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Siria e Libano: itinerario in moto partendo dal confine con la Turchia

Abbiamo attraversato in moto alcuni luoghi della Siria: Apamea, Homs, Krak dei Cavalieri e l’oasi di Palmira. Passando da Tripoli, in Libano, siamo giunti a Beirut e visitato Baalbek, Saida, Tiro e Quana.

BAB AL HAWA

BAB AL HAWA In Arabo significa la porta dei venti, luogo dove ci troviamo alle 8.30 del mattino. Dalla sera precedente abbiamo scambiato sì e no qualche parola con i nostri compagni di viaggio. Il carrozzino del sidecar riempito di acqua e cibo, pronti a resistere a un assedio, ci aspettiamo di passare la frontiera siriana di qui a 24 ore. L’oggetto della nostra angoscia: l’assenza di un visto per uno di noi. Dopo aver lasciato l’ultimo controllo militare della frontiera turca, avanziamo a passo d’uomo nella cosiddetta “no man’s land” (striscia di terra che non appartiene a nessuno dei due stati) in direzione del primo sbarramento siriano. Su ciascun lato giacciono delle carcasse di automobili, abbandonate dai loro proprietari, dopo il rifiuto delle autorità di passare dall’altro lato. Due ore più tardi, eccoci in possesso di un visto di sette giorni. In Medio Oriente tutto è possibile a condizione di avere un po’ di tempo davanti a sé e qualche dollaro. Nel nostro caso, lo dobbiamo al prezioso aiuto del proprietario di un’agenzia viaggi locale, divenuto un maestro nell’arte di aggirare la legge a proprio favore.

APAMEA

APAMEA Eccoci dunque parte del “paese della libertà”, come ci ha gentilmente precisato un grande militare siriano, largo come una roccia, a cui abbiamo domandato se il casco fosse obbligatorio. Sotto il sole a picco e un caldo intenso, quasi 40 gradi all’ombra, prendiamo la direzione di Apamea, antica città costruita nel IX secolo a.C. Lungo la strada, il vento, che già bruciava, aumenta di qualche grado facendo attrito sui sei cilindri della Honda. All’interno del sidecar, il passeggero è al limite dell’insolazione. Il primo villaggio incontrato servirà da tappa per lasciare che il sole declini. Questa sosta sarà anche il momento per dissetarci e per andare da Hassa, il barbiere del posto. Un taglio, una rasatura veloce, seguiti da un tè e da un cocomero fresco e la squadra è di nuovo in piena forma per entrare ad Apamea, mentre la luce del tardo pomeriggio è superba. Dopo aver pagato un modico biglietto di entrata, al viaggiatore è offerto uno spazio incredibile. Poter gironzolare, quasi soli, in mezzo a colonne che corrono per 2 km, dà i brividi, soprattutto quando si pensa che questa città, guidata per un certo periodo da Alessandro Magno, contava 500mila abitanti.

SIRIA: HOMS

SIRIA: HOMS Direzione Homs per la prima sera in Siria. La circolazione anarchica ci obbliga a guidare con il clacson costantemente pigiato per evitare gli incidenti. Del resto, una volta arrivati in hotel, per immergerci meglio in questo ambiente prendiamo un taxi locale per andare a cena. Una visione surrealista della città ci è offerta da questa Peugeot 404 a benzina (i veicoli diesel sono fortemente tassati), sospensioni posteriori sopraelevate (una modifica molto alla moda) e con un totale di un milione di km, secondo il suo proprietario.

SIRIA: KRAK DEI CAVALIERI

SIRIA: KRAK DEI CAVALIERI Il mattino successivo, all’alba, il sidecar prende la direzione di Krak dei Cavalieri o “Qalaat al Hosn”. Questa fortezza, costruita dai crociati nel 1031, è un vero gioiello di architettura. Successivamente ingrandita e modificata dai diversi occupanti (prima l’ordine dei cavalieri di Saint-Jean nel 1144 e dopo il Sultano Baybars e i suoi Mamelucchi nel 1271), resisterà a undici attacchi senza cedere, in particolare all’assedio del Saladino nel 1188. Per fare il giro completo e non perdere niente della straordinaria storia della fortezza, bisogna mettere in conto un intero pomeriggio e aggiungere se possibile l’aiuto di una guida locale. Dall’alto dei suoi 650 metri, da Krak si può abbracciare con un sol sguardo tutta la valle.

