Per i motociclisti “stradali”, la parola carburatore ha un sapore quasi preistorico. Basta però spostarsi su terra per ritrovarlo su modelli anche recentissimi, quasi fosse una tecnologia all’ultimo grido. Come mai accade questo? Le risposte sono molteplici. Prima di scoprirle occorre però tuffarci in un rapido ripasso tecnico-teorico relativo alla funzione e al funzionamento dei due sistemi di alimentazione.
Questi dispositivi, molto differenti tra loro, hanno il compito di regolare il rapporto stechiometrico, cioè il giusto mix tra la quantità di benzina e la quantità di aria presente nella carica fresca, per massimizzare l’efficacia della combustione all’interno della camera di scoppio. Il carburatore ha il condotto di aspirazione e il circuito per la gestione del carburante assemblati in un unico corpo. Nelle versioni più comuni il condotto è parzializzato da una ghigliottina, la quale può essere sostituita per variare la carburazione, collegata direttamente al cavo dell’acceleratore. La ghigliottina contiene a sua volta un componente chiamato “spillo conico” che scorre all’interno di un condotto chiamato polverizzatore. Lo spillo ha il compito di gestire la parzializzazione del getto del massimo fino a quando viene bypassato a massima apertura del gas. Altri componenti fondamentali sono il getto del minimo con il relativo emulsionatore, che hanno appunto il compito di iniettare carburante a gas chiuso o semichiuso, e il galleggiante a cui è collegata la valvola a spillo, che controllano la quantità di carburante in arrivo dal serbatoio. Un’altra particolarità del carburatore è che solitamente ha il cornetto di aspirazione integrato. L’aspirazione del carburante è permessa unicamente grazie alla depressione generata dal motore e possiamo dire che è regolata tramite l’utilizzo di ugelli e altri componenti calibrati.
A questo punto possiamo facilmente capire che il controllo della carburazione tramite questo meccanismo è complicato perché per essere variato necessita la sostituzione di uno o più componenti, i quali a loro volta hanno dei costi che, in alcuni casi, non sono trascurabili. Inoltre, la carburazione non è mai davvero accurata a causa del fatto che non si adatta al mutare delle condizioni atmosferiche, e l’unica variabile in gioco è l’apertura del gas in percentuale. Nonostante alcuni difetti, il carburatore è stato utilizzato su gran parte delle moto dotate di motore a due tempi fino ai giorni nostri.
di Nicholas Freguia – Polimi Motorcycles Factory