTORE

COME VA IL MOTORE Niente da eccepire invece al motore. Se si affronta una curva con una marcia in più, nessun problema: riprende da 2.000 giri senza strattonare. E anche nel traffico più aggrovigliato, con la frizione in mano (ben dosabile e abbastanza morbida) tira fuori da qualunque impaccio. Il bicilindrico di Milwaukee è generoso a tutti i regimi, con una ottima schiena ai medi e - considerando il tipo di meccanica - un discreto allungo. Si avvertono poche vibrazioni: quando si è fermi al semaforo, durante la marcia diluite ai medi e in maniera non troppo fastidiosa, nel momento in cui si raggiunge quota limitatore. Il cambio, come su tutti gli Evolution 1200 provati sinora, ha innesti un po’ duri e talvolta rumorosi, benché precisi.

COMFORT

COMFORT Per ultimo rimane lo scarso comfort, specie per il passeggero, che non ha alcun appiglio sicuro: le sospensioni più sportive non aiutano in questo senso e la posizione in sella del pilota, identica alla XR1200, accusa pedane molto larghe e serbatoio troppo stretto, difficile da stringere tra le cosce. Il piano di seduta è più alto di quello della XR1200 (795 contro 765 mm), ma non esagerato; in più i collettori sfiorano pericolosamente la caviglia destra quando si poggiano i piedi a terra. Infine la sella, soprattutto nelle trasferte più lunghe, si è rivelata un po’ scomoda e dura.

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