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Sicilia: tra Palermo e Sciacca

Viaggio nell'entroterra palermitano, tra paesaggi e natura, luoghi immortalati in film famosissimi o carichi di storia, sprazzi di cultura che impregnano ogni città, strade da percorrere con calma o magari in modo più allegro. e le immancabili soste enogastronomiche

Palermo

PALERMO. Comoda per un oggettivo vantaggio logistico, per la sua bellezza e perché ormai ci siamo affezionati a questa splendida città. L’itinerario invece ci porterà seguendo strade interne verso Sciacca sulle coste meridionali dell’isola. Itinerario alternativo ma assai suggestivo, per le attrattive paesaggistiche e per i centri visitati. Non si può lasciare Ziz, ovvero fiore, come veniva chiamata Palermo dai fenici, senza per lo meno una rapida visita a Monreale, con la sua splendida vista sulla conca d’oro ed il suo duomo, un vero capolavoro nel suo genere. Risalente all’epoca normanna, rappresenta una delle più alte creazioni del medioevo italiano nel quale si fondono le espressioni della cultura islamica, bizantina e romanica. Famosissimi i mosaici a fondo d’oro che rivestono quasi interamente l’interno della chiesa.

 

 

Polmone verde

POLMONE VERDE Da Monreale dovremo raggiungere Altofonte dall’altro lato della valle fra strette stradine secondarie e, una volta sulla via principale, prenderemo a destra in direzione di Piana degli Albanesi. La strada diventa subito molto panoramica per raggiungere il centro più importante fra gli insediamenti di questa comunità etnica che, per sfuggire alle persecuzioni turche, sul finire del XVsecolo, si rifugiò sull’isola. Il piccolo centro di circa 6.000 anime, è famoso per le cerimonie religiose, ricche di momenti spettacolari: la popolazione ha infatti conservato l’antica lingua e continua a professare la religione cattolica con rito greco. Continuando a spingerci verso sud si intravede in lontananza il verdeggiare di un’area che si indovina fitta di piante, oltre che assai vasta: il bosco della Ficuzza, uno dei polmoni più verdi dell’Italia meridionale. La verde distesa è dominata dal cosiddetto palazzo Reale, la dimora di caccia Ferdinando IV di Borbone costruita su progetto dell’architetto Venanzio Marvuglia nel 1803. Una strada sterrata sale in cima al bosco ed è spesso meta di scampagnate da parte dei palermitani.

 

 

 

Paese balcone

PAESE BALCONE Ritornati sull’itinerario al bivio Lupotto, prenderemo la SS 118 per Corleone. Inizia qui la sequenza di paesi che hanno dato spunti innumerevoli alla cinematografia nostrana e mondiale, collegati ad una società arcaica e violenta. Chi si aspetta avventure ai confini della legge rimarrà deluso. Anzi, l’antica Kurljun, dominata da due scenografici speroni rocciosi, è città assai gradevole. E che dire della splendida Prizzi, aerea, armoniosa e prossima meta del nostro viaggio? Un vero paese balcone, ma non dimentichiamo la strada che unisce i due centri, immersa in un paesaggio ampio e selvaggio, tra brevi tratti alberati di ulivi, eucalipti e mandorli, alternati a vasti spazi silenziosi, coltivati a grano. Siamo nella Sicilia dei melanconici, silenziosi, appassionati spazi, quella che Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo descrive così: “…riappare l’aspetto della vera Sicilia, quello nei cui riguardi città barocche ed aranceti non sono che fronzoli trascurabili: l’aspetto di un’aridità ondulante all’infinito, in groppe sopra groppe, sconfortate ed irrazionali, delle quali la mente non poteva afferrare le linee principali, concepite in un momento delirante della creazione: un mare che si fosse ad un tratto pietrificato nell’attimo in cui, un cambiamento di onde avesse reso dementi le onde…”.

 

 

 

Tre cose belle

E mentre continueremo a guidare nel mare pietrificato del Gattopardo entreremo in Palazzo Adriano, altro set cinematografico dove Giuseppe Tornatore vinse l’Oscar ambientandovi “Nuovo Cinema Paradiso”. Il piccolo borgo è caratterizzato da uno sviluppo radiocentrico che ha come punto di confluenza la bella piazza Umberto I, lastricata e fotogenica. I paesi arroccati non sono però terminati e ci accompagneranno fino a due passi dal mare. Mancano infatti all’appello Chiusa Sclafani e Caltabellotta. La prima fu fondata dal conte omonimo nel 1320, probabilmente su di un casale preesistente. Molto interessante concedersi una passeggiata nella parte più antica e suggestiva del borgo, caratterizzata da numerosi vicoli e cortili con una interessante pavimentazione davvero ben conservata per giungere nella vasta piazza Castello, dove sorge la chiesa di San Sebastiano. La seconda è famosa per l’inespugnabile roccaforte, che domina il centro abitato dall’alto di una roccia dolomitica, ormai ridotta ad un ammasso di ruderi, dove fu firmato l’armistizio per la guerra dei vespri, il 31 agosto 1302. L’antica Kal’at-al-ballut era chiamata anche Triocala, che significa “tre cose belle”: l’essere ricca di acque, avere attorno fertili terreni coltivati a vigne ed ulivi ed essere naturalmente protetta dall’inespugnabile rocca. Ma il mare è li a ricordarci che il punto di arrivo è ormai prossimo. La strada scende panoramicamente verso Sciacca, importante porto peschereccio, famosa per le sue terme, il quartiere medioevale, per gli eleganti edifici religiosi e civili. Una città piena di vita, che merita una sosta anche per approfondire la conoscenza con i suoi ristoranti a base di pesce.

 

 

 

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