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Suzuki Titan 500: classicamente bella

La Titan 500 era convincente per la presenza del grosso (anche in termini di volumi) motore bicilindrico a due tempi, ma non ebbe un grande successo sul mercato italiano; le veniva preferita la più potente Kawasaki 500 tre cilindri, dal prezzo non così distante: per la Titan occorreva sborsare 830.000 lire, per la Kawa 50.000 lire in più

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Nel 1967 quando viene presentata non è certo una moto moderna nello stile, ma l’avremmo definita tradizionale. Sopra ogni altra cosa troneggia il motore a due tempi con i gruppi termici di grande volume. Nel bilancio appare equilibrata, specialmente – come in questo caso – dove il manubrio da cross è stato sostituito da uno più basso e più stretto, pratica in voga e consigliata per guidare al meglio la Titan.

La storica Titan viene presentata al Salone di Tokyo del 1967 e venduta sul mercato USA. Per Motociclismo questa bicilindrica è “La più grossa novità. Sinora si riteneva generalmente che l’optimum per i bicilindrici due tempi raffreddati ad aria fosse sui 250/350 cc, e che superando tali limiti insorgessero gravi problemi di raffreddamento e tenuta. Ma ora i progettisti della Suzuki hanno superato questi ostacoli costruendo una macchina di brillantissime prestazioni”. In Italia non arriva immediatamente perché siamo soggetti a delle limitazioni, volute per proteggere il nostro mercato interno: ci sono limiti per le moto con peso inferiore ai 170 kg e poi con cilindrata superiore a 380 cc. Per la Titan l’importatore Monzeglio denuncia una stazza di 187 kg a secco, quindi siamo oltre e la moto arriva nel 1969, mentre Motociclismo la prova sul numero di gennaio 1970. Ecco la sintesi: “La Suzuki Titan è una macchina dalla guida facile ed intuitiva in ogni condizione… possiamo classificarla un mulo nel suo genere. Il confort di marcia è eccezionale, la macchina assorbe tutte le asperità del terreno grazie agli ottimi elementi di sospensioni, la tenuta di strada è ottima, maneggevolissima e sicura anche alle più alte velocità”. Il motore è considerato un “capolavoro d’ingegneria dalle prestazioni eccezionali con un’erogazione fluida di potenza”. Forse quelle sulle prestazioni sono accenti molto ottimistici, perché alla prova del mercato non c’è lo stesso entusiasmo. Nel 1970 si vendono circa 40 Titan contro le 550 Kawasaki. Poi c’è pure la Honda CB 500 e in casa Suzuki vengono schierate le tre cilindri due tempi GT 380 e 550. La Titan resta in listino e cambia nome: ora si chiama GT 500 diventando ancora più turistica con modifiche all’erogazione della potenza e per l’impianto frenante c’è ora un disco da 260 mm di diametro.

Oggi è una vera “classica” decisamente riuscita e affidabile. Nel nostro Paese, in dieci anni di vendite, ne sono state consegnate circa 2.000. La valutazione di una Titan prima serie è tra i 4.000 e i 6.000 euro, per la GT qualcosa meno, da 3.500 a 5.300 euro. Per i ricambi in rete si possono recuperare molti pezzi: particolarmente fornito il sito cmsnl.com

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Il telaio è un classicissimo doppia culla chiusa in tubi di acciaio, particolarmente rinforzato da piastre in lamiera nella zona del cannotto di sterzo. Gli ammortizzatori sono teleidraulici e regolabili nel precarico delle molle su tre posizioni. 

Caratteristiche tecniche Titan 500

Motore: bicilindrico parallelo fronte marcia 2T raffreddato ad aria, manovellismo a 180°, teste e cilindri in lega leggera con canne riportate in ghisa, distribuzione a tre serie di luci regolata dai pistoni. Alesaggio per corsa 70x64 mm, cilindrata 492 cc, rapporto di compressione 6,6:1.

Accensione: alternatore-spinterogeno con 2 ruttori sulla sinistra dell’albero motore e 2 bobine. Distanza tra i contatti 0,2/0,4 mm. Candele NGK B 77 HC, distanza tra gli elettrodi 0,5 mm. Anticipo d’accensione 24° o 3,4 mm prima del PMS.

Lubrificazione: con olio in serbatoio separato e pompa a portata variabile a seconda dell’apertura del gas; percentuale di miscelazione dal 2 all’8%. Capacità serbatoio dell’olio 1,8 litri. Cambio e trasmissione primaria lubrificati con olio nel carter, capacità 1,2 litri.

Alimentazione: due carburatori Mikuni VM 32 SC da 32 mm di diametro, getto max 150, getto min 30, valvola del gas 2,5, spillo conico P4 alla terza tacca. Capacità serbatoio benzina 14 litri di cui 1,8 di riserva.

Frizione: a dischi multipli in bagno d’olio con comando a cavo.

Cambio: a 5 marce. Rapporti interni: 2,500 in prima, 1,563 in seconda, 1,158 in terza, 0,955 in quarta e 0,870 in quinta.

Trasmissione: primaria ad ingranaggi elicoidali sulla destra, rapporto 2,5 (65/26); secondaria a catena scoperta sulla sinistra, rapporto 2,2 (corona 33, pignone 15 denti).

Telaio: a doppia culla continua in tubi di acciaio.

Sospensioni: anteriore forcella telescopica con ammortizzatori idraulici a doppio effetto; posteriore forcellone oscillante con due ammortizzatori idraulici regolabili su 3 posizioni.

Ruote: cerchi in acciaio a raggi con pneumatici da 3.00-19 anteriore e 3.25-18 posteriore.

Freni: a tamburo centrale in lega leggera, anteriore a doppia camma, diametro 200x40 mm, posteriore a camma semplice, diametro 180x28 mm.

Impianto elettrico: alternatore 130W sulla sinistra dell’albero motore; batteria 12V7Ah; fusibili da 15Ah.

Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza max 2.172, interasse 1.452, larghezza 835, altezza 1.125, altezza sella 800, altezza minima da terra 160. Peso a vuoto 179 kg.

Prestazioni: potenza max 47 CV a 7.000 giri/min, coppia max 5,3 kgm a 6.000 giri/min; velocità max 176 km/h al regime di 7.000 giri. Accelerazione 0-400 metri in 14,1 secondi, 0-100 km/h in 5,2 s. Pendenza massima superabile 45%.

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