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"Limitare l’aerodinamica sarebbe un grosso errore"

Secondo Roberto Albesiano, direttore tecnico di Aprilia Racing, la - possibile - mancanza di spettacolo offerto dalla MotoGP non dipende dall’evoluzione aerodinamica. Scopriamo il suo pensiero

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L'Aprilia RS-GP adotta ali anteriori "piatte" che ricordano quelle utilizzate in Formula1

Aprilia è una delle Case che più credono e investono nell’aerodinamica. L'ala anteriore della RS-GP, in "stile F1", è unica nel suo genere nel motomondiale e nelle ultime gare è anche apparsa un'inedita carena che ricorda nelle forme un siluro.

Romano Albesiano, Direttore Tecnico di Aprilia, non vuole che si demonizzi questa evoluzione: "È più difficile superare in MotoGP? Credo che l'aerodinamica in sé sia forse l'1% del problema, ammesso che questo sia un problema - ci dice -. Soprattutto con le alte temperature, semmai è diventato molto critico seguire un altro pilota da vicino perché questo influisce sulla pressione del pneumatico anteriore. Queste gomme hanno una finestra di funzionamento, in termini di pressione, molto stretta. Se stai dietro a un altro pilota per un po' di tempo, è molto facile che la pressione della gomma aumenti e che quindi porti a un decadimento forte delle prestazioni. Ti trovi a seguire un altro pilota e hai una gomma anteriore che non ha più la prestazione che ti consenta di attaccarlo. In tutto questo l’aerodinamica c’entra veramente pochissimo, anzi può aiutare a limitare l'aumento della pressione e della temperatura delle gomme".

A Jerez Aleix Espargaró è stato per 20 giri dietro ad Alex Marquez e Jack Miller senza riuscire a superarli, nonostante il suo passo fosse migliore. Come mai?

"Per quello che ho appena detto: appena ha superato i suoi avversari, la moto si è trasformata in corrispondenza alla variazione di pressione della gomma anteriore che raffreddandosi ha funzionato in modo diverso. L'aerodinamica non c'entra. Si tende a demonizzarla, la si considera addirittura pericolosa, ma al contrario contribuisce ad aumentare la sicurezza, sia sulle moto da corsa sia su quelle stradali. Sarebbe un grosso errore se si limitasse lo sviluppo dell’aerodinamica".

Non si rischia di arrivare agli estremi della F1, dove gli anni scorsi spesso le gare si risolvevano con lunghi trenini?

"Non sono mondi confrontabili, il carico alare di un'auto è spaventoso, anche in rapporto al peso, rispetto a ciò che si può fare su una moto. La difficoltà nei sorpassi è dovuta al livellamento delle prestazioni ed alla gestione della pressione del pneumatico anteriore, che forse è l'aspetto più critico nelle gare. Non ho mai sentito un pilota lamentarsi di non poter curvare velocemente perché è dietro a un altro. In frenata bisogna uscire dalla scia perché altrimenti la prestazione in frenata si riduce, ma questo è sempre successo".

Queste MotoGP sarebbero ancora sicure senza ali?

"Se parli con i piloti, ti diranno che lo scollinamento del Mugello in rettilineo era un punto veramente pericoloso, con le aerodinamiche evolute attuali è diventato sicuro. Le moto sono prevedibili e gestibili e mi sembra importante. Non credo sia giusto andare contro questo sviluppo".

Lo spazio di frenata alla San Donato si è ridotto di quasi 40 metri in 10 anni.

"L'aerodinamica conta, perché ti presenti a quella staccata con una moto più stabile, che puoi gestire. La fase di frenata è migliorata grazie al carico aerodinamico e agli abbassatori, però la capacità di fermarsi è per una moto una caratteristica di sicurezza. Quindi ben venga se le MotoGP vengono sviluppate in questo senso, sperando di potere trasferire tutto questo anche sulle moto di serie".

Le MotoGP hanno raggiunto prestazioni così alte da essere arrivato il momento di pensare di limitarle?

"Bisogna sempre capire quale sia l'obiettivo. Se è lo spettacolo, mi chiedo se moto che vanno più piano lo aumenterebbero, semmai bisognerebbe fare in modo che la prestazione sia meno ottimizzata. In questi anni tutti sono migliorati tantissimo e sono arrivati più o meno allo stesso livello: è difficile creare una differenza. In verità le gare spettacolari ci sono anche adesso, non sono sicuro che togliendo 50 CV aumenterebbe lo spettacolo".

Dare carta bianca ai progettisti potrebbe essere una soluzione?

"Offrire più libertà dal punto di vista regolamentare, come potere progettare motori con più cilindri o alesaggi maggiori, aprirebbe la porta a un'escalation di costi veramente problematica per alcune Case e probabilmente a maggiori differenze fra una moto e l'altra. Oggi in un secondo abbiamo 15 piloti, vogliamo tornare alle gare di MotoGP dove il terzo arriva a 20 secondi? Quello è spettacolo? Non credo".

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