Motociclismo 3-2021

marzo 2021 / Motociclismo 175 C he il motore tre cilindri sia il propulsore idea- le per la motocicletta sono in molti a pensar- lo. A cominciare dagli inglesi che creano dei triple che sono il giusto compromesso tra pre- stazioni elevate e piacere della guida: nel 1968 nascono le quasi gemelle BSA Rocket III e Triumph Tri- dent 750. Le moto britanniche sono, per quei tempi, delle vere supersportive con motori da 58 CV a 7.250 giri/min, tecnicamente avanzate con il meglio della componentistica, ma hanno poca fortuna, commer- cialmente parlando, perché contemporaneamente, a sconvolgere il mercato delle grosse cilindrate, arriva la Honda CB750… Questa quattro cilindri da 67 CV si può considerare la moto che inaugura un nuovo cor- so di tecnica e di stile nel mondo delle maxi. Tutte le nuove 750, e oltre di cilindrata, dovranno confrontar- si con lei, un compito arduo anche per le rivali giappo- nesi, per non parlare delle europee. A dar battaglia alla Honda ci si mette, ovviamente, pu- re la Yamaha, che mandata in pensione la bicilindrica XS650, non certo adeguata nelle prestazioni, mostra al Salone di Tokyo del 1972 ancora una due cilindri, la TX750. Siamo sempre in perfetto stile british perché “due cilindri è sufficiente” rispondono dal Giappone, mettendo in campo innegabili vantaggi come un mo- tore più stretto, costi di produzione minori, raffredda- mento migliore. Però, siamo lontani dalla Honda come prestazioni perché dispone di 63 CV e poi ha vari pro- blemi di affidabilità: i contralberi del sistema antivibra- zioni influiscono sulla lubrificazione rendendo l’olio troppo schiumoso, così la pompa dell’impianto aspira aria e non manda regolarmente in circolo l’olio. Risul- tato che il motore surriscalda e si rompe. Non servono nemmeno i successivi tentativi di rivedere il sistema di lubrificazione e il suo raffreddamento perché si conti- nuano ad avere le rotture motore. La TX750 viene de- finitivamente pensionata e i tecnici Yamaha pensano a mettere in campo un’altra maximoto. Viene scelto un motore a tre cilindri, è la prima volta che il costrutto- re giapponese sceglie questa configurazione. Inoltre, il lay-out tecnico è decisamente più moderno a comin- ciare dalla distribuzione bialbero comandata da una

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