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Cristina, marketing manager delle Moto Müller

Marketing e società viaggiano da sempre a braccetto. Dal nostro archivio emerge una cartolina d'auguri del 1971 che parla di donne motocicliste. Anche se a ben guardare alla fine lo scopo della signorina Müller era quello di vendere le moto di famiglia

In foto, la pagina pubblicitaria della Moto Müller: Cristina in salto con bello stile verso il nuovo anno e un futuro ricco di motocicliste.

Oggi finalmente, e per fortuna, le donne in moto non fanno più notizia (o quasi) ma l’emancipazione femminile più di cinquant’anni fa era già cominciata. Ce lo ricorda questa pubblicità sulle pagine di Motociclismo del 1971 che, con stile tipico dell’epoca, fa gli auguri per il nuovo anno alle motocicliste. A porgerli, nientemeno che Cristina Müller, figlia di Bruno titolare (triestino) della omonima marca di moto da fuoristrada.

Moto artigianali ma molto ricercate (anche oggi) dagli appassionati, motorizzate “Morini Franco” come si legge nella pubblicità, ma a volte anche Sachs e Zündapp, dotazione quest’ultima che ne aumentava assai il pregio (più per il fascino esotico del prodotto straniero che per una reale superiorità rispetto ai motori Morini Franco).


Cristina, secondo la vulgata avvenente hostess sui voli di linea, (ci sono in effetti rare immagini di lei che testimoniano della sua grazia) era anche una valente pilotessa di motocross, dunque piuttosto credibile quando invitava fidanzate, figlie e sorelle a chiedere in prestito la moto Müller a fidanzati, padri e fratelli per un giro “sugli argini e tra le cunette”. Un giro in bello stile, come il suo salto nell’immagine a corredo, per “passare qualche minuto di svago e piacevolissima emozione” all’aperto e rendersi conto di quanto sia “maneggevole e docile”; non certo “per fare concorrenza agli Ostorero”.
Emancipazione a parte, guardando questa pubblicità con gli occhi più aridi e meno ingenui dell’epoca social d’oggidì, troviamo un geniale tentativo di allargare la platea di consumatori, facendo leva sulla speranza di fidanzati, padri e fratelli che le rispettive “simpatizzanti della Moto Müller” si decidessero all’uscita domenicale in coppia, e dunque all’acquisto di una seconda moto. Approfittando anche del fatto che le Müller erano a “buon mercato”.


Su quest’ultima affermazione, però, oggi ci sentiremmo di far intervenire l’Authority Garante della Concorrenza e del Mercato per indagare se si profili un caso di pubblicità ingannevole, dato che le moto Müller (che contrariamente a quanto si potrebbe pensare non erano tedesche, bensì costruite a Robecco d’Oglio in provincia di Cremona) costavano mediamente una volta e mezzo un Fantic Caballero…

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