PALMIRA: OASI NEL DESERTO SIRIANO

PALMIRA: OASI NEL DESERTO SIRIANO Più a est rispetto a Homs si trova un’oasi in mezzo al deserto siriano. Il nome di quest’oasi è Palmira ed è assolutamente un luogo da vedere. Baciata da un sole magnifico fino alle ore piccole e malgrado la sua bellezza, il posto non è mai invaso dai turisti. Per arrivarci si percorrono 300 km su una strada in buono stato ma del tutto rettilinea

LIBANO: VERSO BEIRUT, PASSANDO PER TRIPOLI

LIBANO: VERSO BEIRUT, PASSANDO PER TRIPOLI Il passaggio della frontiera libanese si rivela una semplice formalità. La nostra meta è Beirut, viaggiando sulla strada costiera che passa per Tripoli. Una fermata per bere, ai piedi di una piccola bottega che offre succo di carota (la visione della bottega è sbalorditiva, all’interno ci sono almeno quindici ragazzi che si agitano come dei matti per pelare le carote) poi una breve pausa nella pasticceria El-Hallab, la migliore della regione, e il viaggio riprende il suo corso. Poco dopo, grazie a una rete stradale di ottima qualità, arriviamo a Beirut. Dopo una serata nel quartiere cristiano di Ain el Roummane, ospiti della famiglia Fattouche e interrotti dai numerosi blocchi di elettricità (un grosso problema in Libano: pochi pagano le bollette e in passato la centrale ha subito ingenti danni), prendiamo l’autostrada per la città di Batroûn con l’amico Fadi e la sua Honda CB1000 e anche con Jake e Aline con la loro California III.

PIANA DELLA BEKAA A EL ARZ

PIANA DELLA BEKAA A EL ARZ La meta è la piana della Bekaa a El Arz, sito dove si trovano i famosi cedri del Libano, emblema del paese. La strada serpeggia su per la montagna. I paesaggi brulli della costa lasciano posto a una vegetazione colorata, il caldo torrido si dilegua poco a poco grazie alla brezza che scende dalle alture. Al posto dei cedri, l’attività turistica è più intensa. Intorno alla strada ci sono molte botteghe che vendono souvenir intagliati in questo legno protetto. Durante l’inverno entra in funzione una stazione sciistica, infatti la montagna di Kourmet el Saouda che sormonta El Arz è alta più di 3.000 metri. Da qui un panorama magnifico permette di vedere tutta la piana della Bekaa.

BAALBEK: TEMPLI DI GIOVE E DI BACCO

BAALBEK: TEMPLI DI GIOVE E DI BACCO Dopo un’ora di strada siamo a Baalbek. Una grande agitazione circonda le celebri rovine a causa di un congresso organizzato dagli Hezbollah che hanno preso possesso di questi luoghi. Di fronte ai visitatori si erge uno dei più grandi templi dell’impero romano: il tempio di Giove, che ha subito gravi danni a causa di diversi terremoti. Le sei colonne ancora in piedi, larghe più di due metri, danno un’idea della dimensione smisurata dell’edificio. Più giù, il tempio di Bacco è in uno stato migliore. È più piccolo, ma pur sempre impressionante, soprattutto immaginando l’estensione del luogo quando tutto era in piedi. Al tramonto c’è giusto il tempo di organizzare una foto ricordo sulle alture della città.

BEIRUT: BRUMMÂNA

BEIRUT: BRUMMÂNA Il ritorno a Beirut è di notte, da un’altra strada di montagna. Pessima idea per le buche numerosissime; la forcella del sidecar passa brutti momenti. Giunti nella capitale, approfittiamo per l’ultima volta del fresco nel quartiere molto frequentato di Brummâna, una sorta di Champs Elysées locali. L’ambiente è molto simpatico, ma i prezzi praticati dai ristoranti sono proibitivi.

PORTO DI SAIDA

PORTO DI SAIDA Il giorno dopo, verso sud. Prima tappa, il magnifico porto di Saida dotato di una fortezza costruita dai crociati nel 1228 poi rinnovata dai Mamelucchi (si noti il riutilizzo delle colonne romane nei muri) sotto il regno del sultano Baybars.

TIRO

TIRO Più a sud si erge il leggendario porto fenicio di Tiro. In città scopriamo il più grande ippodromo romano mai costruito. La pista misura più di 500 metri e le tribune, alcune ancora intatte, possono accogliere più di 20.000 spettatori.

