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Le special: migliorano o rovinano le moto originali?

Tra customizzazioni, tuning, reinterpretazioni, la personalizzazione è ormai all’ordine del giorno. Ma una special è la massima espressione della creatività o sminuisce il lavoro dei designer delle Case? Dicci la tua opinione. Si vota fino alle 14 di venerdì 19
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Un fenomeno in crescita

Il mondo della “custom culture” è più effervescente che mai. Ogni giorno nascono factory, si moltiplicano i preparatori (non sempre davvero ispirati…), le case propongono le loro special di serie o miriadi di accessori che arrivano a trasformare letteralmente molti modelli…Ma le special, migliorano o peggiorano le moto di serie?

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Da qualche anno spuntano come funghi grandi e piccoli eventi che vanno ad affiancarsi a quelli storici (come Motor Bike expo di Verona), proliferano le categorie, i concorsi, i raduni e perfino i contest riservati a moto preparate (ne facciamo uno anche noi: "The Bike Field"). Il tutto spesso promosso dalle Case stesse, altra cosa che dimostra l’importanza filosofico/commerciale che il fenomeno “special” sta sempre più assumendo, a tutti i livelli. A dire la verità le moto sono sempre state trasformate e personalizzate, i produttori di parti speciali sono sempre esistiti, i motociclisti si sono sempre divertiti a dare alla propria moto quel… tocco in più, aggiungendo, modificando o togliendo “roba”.
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Ragioni contro

A molti però non piace il concetto di prendere un oggetto frutto di mesi o anni di lavoro da parte di ingegneri, designer e collaudatori per farlo diventare una cosa a volte davvero lontana dall’idea originaria. Tipo trasformare una gloriosa sportiva vintage in una scrambler o cambiare le linee immortali di un modello iconico; modernizzare la ciclistica di una moto d’epoca o riempire di orpelli un mezzo che magari aveva proprio nell’essenzialità la migliore caratteristica.

Senza parlare del fatto che spesso una special è tanto bella (o anche solo originale) quanto inguidabile, cosa che irrita oltremodo quelli per cui il bello della moto è usarla, non solo possederla, magari dopo aver staccato un assegno pesantissimo! Infine c’è la questione omologazioni: in Italia praticamente nessuna special è “street legal”, a meno che il preparatore non abbia intrapreso il lungo, difficile e costoso iter dell’omologazione come pezzo unico, magari sfruttando le maglie larghe della legislazione europea.

Arrivano le Case

Sostanzialmente è una condizione che favorisce le Case: sono avvantaggiate dal punto di vista burocratico e propongono le vere e proprie special di serie, omologate in origine, collaudate e sviluppate per coniugare le esigenze di personalizzazione e sicurezza, look e funzionalità, originalità e affidabilità. Oltretutto, anche gli accessori dei cataloghi di parti speciali provenienti dalle Case sono previsti nella fiche di omologazione dei vari modelli, che quindi non perdono la garanzia né diventano di fatto illegali, prevedendo spessissimo la possibilità di essere riportati allo stato originale con semplici operazioni.
L’altra faccia della medaglia è che una special di serie di fatto… non è una special. Una Casa non si spingerà mai davvero al limite con la creatività, visti i vincoli normativi e quelli dovuti alla storia o all’immagine del marchio. E qui intervengono i preparatori i quali, dando sfogo alla propria fantasia o a quella di chi commissiona loro le special, esplorano territori in cui le Case non osano avventurarsi, cercano l’indole insospettabile delle moto, sviluppano le potenzialità nascoste di un motore o di un telaio, aprono strade nuove nel mondo del design tracciando così la direzione (o una delle direzioni) che le Case potranno percorrere in un futuro più o meno vicino.

La questione è quindi complessa, ma tu cosa ne pensi?

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