Simoncelli: “resto in 250 per vincere ancora. ducati mi offre la motogp ma non mi va. gilera: davvero onesti”
Milano 8 gennaio – Gilera: un compleanno che vale cento anni, un
tiolo
iridato in 250 con Marco Simoncelli e valori sportivi di primo piano, come
racconta il campione del mondo in un’intervista rilasciata, insieme con
il padre Paolo, al mensile GQ. Dice Marco: “Quello delle corse è un mondo
che parla coi risultati. Purtroppo, anche se vali, ma non li ottieni, non
conti un c…. I primi due anni nella 250 non sono stati brillantissimi.
Non arrivavo dietro alla safety-car, ma insomma. Alcuni però avevano dato
giudizi troppo affrettati. Gli stessi che poi, quando vinci, saltano sul
carro”.
Il giovane campione si riferisce al 2006 che, il padre Paolo definisce
l’anno “più brutto”. Infatti Marco spiega: “Non avevo
nemmeno più voglia
di ridere, di scherzare. Ero così triste, avevo perso fiducia in me stesso.
Per fortuna, alla fine del 2006 ho cambiato capo tecnico e squadra e sono
passato all’attuale”. Conferma Paolo: “Abbiamo davvero
rischiato di
ritirarci” ed il figlio ribatte: “Dobbiamo ringraziare la Gilera che
ci ha dato comunque la moto, probabilmente senza nemmeno credere che potessi
andare così forte. Sono stati davvero molto onesti”. Ma oggi, sottolinea
Paolo: “tutti lo vogliono e lo cercano. Tre mesi fa, invece, non arrivava
una telefonata, ma lui era sempre lì e, soprattutto, era sempre lui”.
Insomma, Simoncelli prima non convinceva, poi è diventato un idolo. Sempre
lì e sempre lui: Marco aveva dichiarato nella conferenza stampa d’inizio
stagione 2008 del team Gilera: “Quest’anno vediamo di utilizzare
oltre
al cuore anche un po’ di cervello” ed il mix gli è riuscito bene.
Prima
qualche gara mandata al vento per la frenesia di vincere, poi una moto
ufficiale ed una crescita morale e tecnica fino al Titolo.
Marco parla di cosa è cambiato dopo la vittoria: “Certo la vita cambia,
ma una vera e propria svolta non l’ho sentita. Già da quando correvo nelle
mini-moto ero convinto che un giorno avrei partecipato al campionato del
mondo. È stato un processo graduale: campionato italiano, europeo ed eccomi
qui”. Il padre Paolo dice che la vera svolta è stata “dal punto di
vista
tecnico, la fine del 2007, con la squadra nuova, quando Marco ha capito
che poteva andare forte davvero”.
Correre costa e la vita nel Motomondiale pure, come spiega Marco: “Nelle
250, su 23 che eravamo quest'anno, quelli pagati saranno stati 5 o 6. Gli
altri è già buona se non ci hanno rimesso”. In effetti, trovare degli
sponsor è sempre più dura e la crisi economica di certo non aiuterà. Le
soglie d’ingresso sono molto alte: per la 125 si parla di 250 mila euro.
Mentre, aggiunge Marco: “Aprilia vende le moto ufficiali a un milione
e 250 mila euro. Il pacchetto comprende due moto, i ricambi e
l’assistenza.
Insomma, sono un mucchio di soldi. La Gilera "LE", che ho usato
per la prima parte di campionato, viene sui 300 mila”.
La famiglia Simoncelli ha messo l’anima nella moto: Paolo racconta:
“Fino
al 2005 facevo il gelataio. Con mia moglie, dal ’79, avevamo un negozio
a Riccione. D’inverno, montavo i pavimenti. Ora siamo un'azienda di
famiglia:
ci mantiene lui. Ducati ci aveva offerto un sacco di soldi, ma a Marco
non gliene frega niente. Gli avrei dato dei pugni in testa. In fondo, come
padre sono orgoglioso di un figlio che sa quello che vuole davvero. Tutti
quei soldi però non li ho mai visti neanche in foto”. Il cuore del
campione
saltano fuori quando Marco racconta che la sua famiglia gira il mondo sui
circuiti con il camper e che fa a turni con il padre per guidare.