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Piaggio Ape Special: The Ganzo

È lento e spartano, ma strappa un sorriso a chiunque lo veda: con sapienti tocchi vintage, Deus Custom trasforma un moderno Piaggio Ape diesel in originale veicolo per trasporto e assistenza biciclette. E celebra il tre ruote più famoso al mondo
1/12 "The Ganzo" by Deus Ex Machina, special su base Ape Piaggio
Nel traffico procede lento, le partenze ai semafori sono tutt'altro che sprint, le riprese si fanno a passo di lumaca. E poi ci sono le curve, che vanno prese con prudenza perché ribaltarsi è un gioco da ragazzi. E con quegli ingombri bisogna sempre stare all'occhio e prendere le dovute misure per evitare di cozzare contro qualche ostacolo, specialmente in manovra. Ma gli automobilisti incolonnati dietro il cassone rivestito in legno non si sognano nemmeno di inveire, né si mostrano spazientiti suonando il clacson. Anzi, lo guardano con curiosità e affetto, questo veicolo particolare, e quando lo sorpassano, lo fanno con gentilezza, accennando persino un saluto. L'Ape è così, da settant'anni: ispira simpatia istantanea. Nato come mezzo di lavoro nel secondo dopoguerra, è uno dei simboli della ripresa economica e dell'Italia a motore nel mondo, insieme alla Vespa e alla Fiat 500. Anche per questo Filippo Bassoli, responsabile marketing di Deus Ex Machina, lo ha voluto realizzare così fortemente. Per raccontare, in modo diverso e personale, il nostro modo di essere italiani nel mondo custom; un modo ricco di passione, istinto, idee folli. Come questo tre ruote, così diverso dalle solite special a cui diamo spazio su Motociclismo.it, ma inevitabilmente attraente proprio perché fuori dagli schemi.

Motore diesel e parquet di casa

Di Ape Cross 50 elaborati se ne vedono parecchi in alcune valli delle Alpi e dell'entroterra del Bel Paese. Ci sono persino quelli kittati con motori di supersportive per fare improbabili gare di accelerazione ed esibizioni. Questo Ape Classic è invece completamente di serie per quanto riguarda il propulsore: si tratta di un monocilindrico a gasolio, raffreddato ad aria, di 435 cc. Potenza massima dichiarata: 7,8 CV a 3.400 giri/min; il picco di coppia invece è di 20 Nm a 2.200 giri/min. Lontano anni luce dagli stereotipi della tecnica motociclistica tradizionale. È chiaro sin da subito che le prestazioni contano nulla. Nato come veicolo di assistenza alle gare ciclistiche su strade bianche, non ha necessità di essere veloce, ma pratico. E bello. Il lavoro si è concentrato dunque sulla carrozzeria, che è stata trasformata completamente. Via il brutto muso plasticoso con due fari ai lati della cabina: arrivano parafango e proiettore tondo di un Ape del 1962, mentre i piccoli indicatori di direzione sono di una Fiat 500 d'epoca. I faretti posteriori sono stati sottratti invece a una Citroën Mehari, la celebre "spiaggina" in plastica degli anni Settanta. Il cassone ha linee più morbide e meglio raccordate alla cabina di guida; perde le sponde, si allunga e si allarga, conferendo alla motocarrozzetta una forma a freccia, vista dall'alto. Il pianale posteriore, sufficientemente robusto e spazioso per poter trasportare anche una moto, al posto delle biciclette (è più lungo di 90 cm rispetto al modello di serie), è rivestito in legno: listoni del parquet di casa di Federico Bassoli, avanzati nel corso di una recente ristrutturazione. Per fissare saldamente le biciclette ci sono degli sganci rapidi a cui si vincolano i piedini forcella. Pneumatici con fascia bianca e una verniciatura grigio scuro completano l'aspetto vintage esteriore, arricchito con scritte a contrasto eseguite a mano.

Orgoglio italiano

Siete mai saliti a bordo di un'Ape? Se siete in due, seduti uno accanto all'altro, chi guida sta tutto storto, perché il manubrio - con cambio che si aziona ruotando la manopola sinistra, come la Vespa PX - è al centro dell'abitacolo. Alla base del piantone c'è il pedale del freno, che aziona i tamburi su tutte tre le ruote. Anche l'interno della cabina di guida è stato stravolto. Nuovi la panchetta e lo schienale, rivestiti in simil-pelle. La strumentazione di serie, inglobata in un involucro di plastica, è sparita: al suo posto è stato ricostruita una superficie liscia in lamiera, sulla quale sono ospitati due strumenti di una vecchia Fiat 500 - tachimetro/contakm e indicatore del livello carburante - e poche spie a LED. Una curiosità riguardo questo Ape è legata al suo nome. Portato al museo Piaggio di Pontedera in occasione dei 70 anni del modello, ha suscitato un unanime commento, esclamato all'unisono dai toscani dello stabilimento: "Ganzo!". Mai nome fu più appropriato... "L'articolo inglese 'the' lo abbiamo aggiunto noi di Deus Ex Machina - ci confessa Filippo - per mantenere l'aura di internazionalità che contraddistingue tutte le nostre special". Perché, lo ricordiamo per chi non lo sapesse, Deus nasce in Australia e si allarga in tutto il mondo (Bali, California, Giappone...), ma il cuore è a due passi dalla nostra redazione. Da poco più di un anno infatti la maggioranza delle azioni del brand fondato da Dare Jennings è in mano a italiani, con Federico Minoli (ex numero uno Ducati e Dainese) come amministratore delegato. Per una volta, niente fuga di cervelli né di capitali: nel mondo della cultura custom, siamo ancora noi italiani a dettare le regole...
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