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Honda Zoomer 50: assalto urbano

Sembra uscito da un manga giapponese, poi lo guardi bene ed è pieno di dettagli che denotano cura e attenzione. Nato per distinguersi e percorrere il tragitto casa-ufficio con stile, questo scooter rappresenta un trend che, importato dal Sol Levante, si sta affermando anche da noi

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Breve premessa. Non amo particolarmente gli scooter moderni (e intendo tutti quelli col variatore al posto delle marce a manubrio...), ma ci sono alcuni mezzi che obiettivamente hanno segnato un’epoca. Metti il Booster: quando uscì avevo 14 anni ed era il mio sogno proibito (nel senso che i miei genitori non me lo avrebbero mai comprato, sigh!). A livello di design era anni luce avanti rispetto alla concorrenza dell’epoca e subito divenne il mezzo prediletto dai “tamarri” del paese, che si esibivano in penne chilometriche. Con il passare degli anni il mercato dei cinquantini è finito nel baratro. Un po’ le assicurazioni sono cresciute a livello insostenibile, un po’ i motori 2T sono stati messi all’angolo dalle omologazioni anti-inquinamento. E poi gli adolescenti di oggi sembrano più attratti da un iPhone o da un monopattino elettrico in sharing piuttosto che da uno scooter spernacchiante. Ma chi era ragazzo vent'anni fa e ha vissuto l’epopea dei 50ini truccati, oggi li rimpiange e – con una capacità d’acquisto superiore a quella di quando era quattordicenne – va a cercarli nel vasto mercato dell’usato. E di soldi ce ne vogliono eccome: per un’icona come il Booster o lo Zoomer (adesso arriviamo anche a lui...), possono non bastare 2.000 euro, se in buone condizioni.

Un decennio dopo i miei brufolosi sogni adolescenziali Honda irrompe nel segmento degli scooter 50 con lo Zoomer, che diventa subito un must have tra professionisti e nuovi hippy. Il motore è 4 tempi (così si arginano le limitazioni alla circolazione dei 2T) e l’estetica è minimalista, con telaio in tubi a vista e pochissima plastica. In Italia conosce una discreta diffusione, ma è in Giappone e negli USA che diventa vero oggetto di culto. In questi due Paesi, più che in altri, che si diffonde la cultura della customizzazione degli scooter. Non parliamo di marmitta e variatore, ma di elaborazioni esagerate, a tratti oscene. Qui da noi questo genere di tuning non ha mai attecchito veramente, ma c’è chi lo sostiene e realizza con gusto. Come Gianluca Giardina, preparatore fai-da-te cui si rivolge Paolo, il proprietario di questo Zoomer per dargli un tocco personale.

Il lavoro al motore è minimo: giusto un kit Polini per dare un po’ più di brio al 4T e permettergli di raggiungere qualche centinaio di giri/min in più in accelerazione, con un variatore pensato per partenze un po’ più scattanti. Le sovrastrutture sono ridotte all’osso, viene tolta tutta la plastica superflua e il telaio è allungato e messo in bella mostra. Supporti motore e ammortizzatore sono acquistati aftermarket per sostenere il dilatamento dell’interasse, mentre restano di serie le sospensioni e i freni. Tutto lo scooter è anche abbassato: la sella è ricostruita e poggia su un telaietto abbassato, mentre l’alto manubrio è sostituito con un drag bar dritto come il manico di una scopa. Tra sella e retroscudo, le barre orizzontali del telaio sono utili per caricare del bagaglio, ma servono anche a sostenere il serbatoio, ora protetto da una cover in fibra di vetro verniciata di nero che sostituisce l’originale in plastica. A livello di colore, il proprietario stesso ha scelto l’elegante e originale “Blu Ottano”, che ri chiama subito l’attenzione senza dimostrarsi eccessivo.

Altro tocco di classe: la sella ha cuciture a coste, realizzate con filo dello stesso colore del telaio. L’impianto di illuminazione anteriore, con il caratteristico doppio faro tondo, è quello con cui lo Zoomer è uscito dalla fabbrica, ma impreziosito da delle griglie a rete in stile rallystico. Se i fanali sono giganti, come due occhioni spalancati sulla strada, indicatori di direzione e fanaleria posteriore sono invece minimalisti, quasi invisibili se spenti, e realizzati con sottili elementi a LED. Ruote e pneumatici, così come l’impianto frenante, rimangono quelli di serie. Paolo, il proprietario, utilizza il suo Zoomer per gli spostamenti cittadini e per recarsi al lavoro. Ma sempre con stile. E anche io mi sento strafigo in sella. Non mi capita mai con uno scooter. Mi sento per metà Mad Max e per metà divo di Hollywood. Poco importa se l’attacco della trasmissione impiega quel mezzo secondo più del dovuto per far partire lo Zoomer ai semafori: scatto comunque per primo, perché gli altri rimangono imbambolati a guardarmi. Sui tombini e sul pavé della metropoli meneghina le sospensioni – specie la posteriore – non fanno certo miracoli e l’interasse allungato non aiuta negli slalom tra le auto. E i piccoli freni a tamburo vanno strizzati bene per fermarsi in spazi ragionevoli. Ma sapete che vi dico? Chissenefrega. Ci sono mezzi per muoversi veloci. E altri per farlo con stile. Indovinate da che parte sta questo Zoomer.

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