Motociclismo d'epoca

Campione silenzioso CAMPIONI DEL PASSATO/RICCARDO BRUSI ● “Se durante un GP a Monza, sul punto di vincere, gli si fosse presentato un vigile per fermarlo, intimargli una contravvenzione, e fargli perdere la gara, Brusi non avrebbe mosso ciglio. Un uomo fatto così. Ma la sua sensibilità era eccezionale, anche se nasco- sta nessuno sa dove. Alla calma fantastica Brusi doveva molte di quelle vittorie che co- minciarono a fioccare, trascorso il periodo di noviziato a fianco dell’indimenticabile Tonino Benelli. A questo punto Brusi si sentì qualcuno e fu qualcuno! Non si deve credere che non rischiasse, non s’impegnasse o che non giocasse la carta migliore al momento opportuno. Soltanto che sapeva mirabilmen- te padroneggiarsi e non dava la sensazione dello sforzo. Dal suo classico stile mai Brusi si disuniva ed il pubblico, che lo ebbe per diversi anni fra i corridori preferiti, aveva finito per capire il romagnolo ed anche questa penetrazione progressiva di Brusi nel cuore della folla fu inizialmente una grande vittoria del futuro campione.” Così l’abile penna di De Deo Ceccarelli, deca- no dei giornalisti sportivi italiani, descriveva Riccardo Brusi sulle pagine del bimestrale torinese “Tuttosport Motori” in un numero degli anni Cinquanta, quando la carriera del pilota pesarese si era conclusa ormai da lungo tempo. Se fosse vissuto ai nostri giorni - nell’era “social” dove è più importante apparire che essere - Brusi sarebbe stato bollato come il classico personaggio incapace di “bucare lo schermo” ed infiammare le folle. Eppure è stato uno dei più forti piloti della sua epoca. Ha vinto tanto – ma non tantissimo perché in numerose occasioni è stato bersagliato dalla sfortuna - e ha saputo conquistare il rispetto dei suoi avversari. Che a Brusi invidiavano la sportività e l’imperturbabile flemma con cui accettava il risultato di ogni gara, sia che si trattasse di una vittoria piuttosto che un ritiro od un piazzamento alle spalle del suo capo- Pesarese d’azione - era nato a Cesena nel 1901 - e pilota ufficiale di Benelli e Moto Guzzi, Riccardo Brusi è stato uno dei più forti piloti italiani degli anni Trenta. Campione italiano ed europeo, vincitore per tre volte del Raid Nord-Sud Milano-Napoli, si è aggiudicato 33 gare in carriera, ma non è mai stato al centro delle cronache sportive dell’epoca a causa del carattere schivo e riservato Di Gualtiero Repossi, foto Archivio Motociclismo e tratte dal libro “Riccardo Brusi, Il più saggio e taciturno dei romagnoli cuor di leone” di Paolo Prosperi

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