QUANA

QUANA Il nostro viaggio in Libano non andrà più lontano del piccolo villaggio di Quana, tristemente celebre a causa delle atrocità commesse dall’esercito israeliano durante la guerra. Per il viaggiatore è impossibile scendere più a sud perchè la frontiera sbarra il passaggio. In questi tempi movimentati, meglio non avventurarsi. Siria e Libano, tra i paesi mediorientali, sono assolutamente da visitare. Malgrado le tensioni politiche, i governi incoraggiano molto il turismo. Le immagini delle guerre precedenti sono quasi cancellate, hanno lasciato il posto a una strepitosa gioia di vivere e a dei magnifici paesaggi.

BLOC NOTES

È inutile dire che il Medio Oriente è una zona “calda” dal punto di vista politico e dunque rischiosa in termini di sicurezza personale. Ciononostante resta tra le mete più ambite e frequentate dai turisti anche in moto e le popolazioni, al contrario, sono in genere molto accoglienti e ospitali. Meglio comunque non andare allo sbaraglio, ma informarsi accuratamente prima di partire, se non si utilizzano viaggi organizzati da tour operator o agenzie che diano garanzie di serietà. Consigliamo quindi di contattare: Ambasciata del Libano in Italia (via Carissimi 38, 00198 Roma; tel. 06-8537211; e-mail liban@tiscalinet.it); Consolato Generale del Libano (via Larga 26, 20122 Milano; tel. 02-80613420); Ambasciata della Siria (Piazza Ara Coeli 1, 00186 Roma; tel. 06- 6749801/6797443). Rimandiamo poi al sito www.viaggiaresicuri.mae.aci.it per gli indirizzi delle Ambasciate d’Italia all’estero, che consigliamo pure di contattare, al pari degli automobile club locali, per avere informazioni corrette sui documenti necessari per la circolazione.

 

Per quanto riguarda guide e mappe, possiamo segnalare dal catalogo del Touring Club Italiano la guida dedicata alla Siria (collana Guide Verdi Mondo, euro 21) e la Routard intitolata Giordania, Siria e Libano (euro 21).

 

COME ARRIVARE

Visto che non è possibile noleggiare una moto sul posto, l’unica soluzione è andare via terra. Per arrivare fino a Beirut dalla Francia, si devono calcolare 8 giorni e 5.700 chilometri passando dalla Turchia. Il viaggio è lungo ma indimenticabile grazie ai paesaggi, al cibo e alle persone che si incontrano man mano che ci si avvicina al Medio Oriente. Collegamenti marittimi permettono di passare dal sud dell’Italia (Brindisi) alla Turchia (Cesme). Consigliamo di visitare il sito di Euro-Mer www.euro-mer.com. Il prezzo è circa 250 euro per una moto e due passeggeri a tratta.

 

Documenti e assicurazione

Oltre al passaporto valido, al visto per la Siria e il Libano, bisogna sottoscrivere presso la frontiera di questi due paesi un’assicurazione specifica per il veicolo perchè la carta verde si ferma alla Turchia. L’assicurazione venduta in Siria non è necessariamente valida anche in Libano. Bisogna poi prevedere dei dollari americani per facilitare e accelerare le pratiche. Per il veicolo, bisogna fare richiesta di un “trittico” al consolato libanese, una specie di documento di viaggio per la moto da far timbrare alle frontiere. In ogni caso, il libretto di circolazione deve essere a nome del conducente.

 

Budget

Sul posto non è certo il carburante la cosa più cara (il prezzo varia da 0,60 a 0,75 euro al litro). In Siria, il costo della vita è molto basso, in Libano non altrettanto, i prezzi in città sono identici a quelli francesi, meno caro l’entroterra.

 

Sanità

Non ci sono vaccinazioni raccomandate, ma qualche precauzione elementare va comunque rispettata. Non bere mai acqua del rubinetto, infatti bisogna sempre premunirsi di una bottiglia di acqua, anche per lavarsi i denti. Consigliabili le repliche locali di coca-cola e altre bibite, poco care (il prezzo è fissato dallo stato siriano) e molto rinfrescanti. Per essere pronti a tutte le eventualità, può essere utile una valigetta di medicinali personali con compresse per disinfettare l’acqua e degli antidiarroici.

 

Clima

Le stagioni migliori per visitare i due paesi sono la primavera e l’autunno con temperature tra i 20 e i 25 gradi. A luglio e agosto fa molto caldo, oltre i 40 gradi,rendendo faticosi gli spostamenti.

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