È la sera del 26 febbraio 2016 e alla trasmissione Striscia la Notizia (Canale 5) va in onda un servizio di Max Laudadio titolato “
Motocross illegale nei boschi lombardi”. Tralasciando il titolo – a dir poco inadatto e impreciso, infatti il “Motocross nei boschi” si chiama Enduro –, la cosa importante da sottolineare è la denuncia da parte di Laudadio e di Striscia di comportamenti illegali da parte degli enduristi lombardi, che – a detta loro – percorrono km e km per boschi fregandosene delle regole vigenti nel territorio italiano. Il discorso regge finché ci si limita a parlare delle cosiddette “aree protette”.
E su questo niente da dire: è severamente vietato transitare con mezzi a motore in zone protette. Peccato che il discorso fatto dall’inviato si riferisce ad ogni percorso su strada sterrata: e qui l’errore (gravissimo, anche per l’immagine di questo sport), perché l’Enduro esiste ed è una pratica legale, in quanto le strade sterrate non rientranti in aree protette sono strade a tutti gli effetti (paradossalmente, percorribili anche da auto, ma ovviamente i mezzi migliori per percorrere questi percorsi sono le moto da Enduro, o le bici MTB, o il cavallo, o i... piedi). Laudadio divaga, evidenzia solo ed esclusivamente i comportamenti negativi di alcuni (pochi) enduristi, i quali tolgono anche la targa pur di girare illegalmente nei boschi. Tutto vero, ma a detta sua tutti gli enduristi fanno così; e invece è solamente una cerchia ristretta, che anche la FMI sta cercando di “combattere”. E poi ancora: le immagini scorrono e si notano segni di veicoli che, transitando, modificano il terreno. E anche qui la colpa ricade sugli enduristi e sui loro solchi tracciati con le moto. Peccato che si tratti in modo plateale di segni da Jeep, quindi auto a 4 ruote motrici e non moto. Insomma, è scoppiato il putiferio, con Striscia che denuncia l’illegalità di questo sport e con gli appassionati di off-road che si difendono con il coltello fra i denti per poter continuare a praticare uno sport legale. Proprio per mettere ordine e fare un po’ di chiarezza, riportiamo per intero il comunicato della FMI a tutela degli enduristi.
Noi ci permettiamo solo di ricordare a Laudadio e a Striscia che già gli enduristi sono fatti oggetto di attacchi omicidi da parte di persone che usano mezzi a dir poco criminali per "difendersi" dai motociclisti (
ci sono stati dei morti e l'ultimo episodio è di
un paio di mesi fa...), quindi forse non è il caso di esasperare ancor di più gli animi con servizi tendenziosi, parziali, imprecisi e generalizzanti. Invece di fare di tutta l'erba un fascio e poi incendiarla, non sarebbe meglio dire le cose come stanno veramente, e cioè che fare enduro è legale e che la stragrande maggioranza degli enduristi sono gente per bene, che rispetta le regole e - tra l'altro - rispetta la natura e la accudisce moto più e meglio di altri che tanto si riempiono la bocca con "l'ecologismo" ma poi, dopo le loro scampagnate, lasciano il territorio in condizioni da discarica abusiva? Lo sanno a Striscia che è solo grazie all'azione degli anduristi se molte strade e sentieri sono ancora percorribili da chiunque?
Il passo successivo è ovviamente individuare le mele marce e agire contro di loro. Ma questo è semplicemente buon senso, non un'ingegnosa soluzione trovata ad un problema che è molto, ma molto diverso da come l'ha dipinto Striscia.