Motociclismo

aprile 2024 | Motociclismo 179 Prestazioni al vertice, facilità nella guida, versatilità: con queste armi debutta nel 1987 la quattro in linea di Tokyo. Il successo, nonostante le colorazioni poco esaltanti della primissima serie, è immediato. E attraverserà due millenni La sportiva PER TUTTI di Gualtiero Repossi Siamo nel 1986. La Honda VFR750F, appena arrivata sul mercato, diventa subito un best-seller. Con un successo del genere, si potrebbe pensare a un futuro della casa di Tokyo decisamente orientato verso il pianeta V4. Ma, a ben vedere, per gli altri modelli sportivi caratterizzati da questa prestigiosa architettura non è tutto rose e fiori: la VF1000F e la sportivissima VF1000R si rivelano impegnative nella guida, mentre quelle di minor cilindrata (VF400F e VF500F) sono penalizzate da elevati costi di produzione e da altrettanto elevate spese di gestione che non fanno decollare le vendite. I ben informati, alla vigilia del Salone di Colonia del 1986, dicono però che la Honda stia correndo ai ripari e che presto lancerà sul mercato una nuova famiglia di moto sportive da affiancare alle V4. E infatti, nel mese di settembre, vengono svelate le CBR600F e CBR1000F, spinte da una nuova generazione di motori quattro cilindri in linea frontemarcia raffreddati a liquido. Sfoderano linee moderne e razionali, estremamente curate sotto il profilo aerodinamico e con un abbondante uso di plastica ABS per le sovrastrutture. Però, complici le grafiche inizialmente poco azzeccate, le due moto sembrano non scaldare i cuori. Eppure, proprio da questa apparente falsa partenza, prenderanno vita due delle più fortunate e longeve famiglie di quattro cilindri della Honda, ancora oggi in listino ed asse portante della sua produzione sportiva. Fra le due, è senza dubbio la 600 ad ave-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTQ3ODg3Nw==