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Test BMW S 1000 RR 2015: più potente e tecnologica. Più efficace

Siamo vicino a Siviglia per la presentazione dinamica e il primo assaggio della maxi sportiva bavarese. Ecco le prime impressioni del nostro Fabio Meloni, che tra i cordoli si è divertito parecchio. Aggiornamento dopo altri turni in pista

Test bmw s 1000 rr 2015: più potente e tecnologica. più efficace

Dopo la presentazione a Intermot 2014 (cliccate qui per l’articolo e qui per un video), eravamo davvero curiosi di provare la nuova BMW S 1000 RR 2015. Curiosi di sapere se la rinnovata versione della 4 cilindri bavarese si sarebbe rifatta sul campo, dopo essersi fatta rubare un po’ la scena al Salone di Colonia - tra le altre - dalla sorella R 1200 R raffreddata a liquido, dalla Kawasaki Ninja H2R, dalla Ducati Scrambler e dalla Suzuki GSX-S1000. Ma ora le chiacchiere stanno a zero e siamo in sella con tuta e casco. Per noi alla presentazione stampa c’è Fabio meloni, lasciamo che sia lui a raccontarci com’è e come va la nuova superbike bavarese.

 

PRIMO ASSAGGIO

È lei o non è lei? Domanda lecita quella che ci gira per la testa prima di salire sulla nuova RR. È appena finito il briefing in cui gli uomini BMW ci hanno elencato le numerosissime novità ("abbiamo toccato praticamente ogni componente"), per cui non sappiamo cosa aspettarci. Sarà una moto del tutto nuova? Non per quello che riguarda la posizione in sella, decidiamo salendoci e stringendo il serbatoio tra le gambe. La situazione è famigliare, non identica, ma quasi. Forse, il "sedere" della moto è un po' più alto e così pare di essere modestamente spinti verso l'avantreno. E i semimanubri sono stati "aperti" in modo appena percettibile. Le pedane infine paiono leggermente arretrate. Good news: la vecchia RR era fin troppo "seduta" sul posteriore. Seguiamo per qualche giro Jurgen Fuchs, che ci mostra il tracciato, nuovo per noi, di Monteblanco, vicino a Siviglia. L'ex pilota del motomondiale aumenta il ritmo progressivamente, ma la moto ci aiuta a seguirlo senza troppo affanno. È veloce a scendere in piega e ha un motore strepitoso, ricco di coppia a qualunque regime e lineare come non mai nel trasmettere i suoi muscoli al suolo. L'elettronica vigila attenta, e sugli avvallamenti in piena accelerazione presenti all'uscita di alcune curve permette di scaricare i CV senza paura. In frenata poi è "solida", invitante - ti viene voglia di infilarti in curva coi freni in mano. Ma è sul rettilineo che riconosciamo senza dubbio la RR. L'impetuoso fiume di potenza a cui si ha accesso col comando del gas è qualcosa di unico nel panorama. La moto accelera con una impressionante costanza qualunque sia la velocità, e in uno spazio modesto vediamo le cifre del tachimetro raggiungere quota 290, con l'avantreno che solo da poco ha smesso di pelare l'asfalto. Certo, ora vogliamo vedere come si comporta guidando con più convinzione state connessi.

 

DOPO ALTRI QUATTRO TURNI 

È un sapore dolceamaro quello con cui scendiamo per l'ultima volta dalla RR 2015. Quante cose da dire! Vi spiegheremo tutta la storia sul prossimo numero di Motociclismo, ci vorrebbe troppo ora. Vi basti sapere che questa BMW è, per molti versi, una moto eccezionale. Ha un motore ancora più performante rispetto alla vecchia, che già era un riferimento per coppia, potenza e allungo. Ora è ancora più pieno, più incisivo agli alti regimi... una meraviglia della meccanica, che da solo vale il prezzo del biglietto. Ha un'elettronica che ispira molta fiducia, e che permette di sfruttare tanti muscoli senza doversi chiamare Mc Coy di cognome. Ha una ciclistica senza dubbio performante, probabilmente da riferimento sul veloce, dove si scavano traiettorie nell'asfalto - col posteriore che deriva sempre sotto controllo. Ma ha anche alcune cose che nei giri da coltello fra i denti non ci hanno convinto al 100%. Per primi i freni. Sono  potenti (potentissimi) ma "mollavano" dopo appena due tornate, con la leva che finiva puntualmente contro le dita. È giusto dire però che questo succedeva solo sulla nostra moto, e ancora più interessante sarebbe sapere se dipende dallo stile di guida o da un problema sfortunato all'impianto. Poi le sospensioni - abbiamo guidato sempre una moto con DDC, il sistema di sospensioni semiattive. Semplicemente, sono diverse dalle unità tradizionali. Non trasmettono lo stesso feeling, ma sensazioni inconsuete. Ora sono rigide, ora copiano tutto, ora sostengono e ora si accucciano. Potrebbe benissimo essere che diano un effettivo vantaggio - e BMW è piuttosto sicura nel sostenerlo. Non abbiamo motivo per non credergli, e meno che mai una controprova. Potrebbe benissimo essere solo questione di abitudine. Potrebbe essere che i numerosi avvallamenti di Monteblanco sollecitassero il loro funzionamento molto più di altri tracciati, infatti è la prima volta che notiamo così tanto la loro presenza nonostante le avessimo già provate sulla HP4 e sulla S 1000 R. Che strano! Siamo appena scesi e non vediamo l'ora di provarla nuovamente. Il potenziale è enorme, ma oggi non è stata la giornata ideale per sfruttarlo. Cambiando pista - o utilizzandola più a lungo - andrà tutto a posto? In caso di risposta affermativa, il titolo di supersportiva dell'anno pare davvero alla sua portata.

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